Effetti, Strati, Colonne: le recensioni dei singoli italiani

Effetti band
Effetti – Noi

A soli due mesi da Solito posto gli Effetti ci regalano un’altra canzone introspettiva con questa Noi, abbandonando con maggior decisione le soluzioni più facili e leggere dell’indie, e danno vita a quello che finora è il loro brano più intimo, dedicato “a tutte le persone che non hanno ancora trovato la forza di mostrarsi per quello che sono”. Rispetto agli scorsi lavori a prendere il sopravvento è la voce femminile, che con parole semplici e dirette si rivolge alla sua lei; canta di rabbia, sconforto e delusione nel rinfacciarle che ai suoi “parla ancora di un lui“, fingendo a sé stessa e agli altri. La base elettronica – dapprima minimale ma a tratti movimentata – concede il giusto spazio a questo sfogo e non risulta invadente rispetto alle parti cantate. [Simone De Lorenzi]

Alic’è – Just It

Ritroviamo, a un anno esatto di distanza dal loro ultimo singolo Sigarette, gli Alic’è, duo pugliese che avevamo già avuto modo di apprezzare con le varie uscite degli anni passati. Il nuovo brano si chiama Just It, che facendo il verso alla nota azienda di consegna del cibo a domicilio descrive “la storia di un rapporto ‘take away’, fatto di apparenze e non di sostanze, di promesse mai mantenute”, per concludere che “continueremo a ordinare super cene con un click, ma JUST IT l’amore vero e la verità a tante domande non potrà mai consegnarlo a casa”. Il brano si situa su un pop elettronico incalzante e dalle sonorità abbastanza minimali; il sound è convincente, anche se il testo presenta qualche inciampo, specialmente nelle strofe interamente costruite sulle rime baciate che a tratti appesantiscono il flow delle parole.

Allegramente Drammatica – Il primo trauma non si scorda mai

Chi si rivede! Allegramente Drammatica, una degli artisti con il nome più balzano dell’intera scena indipendente italiana, torna dopo un circa un anno e mezzo dal suo singolo Mani intrecciate per proporci questo brano con un titolo lungo (come piace a noi), Il primo trauma non si scorda mai. La canzone è esattamente quello che lascia intuire il nome d’arte di Tamara: un brano all’apparenza allegro e leggero ma che affronta un tema pesante e importante quale il bullismo, a cui l’artista è stata soggetta da piccola. “Voglio dire a quelle persone, se mai ascolteranno la mia canzone, che ho perdonato me stessa e spero che anche loro siano riuscit* a perdonare i ragazz* che erano”, spiega Allegramente Drammatica. Il brano ha un po’ della prima Arisa ed è sicuramente un pezzo che si ascolta molto volentieri pur dando spunti di riflessione se ci si sofferma un attimo ad ascoltare bene il testo.

Colonne – 08-10-21

Un nuovo debutto, l’ennesimo, per Andrea Daniele, già visto in passato come batterista di Sandglass e Sittingthesummerout ai tempi in cui in Italia esisteva una vibrante scena emo/pop punk underground, e poi più recentemente con il progetto semiacustico Cold Hands, Warm Hearts. La sua nuova avventura si chiama Colonne, e si tratta di un progetto solista, cosa che lo mette al riparo da scioglimenti a meno di non fare come Brendon Urie che ha fatto il breakup da sé stesso. Colonne è un nome che richiama palesemente, quantomeno per chi è cresciuto nel Milanese, quel fantastico luogo di ritrovo davanti a San Lorenzo, che è evidentemente stato un luogo importante anche per l’artista se se l’è scelto come nome d’arte. Il suo primo brano è intitolato 08-10-21, che da italiani tenderemmo a interpretare come 8 ottobre ma che in America non avrebbero dubbi a leggere come 10 agosto. Si tratta di un pezzo dove entrano palesemente le influenze emo che hanno costituito la base di ascolti dell’artista ma anche una certa influenza dell’indie nostrano degli ultimi anni, che spunta in qualche synth sbarazzino qua e là. Idealmente potrebbe essere una rivisitazione in chiave aggiornata e italiana di Secondhand Serenade o The Fray ma con velate ambizioni di Mi Ami.

