Claudym, Halflives, Milanosport: le recensioni dei singoli italiani

Claudym – Cose che si dicono
Circa un anno fa Claudym pubblicava il suo EP Un-Popular, capitolo che si appresta ora a essere chiuso perché è in arrivo il primissimo album dell’artista milanese. Il disco conterrà probabilmente il singolo Joanne, uscito alcuni mesi fa, e sicuramente anche questa nuova canzone, prodotta da Okgiorgio. A quanto ci dice Claudym, Cose che si dicono è il primo brano scritto dopo l’uscita di Un-Popular, e si sente infatti che lo stile della scrittura è molto simile a quello di quell’EP; in particolare il drop ricorda un po’ quello di Come, col suo bel crescendo che cambia completamente l’andamento del pezzo. Notevoli i synth che ricordano un pochino l’epoca d’oro dell’italodance primi ’00, sempre davvero particolare il sound di Claudym, che al momento non ci sembra avere eguali (o nemmeno simili) in Italia -cosa che è senza dubbio la forza di questo progetto ma forse anche un potenziale limite, nel senso che non c’è una vera e propria “scena” o movimento di riferimento.
Taff – Demon Alichino’s Calling
Taff scomoda Dante per il suo nuovo singolo Demon Alichino’s Calling, ma per fortuna ci risparmia una delle classiche e ormai banalissime citazioni tipo “uscimmo a riveder le stelle” o “ahi serva Italia” o le porte della città dolente -per non parlare del cammin di nostra vita o dell’amore che non perdona. Piuttosto Taff ci parla del demone Alichino, che ritroviamo nei canti XXI, XXII e XXIII dell’Inferno in un episodio scherzoso del poema (qui lo trovate riassunto se volete, che in questo paragrafetto non ci sta come potete immaginare). Lo fa in un brano che ha decisamente un sapore dantesco, con il suo sound dark, tetro e misterioso ma anche non privo di ritmo e di volontà di sperimentare: si tratta della prima anticipazione dell’EP Guilt, in uscita a settembre, e unisce elementi dark wave con tracce di post-punk e di musica prettamente elettronica. Potrebbe risuonare benissimo in qualche scantinato in cui si ballano DJ set alternativi, o a una mostra d’arte underground; sicuramente un brano lontano dal mainstream.
Baab – Palazzo del lavoro
Risuona da Torino BAAB, nuovo progetto musicale di Filippo Cornaglia e Andrea De Carlo. Musicale, ma non solo, perché BAAB s’immerge nel sound design, nell’architettura e nella danza con un approccio che fa del suono il collante tra discipline, lontane e incompatibili solo all’apparenza. Il debut single, Palazzo del lavoro, è proprio ispirato da una commistione di arti e di discipline, in una composizione ispirata e dedicata al famoso omonimo edificio progettato da Pier Luigi Nervi nel 1961 a Torino. L’architettura e i metodi costruttivi diventano elementi compositivi; elettronica, minimalismo e ritmiche organiche si fondono a sfasamenti, sovrapposizioni e dilatazioni di frasi melodiche ispirate alle prime opere di Steve Reich.
Belize – Varese Tuning
Cinque anni dopo il disco Graffiti, i Belize tornano inaspettatamente con un nuovo singolo intitolato Varese Tuning. Proprio così. Fatichiamo a immaginarci gare clandestine e macchine truccate tra Gazzada Schianno e Albizzate, ma il brano parte proprio da questo spunto per raccontare “la storia di un gruppo di ragazzi e di un’amicizia ritrovata un po’ per caso, anche solo per una sera, dopo anni trascorsi lontani dalla città natale”, ovvero Varese -perché “tutto il mondo è paese, il mio paese è Varese”, come dicono i Belize in apertura di brano. Musicalmente, Varese Tuning ci piace perché parte con quello che sembra un indie pop non troppo originale per poi smascherarsi e adottare un approccio molto più indie / alternative rock, con una bella chitarra croccantina e un ritornello abbastanza accattivante. E alla fine fa sembrare qualcosa di figo pure andare a Varese.
Caldoinverno – Come reagisco oggi ho nervi
Per chi ha imparato a conoscere Caldoinverno, la nuova Come reagisco oggi ho nervi all’inizio può sembrare proseguire il filone “onirico” dei suoi scorsi pezzi – ultimo dei quali In un Acquario (dissolve yourself away). Ma è un’impressione che dura poco, perché subito scopriamo le sue radici più rock, mutuate dalla scena alternativa nostrana degli anni Novanta e riproposte all’interno di un cantautorato che predilige la ricerca artistica alle richieste del mercato discografico; d’altronde la canzone raggiunge i sei minuti, ma a lui non è mai importato dei ritmi frenetici imposti dall’industria musicale attuale. Il brano racconta di “un corpo ingabbiato nel suo rapporto instabile con la mente” e rispetto agli scorsi lavori la voce esce fuori dalla solita intimità e sceglie la via dello sfogo catartico. [Simone De Lorenzi]
Colonne – Parco Vetra
Secondo singolo per Colonne, il nuovo progetto solista di Andrea Daniele ex sittingthesummerout e Cold Hands, Warm Hearts. Già visto qualche settimana fa con 08-10-21, Colonne ci presenta la sua Parco Vetra, dedicata all’omonimo spazio milanese che si trova incidentalmente (o no) proprio a ridosso delle Colonne di San Lorenzo, un tempo ritrovo tipico degli emo meneghini. Il brano ha un carattere più “tirato” rispetto al primo singolo; vorremmo quasi dire pop punk ma esagereremmo, sicuramente possiamo avvicinarlo all’emo/pop punk degli anni 2010, in cui del resto Andrea affonda ampiamente le proprie radici in termini di influenze e ascolti. Noi che adoriamo queste sonorità non possiamo che essere contenti di sentire artisti italiani andare nuovamente a ricercare questo tipo di suoni, e il brano è pure piuttosto catchy, per cui per noi è un grande sì.
Elton Novara – Vera
Archiviato l’album d’esordio omonimo (2021), l’eroe della scena indipendente milanese Elton Novara si prepara a pubblicare un nuovo disco, ma siccome non l’ha ancora finito, per non tenerci troppo sulle spine ci dà un assaggino con questa canzone che è Vera -non perché ci sono anche canzoni false, ma perché si chiama proprio così. Vera potrebbe essere il nome di una donna o un semplice aggettivo, ma nella concezione di Elton il titolo ha probabilmente entrambe le accezioni: “il brano è il risultato della moltitudine di pensieri e sensazioni che l’artista ha vissuto durante il periodo più difficile degli ultimi tempi, dove è tutto senza veli: le ansie, le paranoie, i desideri più reconditi. Ma qualcosa ne è uscito; qualcosa di vero, di crudo, di reale, nella sua personificazione: Vera”. Il prossimo album uscirà per Piuma Dischi e Hukapan (l’etichetta di Elio e le Storie Tese), e non per nulla il brano mantiene tutta la verve ironica e a tratti un po’ nonsense che caratterizzano molte delle produzioni dell’etichetta, ma pure di Elton. Su un sound vagamente electropop, Elton Novara propone un pezzo abbastanza accattivante e accessibile, anche se i vari riferimenti a coprifuoco e tamponi sinceramente ce li saremmo risparmiati volentieri a questo punto, a più di un anno dalla fine della pandemia.
Goodbye Neverland! – Rune
L’ultimo singolo Cuori in affitto i Goodbye Neverland! l’avevano fatto uscire in inverno, anche se faceva venire voglia di estate. Ora è luglio ed è un periodo decisamente più consono alle atmosfere evocate dal nuovo brano Rune. Il loro marchio di fabbrica infatti è sempre quello: pop punk bello adolescenziale e sentito, con rime facili, un ritornello catchy, gang vocals nel bridge e una presa bene generale. Tra le strofe si alternano le voci dei due cantanti, che ci accompagnano nello “sputare in faccia al mondo che non ci ha ascoltato mai”. Da consumare in compagnia. [Simone De Lorenzi]
Gustavo – La più bella canzone d’amore
Dopo averci parlato di Only Fans, Gustavo ora ci canta La più bella canzone d’amore, che fedele al proprio titolo si presenta come un brano meno scanzonato e scherzoso, pur senza rinunciare del tutto a un po’ di ironia velatamente disseminata qua e là nel testo. Il nuovo singolo dell’artista di origini venezuelane è sostanzialmente una ballad un po’ tenera e romantica; forse non è la più bella canzone d’amore che conosciamo, ma del resto quella a cui Gustavo fa riferimento nel titolo è una canzone d’amore altrui che l’artista invita a mettere sù. Brano tenero, forse un po’ sdolcinato.
Halflives – Oblivion
Con Oblivion, Halflives chiude un nuovo ciclo, quello che comprende gli ultimi cinque singoli pubblicati, uniti ora sotto il nome di Inferno in un EP che fa quindi seguito all’EP V del 2021. Oblivion è un brano che parte decisamente tranquillo, quasi solo pianoforte e voce, prima di dare l’affondo decisivo per il minuto finale con un alternative rock emotivo e intenso che abbiamo ascoltato altre volte da parte del progetto di Linda Battilani. L’andamento del pezzo sembra in effetti perfetto per fare da traccia di chiusura dell’EP, e il cambio di passo a metà brano è veramente azzeccato; forse la prima parte è un filo troppo lenta e poco incisiva, che se da una parte rende ancora più convincente la parte finale, dall’altro sarebbe potuta essere resa un po’ più movimentata con qualche variazione nell’arrangiamento.
Martin Hesta – Come se
Avevamo conosciuto Martin Hesta con il suo precedente singolo Macerie e grattacieli, quando avevamo scoperto che l’artista si era ritirato sull’Appennino per scrivere i pezzi del suo prossimo progetto. L’artista milanese torna ora con il nuovo singolo Come se, che è un altro brano palesemente e classicamente cantautorale, suonato principalmente nello stile chitarra e voce. Ma se la formula è semplice e già collaudata, Martin Hesta la applica veramente bene facendola suonare ancora una volta fresca e attuale. Piace l’interpretazione appassionata senza strafare, e anche l’arrangiamento con la doppia chitarra ad arricchire la sonorità del brano, che di per sé è la classica canzone triste da fine di una storia: “un quadro intimo di una coppia che si è persa nel vortice dell’abitudine, portando la storia alla perdita di contatto emotivo, nonostante gli incontri quotidiani sotto lo stesso tetto”.
Milanosport – Sushi
Nuovo singolo per i Milanosport, freschi di firma con Factory Flaws con la quale avevano pubblicato poche settimane fa il singolo Something Is Not Right. La loro Sushi è un brano di stampo simil post-punk ma in maniera più leggerina, un po’ come fanno i Dry Cleaning a livello musicale. I Milanosport peraltro nel brano cantano in inglese usando termini italiani pronunciati come un inglese che si sforza di pronunciarli nella maniera più italiana possibile, che a ben pensarci fa un po’ ridere visto che i Milanosport sono italiani, ma che a orecchie straniere suonerà invece benissimo e anche un po’ sensuale, secondo lo stereotipo. Forse un brano un po’ frivolo se vogliamo trovargli un difetto, ma che suona comunque bene e in un modo che in Italia fanno davvero in pochi nonostante gli ampi spazi che questo genere ha trovato all’estero in questi anni.
Moscatelli – Vecchi ricordi
Strana proposta quella di Moscatelli con la sua Vecchi ricordi, brano che dà anche il titolo al suo EP d’esordio da poco uscito. Il brano ha da una parte un cantato abbastanza vicino alla tradizione cantautorale classica italiana, e dall’altra un sound che si posiziona fra l’indie rock lo fi e l’emo DIY (ci vengono in mente certe tracce dai primissimi lavori dei La Dispute, tipo Andria). Quest’abbinamento non suona affatto male, quantomeno per noi che dell’emo siamo amanti; la canzone potrebbe forse suonare poco prodotta o levigata per gli standard moderni, ma noi crediamo che quello di Moscatelli sia un sound abbastanza inedito per l’Italia e sicuramente meritevole di essere ascoltato.
Negan – La parte del cattivo
Da quel poco che so di The Walking Dead ricordo che uno degli antagonisti si chiama Negan, ma non ricordo molto altro oltre a una mazza da baseball spinata. Negan è anche il nome della rock band veronese che presenta La parte del cattivo, nuovo singolo che, fuori da ogni aspettativa, è una ballata non docile ma quasi confortante. Da qui il mio collegamento un po’ causale con il generico cattivo di un fumetto o villain, un archetipo in un qualche modo ripreso da questa canzone che qui trova la forza di chiedere perdono. Una produzione curata, per un brano pop rock che sa trasmettere tutto il sentimento dietro una scrittura che palesemente non è stato un processo facile.
Onavi – Zombi in vacanza
Onavi ci parla degli Zombi in vacanza, ovvero tutti quelli che vanno al mare per le canoniche vacanze estive dopo 11 mesi passati chiusi in ufficio. In maniera un po’ telefonata, il brano per il ritornello riprende parole e melodia di Stessa spiaggia, stesso mare, aggiungendo un sound fresco ed estivo, con una chitarrina leggera molto da spiaggia e ritmi velatamente reggaeton. Lo diciamo sinceramente, non siamo fan di questo tipo di musica e quindi inevitabilmente nemmeno di questa canzone, che ci pare poco originale e neppure troppo fluida nelle strofe, ma del resto è un brano nato come “hit estiva” (prendetelo con le pinze) e non ha certo velleità di grande merito artistico.
Samuele Cyma – Emorragie
L’immaginario si fa più scuro e astratto, nell’artwork si intravvede qualcosa che sembra carne ferita ricoperta forse da uno strato di ghiaccio. L’artista romano Samuele Cyma torna con un brano forse meno facile della precedente Clorofilla, le coordinate sono le stesse fra emo, post-rock ed elettronica quasi ambientale, ma qui l’intensità e la “visceralità” del brano sono palesi. È piena estate, fa caldissimo e siamo tutti esausti ed è in un qualche modo importante andare oltre lo strato di ghiaccio di una persona che si apre davvero con noi, in un mondo in cui spesso la sincerità assoluta e senza compromessi non conviene. Toccante.
Segui la nostra playlist Italian Selection su Spotify, con la nostra selezione delle canzoni più interessanti uscite in Italia negli ultimi mesi!
Per leggere le precedenti recensioni dei singoli italiani clicca qui.