DIG DEEP: Yellowcard, Katelyn Tarver / I 2 brani che ci hanno colpiti questa settimana

Yellowcard
Foto di Acacia Evans

Yellowcard – Childhood Eyes

Un anno fa più o meno in questo periodo gli Yellowcard tramavano qualcosa, che si è poi rivelato essere una reunion per suonare al Riot Fest di Chicago lo scorso settembre… poi lo Slam Dunk in Inghilterra lo scorso weekend, e ora c’è anche un nuovo EP in arrivo. Insomma, possiamo ufficialmente considerare gli Yellowcard di nuovo una band a tutti gli effetti, e già questo basterebbe per gioire. Quanto all’EP, si chiamerà Childhood Eyes e uscirà il 7 luglio su Equal Vision Records; qualcuno potrebbe giustamente osservare che sia un po’ pacco tornare e pubblicare soltanto un EP di cinque tracce, ma accontentiamoci: magari qualcosa di più consistente arriverà più avanti.

La prima canzone che sentiamo è la title track, ed è un brano che ci lascia un pochino spiazzati: è sicuramente il brano più vicino all’indie rock che gli Yellowcard abbiano mai pubblicato, non ha ovviamente nulla di pop punk (e a 45 anni suonati ci sta) ma nemmeno di quell’alternative rock che si era visto su Lights and Sounds o Lift a Sail o anche sul self-titled d’addio del 2016. La voglia di sperimentare in effetti gli Yellowcard non se la sono mai tolta, anche se spesso sono dovuti tornare sui propri passi perché è sempre coincisa con flop commerciali; stavolta però è diverso perché si tratta di un EP (che già di base ha meno aspettative di vendita) e poi di un EP di reunion, che lascerà i fan contenti anche a prescindere dal risultato effettivo.

A noi questo brano pare un po’ troppo leggerino e poco incisivo, manca di un ritornello forte che gli Yellowcard sanno scrivere, e ci dà anche un po’ fastidio il cantato nel pre-chorus che si interrompe bruscamente alla fine di ogni verso, però sarebbe ingiusto lamentarsi con la band fresa di ritorno, per cui diciamo “bentornati, ragazzi”!

Katelyn Tarver – Starting to Scare Me

A un annetto e mezzo dal suo ultimo album Subject to Change, sembra che Katelyn Tarver sia pronta per il suo prossimo capitolo: l’artista di Los Angeles ha infatti firmato con Nettwerk Records e ci fa ora ascoltare questo nuovo singolo intitolato Starting to Scare Me. La formula non è cambiata granché rispetto al passato: Katelyn ci offre una canzone tranquilla tra indie pop e indie rock, con una chitarra leggera a fare da sottofondo musicale e il cantato un po’ riflessivo, introverso e malinconico che tanto va di moda al momento. Brano grazioso ma che fatica a rimanere impresso.


Gli altri brani usciti questa settimana:

Claud – Wet // Crumbs: eravamo rimasti un po’ spiazzati da Every Fucking Time, il singolo con cui Claud aveva annunciato il suo nuovo album Supermodels (14 luglio, Saddest Factory), perché era una ballad lenta e un po’ soporifera. Con il doppio singolo Wet // Crumbs l’artista di Chicago da una parte si riporta leggermente più sul sound che avevamo sentito sul primo disco Super Monster, ovvero un indie rock / indie pop più frizzantino e leggero (questo avviene in Wet), e dall’altra raddoppia il sound da ballad acustica e involuta (questo in Crumbs). Resta il grande punto di domanda su come suonerà l’album intero; noi ci auguriamo che ci siano brani un po’ più movimentati.

Trophy Eyes – Life in Slow Motion: quarto singolo dal prossimo album Suicide and Sunshine (23 giugno, Hopeless Records), e possiamo ormai rassegnarci al fatto che nemmeno stavolta i Trophy Eyes riusciranno a ripetere -o quantomeno avvicinarsi- i fasti di Chemical Miracle. Anche questa nuova canzone è carina, scorre abbastanza piacevolmente, ha un bel testo e tutto quanto, ma poi fai partire Chlorine o Counting Sheep ed è davvero difficile mandar giù l’abisso fra quelle canzoni e le nuove. Nota di demerito poi per la produzione che toglie carica alla canzone e per la voce di John Floreani eccessivamente effettata, che viene quasi da chiedersi come suoni in realtà il cantante australiano.

King Nun – But We Live on the Beach: ci sono i Foo Fighters che dopo la morte del batterista hanno tremendamente annunciato un disco intitolato But Here We Are, e poi ci sono i King Nun che con più buon gusto hanno intitolato il loro nuovo singolo But We Live on the Beach, che si lega perfettamente anche alla stagione estiva in arrivo (del resto le cose mica si fanno per caso). La canzone è peraltro perfetta per l’estate perché ha dei bei riff aperti di chitarra, un ritornello accattivante, e si presta a essere ascoltata a tutto volume coi finestrini abbassati in autostrada. Il nuovo disco Lamb uscirà il 29 settembre su Marshall Records.


Tutti i nostri Dig Deep sono disponibili a questo link.

Segui e ascolta la nostra playlist Track of the Day su Spotify, con tutte le migliori tracce uscite nelle ultime settimane!

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *