Antartica, Marrano, Alemoa: le recensioni dei singoli italiani

Antartica band
Antartica – Flower power

Gli Antartica sono una delle giovani band che ci fanno prendere meglio nell’ambito alternative, con il loro mix fresco, estivo e pieno di voglia di vivere di pop e pop punk. A luglio avevano pubblicato il loro primo EP Risposte sincere, domande sbagliate, che (spoilerone!) a breve vedrete comparire in alcune delle classifiche di fine anno dei nostri redattori; adesso ci regalano il primo brano inedito da allora. Si chiama Flower power ed è ovviamente una canzone allegra, upbeat e super fresh, come si può anche intuire dalla copertina coloratissima. Il testo a dire il vero, come già nel caso di altri singoli degli Antartica, si muove fra rime catchy e riflessioni più profonde e personali sullo stare al mondo e sull’inquietudine degli anni giovanili, ma insomma, il sound sbarluccicoso la fa diventare immediatamente una hit da saltellare. È un pezzo nato dopo la visione del documentario di Netflix su Woodstock ’99, “partito con così buone intenzioni e finito tra fuoco e distruzione; parla di come noi arriviamo a distorcere le persone nonostante partiamo con le migliori intenzioni”, e anche se la pseudo-rima “flower power / fra le pare” ci fa un po’ storcere il naso, non possiamo che farci contagiare dalla carica del pezzo, molto più tirato e pop punk di buona parte dei brani degli Antartica so far. Siamo curiosi di vedere come la trasporranno dal vivo.

Uganda – Bunker

A distanza di un anno dalla sua uscita ufficiale come singolo, ecco che arriva anche il video di Bunker, brano degli Uganda, band che avevamo già conosciuto alcune settimane fa con il suo singolo Non so perché. La band per il proprio singolo ha scelto un videoclip disegnato che racconta la fuga in mare, alla ricerca del nostro posto sicuro, lontano dal mondo. Le parole del brano si sono trasformate in immagine grazie a Daniela Bruschi, la disegnatrice.

“Bunker è una canzone autobiografica alla riscossa; quando le cose ti sono avverse ti rifugi sotto il mare, in profondità, è li che dentro il tuo scafandro in totale solitudine mediti. Pensi a come passare al contrattacco, ripensi alle tue ossessioni e agli errori da non ripetere. Il casco pesante e solido è simbolo di questo brano e il polpo-palombaro è il protagonista di una simpatica storiella dove il desiderio di riscatto si trasforma in una serie di sventurati episodi in cui il personaggio s’imbatte. La sua malasorte finisce per coinvolgere anche il suo compagno di viaggio che alla fine cerca di rifugiarsi nel solito bunker sotto il mare.”

Le Villette – Alla fine siamo tutti amici

“Alla fine siamo tutti amici”, ci dice Le Villette nel titolo (che è anche la prima frase del testo, come nelle poesie) del suo nuovo singolo uscito per Fragola Dischi. Il pezzo viaggia su binari prevalentemente indie pop, anche se si discosta dalla massa del genere per un utilizzo creativo del synth, che va a formare sonorità alogene e un pochino sognanti, per un brano dalle atmosfere notturne ma non certo buie o tetre. Si tratta naturalmente di una riflessione sull’amicizia, ma che si fa anche più in generale pensiero sulla nostra condizione d’esistenza nel mondo, mentre Fabio (questo il nome di Le Villette) intona il proprio testo con voce raccolta e venata da un certo grado di malinconia.

Alemoa – Finestre

Ci siamo imbattuti negli Alemoa una piovosa sera di inizio ottobre al Wishlist Club di Roma, dove eravamo in trasferta per vedere i Radura insieme ai tour-mates spagnoli Altair; ci avevano davvero impressionato per il tiro che dimostravano dal vivo nonostante la band fosse di recente formazione, e anche per la bravura del cantante. La band ora ci presenta Finestre, che è soltanto il suo terzo singolo. Si tratta di un brano che sarebbe potuto uscire su qualche disco pubblicato da Topshelf Records o Run for Cover Records tra il 2009 e il 2016, con le sue sonorità math rock decisamente influenzate dall’emo Midwest (che del resto è di per sé sù per giù una rivisitazione in chiave math dell’emo). Bellissimo il giro di chitarra che guida tutto il brano, e ci piacciono parecchio anche i vocals che sanno esprimere sentimenti ed emozioni forti pur senza risultare eccessivamente carichi di pathos; la ciliegina sulla torta sono i gang vocals sul finale, forse l’elemento più emo dell’intero brano. Se la scena italiana è morta attorno al 2019, gli Alemoa sono tra le band che possono provare a resuscitarla.

Alfonso Cheng – Fino a Pagani

C’è chi si è fermato a Eboli, e chi è arrivato “fino a Pagani”. Questo il titolo del nuovo brano proposto da Alfonso Cheng, poliedrico artista che già avevamo conosciuto con il precedente singolo Piccola miss, e prima ancora con la sua band Lamecca che ha pubblicato uno dei dischi italiani più interessanti e convincenti dell’anno. Nel suo progetto solista Alfonso Cheng seguenti correnti vicine all’hyperpop anche se declinato in una dimensione tutta personale, frenetica senz’altro come buona parte del filone hyperpop ma in parte anche influenzata dal rock e dall’emo. È così anche in Fino a Pagani, brano tra il cantato e il cantato male (quel “cantato male” che però è cantato male apposta per dare l’effetto di pathos, un po’ come nell’emo Midwest); in collaborazione con Egirl Death, Alfonso Cheng ci offre un nuovo brano cortissimo e piuttosto folle, senza un apparente filo logico se non la voglia di fare casino, sperimentare e divertirsi.

Ambra Di Marte – Non mi dire di no

Torna l’eclettica Ambra Di Marte con un brano che racconta l’amore in un modo delicato e alternativo, il senso di gratitudine che si prova a scoprire di avere qualcuno accanto su cui si può contare, la dolcezza del senso di calma che può infondere uno sguardo. Racconta l’importanza anche di un silenzio se in ascolto dell’altro. Artista poliedrica e dalle influenze stratificate, Ambra Di Marte si impone nella scena del cantautorato underground con un nuovo brano dedicato a tutti gli ultimi romantici. Non mi dire di no è una lotta interiore, è un viaggio dentro sonorità nordiche, un violino romantico, con un calore incredibile che sa di casa. Ascoltate questo brano e fatelo vostro, perché potrebbe essere la colonna sonora delle vostre vacanze natalizie, soprattutto se vi piacciono le macchine solitarie. Fatevi guardare, fatevi amare.

Anton Sconosciuto – Day of Sun

Ascolto Day of Sun in una Milano grigia e piovosa e capisco bene Anton Sconosciuto che mi parla dell’energia inaspettata che può lasciarti qualche timido raggio di sole al momento giusto. La canzone non è fra le più solari ma non è mai fredda, anzi il suo andamento lento ha qualcosa di confortevole e arriva quasi a ipnotizzare per l’intimità con cui Anton si approccia. Con questo secondo singolo il progetto si conferma di qualità e conferma una direzione assolutamente non italiana (cosa che potrebbe non aiutarlo ma che noi apprezziamo).

Cenere – Chi lo decide chi siamo?

Chi lo decide chi siamo? È la domanda che sta alla base dell’omonimo brano dei Cenere, una canzone in cui la band riflette sulle differenze di genere che ci vengono imposte dalla società fin dalla primissima infanzia (ad esempio i giochi delle bambole e degli oggetti della cucina per le bambine e i giochi di auto e moto, poliziotti e militari per i bambini). Uno spunto interessante quindi, e anche particolarmente condivisibile -almeno a nostro modo di vedere- che viene inserito nell’ambito di un brano dal piglio punk rock, veloce e divertente. Il pezzo è ballabile e il cantato sù di giri, anche se le linee vocali sembrano a volte quelle di un qualche jingle pubblicitario, e francamente non siamo convinti che questa sia del tutto una cosa positiva per una canzone.

Danil Dee – Easy

Finalmente una bella proposta EDM internazionale ma che viene dai patri confini. Ce la presenta Danil Dee con la sua Easy, che non per nulla è cantata in inglese (anche perché sfido io a fare un brano con sonorità del genere e cantarlo in italiano). È un brano che nasce “in un periodo difficile della mia vita, che mi ha portato a riflettere su quanto possa essere difficile amare”, racconta Danil stesso, e suona un po’ come uno di quei pezzi che passavano tanto su Discoradio attorno al 2010 -e che in realtà passano ancora adesso perché i brani in rotazione su quella radio non sono mai cambiati in dieci anni. Ritmo pestato, synth in primo piano e una voce un po’ standard ma assolutamente in sintonia con le sonorità ballabili del brano. Non sappiamo più cosa si balli nelle discoteche nel 2022, ma crediamo che questo debba essere quello che dovrebbe uscire dalle casse.

