DIG DEEP: Lambrini Girls, John-Allison Weiss, Ultra Q / I 3 brani che ci hanno colpiti questa settimana

Lambrini Girls
Foto di Bridie Florence

Lambrini Girls – White Van

Eravamo già stati spazzati via dalla furia combat punk delle Lambrini Girls con il precedente singolo Help Me, I’m Gay, ma il trio di Brighton riesce ad alzare ulteriormente l’asticella della rabbia da sfogare nel nuovo brano White Van. Dobbiamo dire che non si capisce molto del testo, ma si capisce benissimo che è cantato con un forte accento inglese. Comunque di base si tratta di un brano che se la prende con i molestatori da strada, simboleggiati dal furgoncino bianco con cui stereotipicamente seguono le loro prede, ma anche più in generale con la società che scarica la colpa sulle vittime delle molestie invece che sui molestatori. “Invece di dare la colpa a noi, magari dovremmo puntare il dito contro Terry che sta al volante col cazzo di fuori, e contro il sistema che ha favorito per anni il suo comportamento”, commentano le Lambrini Girls. Il sound di White Van è grezzo, veloce, sporco e furioso, proprio come il cantato di Phoebe Lunny, e l’urgenza della canzone è universale e contagiosa. Il loro EP d’esordio, You’re Welcome, uscirà il 19 maggio su Big Scary Monsters. Dovremmo forse aggiungere, come ultima cosa, che il Lambrini è una sorta di sidro fruttato molto venduto in Inghilterra -anche perché molto economico- e che un suo slogan pubblicitario di qualche anno fa recitava “Lambrini girls just wanna have fun”.

John-Allison Weiss – Tell Me to Go

Il nuovo album di John-Allison Weiss uscirà il 17 febbraio su Get Better Records, intitolato The Long Way. E in effetti è proprio una lunga strada quella che ha portato all’uscita di questo disco, se è vero che l’album precedente, il sottovalutato New Love, risale addirittura al 2015. Dal nuovo lavoro abbiamo già ascoltato alcuni singoli come Feels Like Hell e Different Now, e ora John-Allison Weiss ci dona anche questa Tell Me to Go, che però a differenza dei brani precedenti ci convince un po’ meno. Lo stile è sempre quello ormai decisamente riconoscibile dell’artista di stanza a Los Angeles, con il suo indie rock molto vicino al pop, ma a questo giro l’intero brano ci sembra mancare un po’ d’immaginazione e di creatività, specialmente per quanto riguarda il pattern delle chitarre e in generale della strumentazione, in particolare nelle strofe. Ma pure il ritornello se vogliamo è fin troppo ripetitivo, pronunciando solo la frase “tell me to go” N volte. Ci rifaremo con l’album.

Ultra Q – VR Sex

Avevamo parlato degli Ultra Q alcune settimane fa, in occasione del bel singolo I Watched Them Go. Con il nuovo singolo VR Sex, il gruppo in cui figura Jakob Armstrong (il figlio più giovane di Billie Joe) ci fa riconsiderare ogni nostra convinzione riguardo alla musica della band. Tutto quanto infatti, dal tono delle chitarre ai riff al modo di cantare alle melodie, suona particolarmente come un brano emo/pop punk della prima metà degli anni 2000; pensiamo a una canzone dalla tracklist di Three Cheers for Sweet Revenge dei My Chemical Romance o di I Am the Movie dei Motion City Soundtrack, giusto per fare un paio di nomi. Se I Watched Them Go era un singolo completamente realizzato al synth, questo è un brno interamente basato sulle chitarre, vecchio stile per così dire. E però una cosa i due pezzi ce l’hanno in comune: sono entrambi veramente fighi e lasciano intravvedere tutto il potenziale che questa band ha a disposizione. Il 9 giugno uscirà il loro primissimo album, My Guardian Angel, su Royal Mountain Records.


Gli altri brani usciti questa settimana:

Stand Atlantic – Kill[h]er: se vi sembra che le vostre band preferite ultimamente stiano pubblicando più musica del solito, è assolutamente così. Sono costrette a farlo perché altrimenti l’algoritmo di Spotify le bastona, gli fa sparire le tracce dalle playlist editoriali e algoritmiche e gli fa scendere il numero di ascoltatori mensili e quindi tutto l’hype che ormai è basato solo su quei numerini. E così, una valanga di nuove canzoni e nuova musica, spesso di qualità mediocre perché fatta di fretta, ma tanto il singolo ha una vita media di un paio di settimane, quindi sticazzi. Qui c’è il nuovo brano, assolutamente impalpabile e senza alcun tratto distintivo, uscito dalla catena di montaggio degli Stand Atlantic, che giusto sei mesi fa (quindi un’era geologica fa, misurata con l’unità di tempo di Spotify) pubblicavano il loro ultimo disco F.E.A.R., ormai già dimenticato come non esistesse nemmeno.

Real Friends – Six Feet: nuovo EP (There’s Nothing Worse Than Too Late, 24 febbraio per Pure Noise) per una delle band che hanno effettuato il cambio di vocalist più riuscito degli ultimi anni, come ha dimostrato l’EP Torn in Two. Il nuovo brano è forse un filo troppo generic pop punk per lasciare davvero il segno, ma è comunque un pezzo energico e scritto bene.

Hundred Reasons – So So Soon: tornati dopo circa quindici anni di pausa quasi totale, gli Hundred Reasons ci avevano convinto parecchio con il singolo The Old School Way, e lo fanno anche con questa nuova So So Soon, che si mantiene pressappoco sullo stesso sound del precedente brano: un alternative rock con influenze emo che pare un pochino uscito dal 2007 inglese.

Broadway Calls – Dead Before I Hit the Ground: nel 2020 i Broadway Calls avevano pubblicato il loro album Sad in the City, uscito dopo ben sette anni di silenzio dal bellissimo Comfort/Distraction. La band di reduci della scena pop punk fine ’00-inizio ’10 torna ora con questo singolo che ha delle bellissime sonorità e melodie, capaci di trasmettere tutta l’energia del punk e di catturare con tutta la catchiness del pop. Peccato per la qualità sonora da Nokia 3310.


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