Da Blonde – Sabato sera

Sono passati tre anni dall’uscita di Parlo ai cani, il primo album di Da Blonde. Un periodo di pausa, e ora l’artista è pronta a rimettersi in gioco con questo nuovo singolo intitolato Sabato sera. Si tratta di un singolo introspettivo, che prende un po’ dall’indie rock, dal rock alternativo, dal pop rock, che parla “di come ti senti di fronte a certe cose che non puoi cambiare, della voglia di sentirsi leggeri, della nostalgia di quando era più facile esserlo”. Le strofe fanno un pochino pensare allo stile di Giungla, artista che da queste parti piace parecchio, mentre il ritornello aumenta i giri del motore e il tiro delle chitarre: la verità è che Sabato sera è difficilmente incasellabile in uno o più generi, e quindi anche un pezzo di cui è estremamente difficile parlare. Meglio premere play.

Francesca Moretti – Loop

È passato poco meno di un anno da quando Francesca Moretti ci faceva ascoltare la sua Diamanti, e ora l’artista scommessa de La Clinica Dischi torna con un nuovo singolo intitolato Loop, titolo che magari è stato scelto come augurio che la gente possa ascoltarsi questo pezzo a ripetizione. Sicuramente si tratta di un brano che potrebbe essere fatto passare in loop dalle principali radio italiane, perché è una canzone pop piuttosto ritmata, con una produzione aggiornata e molto mainstream e le giuste sonorità che fanno il verso a quello che si può sentire accendendo una qualsiasi radio generalista del nostro Paese. Per noi troppo mainstream, ma auguriamo a Francesca di riuscire a sfondare.

Marco Bugatti – Amen

Ci aveva fatto scatenare con Fare casino, ora ci fa tirare il fiato e riflettere con il suo nuovo singolo Amen. Marco Bugatti, ex frontman dei Grenouille, torna a distanza di qualche mese con un pezzo che potrebbe considerarsi quasi agli antipodi del precedente: se quello era un pezzo rock allegro, festoso e spinto, questo è una ballad dalle influenze blues, molto più acustico e decisamente meno distorto. Quello che non cambia è però la capacità innata di Marco di scrivere melodie veramente memorabili, che ti entrano nella pelle e non riescono più a uscire dalla tua testa, e nel bene o nel male ti ritroverai a canticchiare questi ritornelli sotto la doccia, mentre guidi, al computer o mentre fai le attività più banali. Una dote rara, che Marco potrebbe anche mettere a frutto ponendosi al servizio di altri artisti che invece questa dote non ce l’hanno.

Millepiani – Un bagno di stelle

Nuovo singolo per il cantautore Millepiani, che avevamo avuto il piacere di intervistare alcuni mesi fa con l’uscita del singolo Krakatoa. La sua Un bagno di stelle è un brano da cantautorato classico, con chitarra e un po’ di synth che lo piazzano non lontanissimo dal concetto musicale cui si pensa quando viene in mente un artista come Battiato, anche se l’assolo di chitarra è più da concerto rock da stadio. I ritmi un po’ compassati del brano e il fatto che il cantautorato più indie sia passato di moda da qualche anno potrebbero mettere i bastoni fra le ruote a Millepiani, ma è anche giusto e coraggioso perseguire il proprio ideale e il proprio concetto di musica senza farsi condizionare troppo dalle leggi del mercato o dalla rincorsa a un successo che è sempre più effimero.

Strati – Oh bella

Secondo singolo per Strati, giovanissimo artista sotto l’ala di Aurora Dischi. La sua bella Oh bella è una canzone che racconta “il concludersi di una storia d’amore con tanti alti e bassi, un flusso di pensieri dopo una brutta serata”. Le sonorità sono quelle a cavallo fra il pop e l’urban (soprattutto nel cantato), quindi esattamente quello che funziona sul mercato discografico contemporaneo. La produzione è pulita e senza macchie, la canzone ha quindi tutte le potenzialità per fare bene sulle playlist di Spotify e potenzialmente su qualche radio attenta ai giovani artisti.

The Sun – Gioia piena

In occasione della recente intervista alla band, il frontman Francesco Lorenzi mi aveva anticipato che per l’estate sarebbe uscito un “pezzo reggae” e avevo temuto che i The Sun sarebbero diventati gli Ska-P italiani. Invece la deriva ska è scongiurata: Gioia piena non sconvolge più di tanto il loro solito stile, è un innocuo pezzo pop rock a cui vengono aggiunte trombe e sassofoni. La nuova canzone è stata pubblicata in concomitanza con l’edizione deluxe del loro ultimo disco Qualcosa di vero, disponibile solo in vinile. Va da sé che, coerente con il loro anticonformismo verso l’industria musicale, questa operazione non mira a confezionare una hit estiva: la sperimentazione corrisponde piuttosto al voler sfruttare la possibilità, “a questo punto della nostra vita” di fare “una canzone libera”. [Simone De Lorenzi]


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