Darte – Ma stavolta no

A qualche mese da Precipitiamo, riecco Darte con il suo nuovo singolo Ma stavolta no. L’artista di Aurora Dischi racconta “quanto sia difficile riuscire a buttare il cuore oltre l’ostacolo e lasciarsi dietro le delusioni d’amore”; un tema sicuramente non inedito né troppo originale ma che inevitabilmente sarà sempre oggetto di nuovi brani in quanto rappresenta una di quelle situazione che accomunano praticamente la totalità del genere umano, e che aiutano a rendere immortali le canzoni stesse -nel senso che questo brano ascoltato fra 15 anni suonerà ancora attuale, se parlasse di TikTok chi lo sa. Musicalmente è un pezzo indie pop suonato, piuttosto nella media del genere senza particolari acuti ma comunque pensato e sviluppato bene e da mani sapienti (nello specifico, quelle di Alessandro Landini e Marco Ravelli).

Dinne – Solo3fake

Debutto per Dinne, artista che si presenta come “umano fuori, alieno dentro” e che non a caso si dichiara grande fan dei Blink-182. Una copertina molto pop punk ci introduce all’ascolto di Solo3fake, che si inserisce a pieno titolo nel nuovo filone del genere che mescola le influenze classiche del pop punk anni 2000 a quelle derivate dal mondo urban e hip hop, specialmente nel cantato. Sonorità che in Italia sono state riportate in primis dalla Sad, che ci sentiamo di dire appartenere pressappoco allo stesso concept che spinge Dinne su questo brano, compreso il testo da sad boi -magari con qualche cliché ma che su questi sound ci sta benone, va detto. La forza di Solo3fake sta nel suo ritornello uscito parecchio bene: è accattivante, resta in testa e si può anche canticchiare abbastanza facilmente, che poi è tutto quello che si possa chiedere a un ritornello. Nel complesso niente male come singolo d’esordio.

Eliseo – Sollevami

Dopo l’esordio come Eliseo con il singolo Trovati/persi di febbraio, l’artista campano torna a farsi sentire con questa nuova canzone intitolata Sollevami, ovvero “il racconto in prima persona della resa dei conti di una relazione frivola”. L’artista sceglie un sound essenzialmente pop, con un certo undertone R&B che si nota soprattutto nelle strofe. Il ritornello è molto orecchiabile e immediato, anche se forse non imprime veramente un cambio di passo netto al brano; l’impressione, anche per via del cantato piuttosto trattenuto e impassibile di Eliseo, è che Sollevami sia un brano che rimane un pochino lì, gradevole all’ascolto ma non davvero in grado di fare la differenza.

Gara2 – Cerimonia

La cosa che stupisce a un primo ascolto di Cerimonia è la naturalezza con cui i testi dipingono un dialogo realistico e come questo ben si abbini alle sonorità a suo modo crude, minimali ma sempre emotive del brano. Una chitarra elettrica centrale riverbera oscura e viene bilanciata dalle batterie sintetiche di Fight Pausa che donano al singolo una freschezza particolare. GARA2 è il nuovo progetto (al terzo singolo) di Michael Furey, viso familiare per chi bazzica i concerti emo-punk in Italia, e a questo punto profilo da tenere d’occhio se cercate nuovi spunti in un genere spesso stantio.

Goodbye Neverland! – Cuori in affitto

Le urla scomposte che introducono al nuovo singolo dei Goodbye Neverland! sembrano una dichiarazione di poetica: la volontà è quella di introdurre a certo clima scanzonato tipico del pop punk (anche se il testo di goliardico ha poco, ne è spia il titolo a metà tra romanzo Harmony e brano emo). La canzone è generic quanto basta per piacere ai nostalgici della vecchia scuola (chi scrive incluso) e musicalmente guarda ai migliori prodotti internazionali del vecchio easycore, quando andavano di moda breakdown e gang vocals; si torna in casa italiana, invece, per quanto riguarda il testo adolescenziale, supportato da una voce che ha il piglio dei Finley nei primi Duemila. Sul finale si affaccia anche un po’ di elettronica, sinceramente risparmiabile. Non è nulla di originale, ma si fa ascoltare volentieri ed è certamente una soluzione migliore della nuova wave emo/trap. [Simone De Lorenzi]

Iceberg – Bates Motel

Bates Motel è il titolo del nuovo singolo di Giovanni Licandro, in arte Iceberg. Quello che nell’immaginario di Hitchcock era teatro di lugubri segreti ed efferati delitti viene qui reinterpretato dall’artista catanese per diventare il rifugio ideale per consumare un amore segreto. Il pezzo risulta orecchiabile, con un sound che è estremamente moderno pur affondando le sue radici nell’universo musicale degli anni Ottanta. Una patina lievemente malinconica permea il brano, come quella che ci accompagna nelle nottate solitarie, quelle in cui anche l’insegna di uno squallido motel sperduto nel nulla diventa un piacevole miraggio.

Marika – Sulle spine

Di ritorno anche la cantautrice Marika con Sulle spine. Come dice il titolo, il brano parla di attese, di situazioni in cui si sta talmente sulle spine, che quel per sempre di cui tutti parlano, che a parer mio non esiste, diventa talmente consistente da diventare quasi reale, eterno. Come al solito vediamo al lavoro molti artisti, che tra una session e l’altra mi hanno aiutato a realizzare un altro viaggio, questa volta accompagnato anche da un progetto visivo parallelo all’uscita della canzone. Mondi urban che si scontrano con il cantautorato, Madame che si fa dark. Marika diventa la paladina di tutti noi che balliamo su brani tristi, che ci lamentiamo di cose assurde, e che viviamo sulle spine, pensando costantemente che tutte le cose belle stiano per finire.

Marrano – Bruciare

Abbiamo un debole per i Marrano. Nel rock alternativo in Italia ci sono davvero poche band spinte, cariche, aggressive ma anche capaci di esprimere melodie accattivanti e trascinanti come quelle che suona il trio riminese. Appena reduci dall’apertura a uno dei concerti di fine anno dei Ministri (il cui cantante Divi è del resto il produttore della band), i Marrano concludono un 2022 che li ha visti pubblicare singoli pazzeschi quali Ekomostro e Poveri diavoli con un ultimo brano intitolato Bruciare. Leggermente meno dirompente di Ekomostro ma più tirata di Poveri diavoli -specialmente nel ritornello urgente e incalzante- Bruciare sembra un ottimo pezzo per tenerci col fiato sospeso in vista di quello che ci auspichiamo sarà un nuovo lavoro in uscita prossimamente, e ci conferma nella nostra idea che se i Taking Back Sunday fossero italiani suonerebbero come i Marrano.

Mathela – Ness’uno

Con un fastidiosissimo apostrofo tra “ness” e “uno”, si ripresentano i Mathela che avevamo conosciuto e apprezzato con i precedenti singoli Confusione e Mai più. Dobbiamo constatare come la band in questo periodo abbia cambiato voce, passando dai vocals femminili dei precedenti brani a quelli maschili di Emil; è un cambio che ci dispiace, perché il cantato era uno degli elementi che maggiormente avevamo apprezzato della band fin qui, ma ci dà anche l’opportunità di scoprire una voce altrettanto potente e meritevole, perfetta per un gruppo prettamente rock come sono i Mathela. Ness’uno è un brano rock nel senso più tradizionale del termine, anche nella sua accezione italiana. Ha un bel ritornello intenso che sprigiona energia, per un brano che “usando la metafora della nascita e della rinascita, parla dell’abbandono del falso ego e l’esaltazione del vero legame con noi stessi che ci permette di capire a pieno la realtà in cui siamo, chiamata vita”. Sperando che il loro prossimo singolo non si chiami “Qualc’uno”. 😉

Millepiani – Krakatoa

Due anni dopo l’uscita del suo album d’esordio Eclissi e Albedo, il cantautore Millepiani ritorna con un brano intitolato Krakatoa, che è esotico a dire il vero più nel titolo -un richiamo al famoso-famigerato vulcano indonesiano, considerato uno dei più pericolosi al mondo- e in qualche passaggio del testo che nelle sonorità. Siamo infatti in presenza di una tranquilla canzone pop alla chitarra acustica, con un ritornello appena più upbeat ed elettrico ma che sembra un po’ troppo trattenuto per lasciare davvero il segno. Se il brano in sé rischia di passare un po’ sotto traccia, va anche detto che ci sono elementi da apprezzare nello stile di Millepiani, a partire dagli echi di un Franco Battiato che ci pare di rimarcare specialmente nel cantato e nelle linee vocali scelte dall’artista… con le dovute differenze, beninteso. Un artista che probabilmente deve ancora sgrezzarsi appieno ma che potrebbe regalarci qualche sorpresa se saprà crescere musicalmente, magari anche guidato da qualche mano esperta.

Shadouone – Scusa ma

Conclude l’anno in bellezza -ovvero con un singolo- Shadouone, il cui 2022 è stato segnato dai brani Glitter e T-rip. Il nuovo pezzo della misteriosa artista si intitola Scusa ma, ed è un pezzo magari meno estroverso rispetto a molte delle precedenti proposte a cui ci aveva abituati Shadouone, ma che lascia ugualmente il segno grazie all’intensità emotiva che la canzone riesce a trasmettere -unita all’anima fondamentalmente pop che rende il tutto decisamente accessibile. È un brano che parla della “paura che ricapiti qualcosa di brutto; quella che fa scappare nonostante c’è tanto in comune, nonostante ci piacciono le stesse cose”.


Segui la nostra playlist Italian Selection su Spotify, con la nostra selezione delle canzoni più interessanti uscite in Italia negli ultimi mesi!

Per leggere le precedenti recensioni dei singoli italiani clicca qui.

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *