Beatrice Pucci, Vintage Violence, Halflives: le recensioni dei singoli italiani

Beatrice Pucci
Foto di Daniele Rossi
Beatrice Pucci – Solo il tempo

La sua musica forse non è per tutti, perché è malinconica, lenta e minimale in un mondo dove le canzoni sono spesso scritte a tavolino usando la combinazione con la probabilità più alta di entrare in qualche playlist editoriale o in rotazioni radiofoniche blasonate. Però per chi ancora nella musica cerca emozioni e sonorità da cui lasciarsi cullare, magari anche a forza di ascolti ripetuti per scoprire sfumature, passaggi e dettagli che magari al primo ascolto non erano saltati all’orecchio, Beatrice Pucci è una gemma da custodire con gelosia. L’artista di Civitavecchia scrive, suona, registra e produce tutto da sé, e ascoltando i suoi brani è chiaro che non c’è nemmeno bisogno di aiuti esterni perché i pezzi sono perfetti già come sono. Ce lo dimostra Solo il tempo, assaggio di quello che sarà il primo album full length di Beatrice Pucci, Indietro, fuori il 14 aprile (lo scorso anno era uscito l’EP Le colline dell’argento, da recuperare assolutamente se non l’avete ascoltato). Le sonorità sono appena appena più articolate che sul primo EP, ma mantengono tutta l’essenzialità che è il vero punto di forza dell’artista in questo momento, perché permettono di lasciarsi trasportare dalla bella voce e dalla chitarra, con una batteria delicata a tenere il tempo. Negli Stati Uniti c’è tutto un filone di appassionati a questo tipo di musica un po’ alla Torres / Julien Baker / Angel Olsen e anche Beatrice Pucci troverebbe senz’altro il suo spazio importante; qui in Italia forse un po’ meno, ma con un po’ di pazienza e di costanza siamo sicuri che anche qui si possano raggiungere le persone che hanno la sensibilità giusta per apprezzare questi suoni.

Rejoyce/Rejoice – The Morning After

Qui abbiamo un progetto veramente figo, perché non si tratta solamente del nuovo singolo dei bravoni Rejoyce/Rejoice. Il trio romano, che lo scorso anno ha pubblicato il suo album d’esordio From Ghost to Ghost, ha scritto il nuovo brano The Morning After come colonna sonora di un romanzo emo. Il romanzo in questione si chiama Sweater Weather, ed è appena stato pubblicato da Michela Rognoni (lo trovate su Amazon “perché DIY or die”, dice l’autrice). È un romanzo dove si parla di band rock, di dischi da registrare in California, di una storia d’amore, e anche della faida per eccellenza del mondo dell’emo, ovvero quella tra Brand New e Taking Back Sunday. Insomma, se al liceo avevi il ciuffo è il libro per te (ma anche se non ce l’avevi, dai). Michela ha peraltro anche scritto il testo di questo brano, poi messo in musica dalle sapienti mani (emo) dei Rejoyce/Rejoice e accompagnato da un video che potrebbe essere stato girato da Nick Hornby e invece è anche questo un affare locale -ve lo lasciamo qui sotto invece del solito link a Spotify.

Secoli Morti – Sanguina

In arrivo il 7 aprile su Professional Punkers Sanguina, il terzo disco dei Secoli Morti, band formata da Mattia degli Skruigners con il giovanissimo figlio Edoardo alla batteria. Ad anticiparlo troviamo questo pezzo, che poi è la title track dell’album, un brano veloce e tirato in pieno stile hardcore punk, con una produzione parecchio pulita e cristallina che non possiamo che apprezzare, dato che fa sentire alla grande il suono di ogni strumento. Non sarà magari un sound particolarmente innovativo, ma quando sentiamo un cantato così deciso e potente, e un sound così diretto e travolgente non possiamo che farci prendere dall’energia della musica.

Vintage Violence – Il nuovo mare

Li avevamo lasciati lo scorso anno con il gran sold out al Bloom di Mezzago e l’uscita di Tema, inedito tratto dal loro best of Violenza primordiale per celebrare i 20 anni di carriera. Ritroviamo i Vintage Violence con un nuovo singolo, che ci dicono essere molto probabilmente l’unico brano che la band pubblicherà quest’anno. La canzone ha un’origine particolare: è stata scritta interamente a 2.000 sul livello del mare, per “pesare la natura del pensiero -e della scrittura che ne deriva- in un ambiente quanto più lontano dalla cattività in cui è solitamente immerso”, con buona pace di Wordsworth e delle sue emotions recollected in tranquillity. Si tratta di un brano molto corto con i suoi 2 minuti e 08 secondi, ma a questo la band ci ha decisamente abituati nel corso degli anni; ai primi ascolti dobbiamo ammettere che non eravamo convinti fino in fondo del pezzo in sé, soprattutto per quella frase “e se ne moriremo amen” ripetuta un’infinità di volte, però poi, maledizione, ci siamo ritrovati a canticchiarla un po’ ovunque: sotto la doccia, pedalando in bicicletta, al volante fermi a un semaforo, mandando mail di lavoro… e questo è di solito il segnale migliore e più veritiero di tutti del fatto che la canzone abbia fatto breccia nel cervello!

Elia Truschelli – Fortuna

Che Elia Truschelli abbia il piglio da cantautore ormai l’abbiamo capito dai suoi singoli precedenti come Un’altra luna e Punto e a capo. Le sonorità sono ovviamente confermate anche sul suo nuovo brano Fortuna, che però compie un ulteriore passo evolutivo: la voce strettamente cantautorale è infatti accompagnata da un sound più full band, tra cantautorato, musica leggera e punt(in)e di indie. Una traiettoria che sicuramente apprezziamo perché dà maggior vitalità al brano e mette anche più voglia di riascoltarselo, anche in situazione diverse da quella dell’ascolto attento e concentrato che serve per una recensione. Il pezzo è inteso dall’artista come “un omaggio a coloro che si sentono in questo modo [inferiori e mancanti di qualcosa], unito al malessere dovuto a vecchi sentimenti che portano via il sonno a notti dove gli altri, i migliori, fanno sogni promettenti”.

Febbre – Sottozero

Già conosciuto per il progetto Lamette, (Cri)Stian si rimette in gioco con un progetto solista denominato Febbre, sempre sotto l’egida di Aurora Dischi. Sottozero è il suo singolo d’esordio; un brano che “parla di una coppia di ragazzi con approcci differenti alla vita. Mentre il ragazzo affronta le sue paure come fossero una sfida da superare, la ragazza è limitata dalle sue ansie e dai suoi mostri che la rendono prigioniera di se stessa”. Rispetto all’approccio principalmente indie pop dei Lamette, su questo singolo Febbre sposta le sonorità molto più vicino a quelle pop punk attualmente in voga grazie ad artisti come Machine Gun Kelly e Mod Sun, o anche La Sad e Naska in Italia; in Sottozero non c’è l’elemento emo che caratterizza in parte questi ultimi due nomi (eccezion fatta per gli scacchi in copertina), in compenso si sente l’influsso urban che condividono tutti e quattro gli artisti, e se vogliamo pure i Lamette nei loro primi singoli ed EP. Brano veloce e upbeat, leggerino ma distorto quel tanto che basta per piacere alle persone che cercano una musica “alternativa” -che poi è esattamente quello che si poteva dire anche di band come i Blink o i New Found Glory a fine secolo scorso.

Francesco Lettieri – Diventare

A circa un anno e mezzo dall’ultimo singolo Inverno (Il momento è arrivato), Francesco Lettieri, già vincitore di Musicultura, di Music for Change e del Premio Bertoli, torna con un nuovo brano intitolato Diventare. La canzone, che “affronta il concetto della coscienza di sé. Attraverso trasformazione, evoluzione e cambiamento trova la sua massima espressione”, come dice l’artista stesso, è un brano di stampo chiaramente cantautorale ma mediato dalla lezione indie italiana; non quella “fastidiosa” stile itpop ma quella più raffinata e meno mainstream, con un arrangiamento degno di nota che aggiungendo degli archi conferisce una nota ancor più delicata e ricercata a un pezzo che in ogni caso funzionerebbe anche soltanto piano e voce.

Halflives – Everything Sucks!

A neanche due mesi dall’ultimo singolo Everybody Knows It, tornano già gli Halflives con un nuovo brano intitolato Everything Sucks! (il punto esclamativo fa parte del titolo, per rimarcare che le cose fanno veramente schifo). È un pezzo sicuramente molto poppeggiante seppur sempre nell’ambito rock alternativo nel quale si muove il progetto. Forse il ritornello è cantato in modo un po’ troppo quieto per un testo che dice “screw you, and you, and you too / everything sucks and it’s because of you”, che sembrano parole più adatte a essere urlate in modo liberatorio, però le melodie sono parecchio catchy, per cui il brano funziona lo stesso e avrebbe senz’altro un ottimo potenziale per rotazioni radiofoniche e playlist del genere.

PDF (Paolo Di Frenna) – Fragile mondo

Una tromba squillante ci introduce in Fragile mondo, il nuovo singolo di PDF (ha ha), l’ironico nome d’arte di Paolo Di Frenna. Il cantautore aveva pubblicato un disco nell’ormai lontano 2017, Ladro d’ossigeno, e torna ora con questo pezzo che ha delle chiare influenze jazzistiche. La tromba ovviamente, ma anche le sonorità rimandano a questo genere, così come a un approccio più chiaramente cantautorale che emana in primis dal cantato -a dire il vero un po’ troppo appassionato tale da risultare un filo eccessivo. Un singolo che insomma ci piace molto per la parte musicale ma che forse avrebbe beneficiato di un’interpretazione più delicata.

Protto – Hiroshima

Ordigni nucleari, antico Giappone e amori finiti male: con il secondo tassello di questo paradossale puzzle l’istrionico cantautore Protto mischia questi elementi lontani portando avanti una trasformazione radicale del progetto. Si presenta così con un inquietante face painting da Samurai di teatro Kabubi con cui presenta un singolo dalle sonorità più rock dei precedenti, con un ritornello che rimane in testa e un testo particolarmente collerico ma al suo solito molto curato.


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