Casemurate e Carati, Asteria, Casx: le recensioni dei singoli italiani

Casemurate e Carati – No Gang
Qui abbiamo due progetti che seguiamo sempre con interesse che hanno preso la bellissima decisione di fare un pezzo insieme. Casemurate, ovvero Francesco Galavotti, ex leader dei Cabrera e mente del progetto One Glass Eye; insieme all’amico Carati, ovvero Enzo Cappucci dei WEL / Why Everyone Left, con il nuovo singolo intitolato No Gang (un nome molto pop punk if you ask us). Casemurate aveva pubblicato il suo ultimo singolo, Trappole, lo scorso 18 marzo, mentre per Carati si tratta della prima canzone dal lontano 2020, quando erano usciti i singoli Tre maggio e Pieno. Fuori per l’etichetta V4V, è una canzone che ormai possiamo definire “in stile Casemurate”, con le sue sonorità urban emo (se esiste come espressione) e una chitarra emo rap a fare da base per il cantato dei due artisti, di cui si può notare la bella contrapposizione: più meditabondi e chiusi in sé stessi i vocals di Casemurate, più aperti e trascinanti quelli di Carati. Più collaborazioni sincere tra artisti affini, meno feat. a solo uso e consumo dell’algoritmo di Spotify.
Alessandro Forte – Karma
Alessandro Forte torna dopo un 2021 di pausa discografica con il nuovo singolo Karma. Lui si presenta come “emo popstar”, e la canzone ha in effetti quel sound pop punk con qualche (vaga) reminiscenza emo 2000s che va tanto di moda oggigiorno fra i giovani che si identificano in una sottocultura alternativa, ma senza sconfinare troppo nelle contaminazioni con il mondo hip hop e trap che Machine Gun Kelly e i suoi emuli ci propinano a ripetizione. È un brano veloce fatto per saltellare durante i concerti, che ha alcuni pregi (l’immediatezza del sound, un ritornello piuttosto catchy, il testo con riferimenti vari a vene da tagliare, alcolici, heartbreak e presammale varia che sono sempre ottimi ingredienti per un brano emo) e anche alcuni difetti: i vocals ad esempio sarebbero potuti essere lavorati leggermente meglio magari con qualche effetto in più, che in questo genere ci sta sempre bene, e forse abbassati un filino nel mix; gli strumenti suonano un po’ troppo ovattati mentre dovrebbero dare molta più spinta e carica al pezzo. Nel complesso è un buon singolo, che potrebbe senz’altro fare bene presso il pubblico che ha voglia di sentire le chitarre, ma che rischia di essere limitato da qualche imperfezione tecnica.
Anna Soares – Anesthetize
Torna l’enigmatica songwriter e producer di stanza a Milano. Dopo la pubblicazione del suo disco d’esordio, Anna Soares torna con un brano che respira, per l’appunto, e alterna aperture ambient con field recording e campionamenti dalla natura, con le atmosfere claustrofobiche proprie della musica garage di matrice britannica. Una musica che trasuda sesso e desiderio, turbamenti e tanta oscurità a cui affidarsi. Anna è attualmente impegnata nella creazione di video divulgativi sulla sex positivity nei quali si affianca a scrittori, psicoterapeuti, coach ed educatori sessuali per portare alla luce tematiche che rappresentano ancora dei tabù. La sua musica non è solo musica, e si porta dietro veramente tanto di tutto questo. Da non perdere.
Asteria – Domopak
Ha un solo singolo all’attivo Asteria (Ancora, uscito a giugno), ma si è già fatta notare nell’ambito della scena pop emergente. La giovane artista, vero nome Anita Ferrari, torna ora con il proprio secondo brano, questa Domopak, fuori per Double Trouble Club/Island Records. È un pezzo synthpop sù di giri e ritmato, che dà l’idea di essere stato pensato per ballare duro nei dancefloor dei club, ma che fa anche pensare di trovarsi a un concerto rock (prendetela con le pinze come parola, eh) perché i bassi su cui il brano si appoggia ricordano un po’ le chitarre di qualche rock band da stadio. Certo, stiamo parlando di un singolo che è stato concepito come canzone da sputare dentro gli ingranaggi del mainstream e lo si capisce da ogni singola nota, ma il sound resta molto gradevole e fresco, e piace molto la similitudine da cui ha origine il titolo, quella del “cielo come Domopak”, per un testo che vuole “raccontare quella sensazione di asfissia che non ti lascia spazio, che ti rende spettatore della tua vita”.
Calma, Ora – Agaze
I Calma, Ora sono un progetto nuovissimo di questo 2022, ma si stanno già dando parecchio da fare: ad agosto è uscito il loro primo EP Shapeless Form of Clouds, e ora c’è anche un nuovo singolo intitolato Agaze. Il duo dice di ispirarsi a band come Turnover, Pinegrove e The 1975; in questa canzone sentiamo sicuramente i primi due, un po’ meno i 1975. Si tratta infatti di un pezzo dal mood chill e con molto riverbero, non fatto per avere il ritornello catchy di presa immediata o il synth ruffiano che ti resta in testa, ma più per fissare un’atmosfera violacea da riva del mare in bassa stagione, magari col cielo un po’ coperto. In questo i Calma, Ora riescono benissimo su Agaze; il passo in più potrebbe essere quello di provare ad affinare le melodie per arrivare a quel punto dove la canzone resta anche nella memoria e magari invogli anche a canticchiarla.
Casx – Seminterrati
Ecco l’inizio di Casx, o anche uno degli esordi più interessanti dell’ultimo periodo. Alter ego di Arianna Puccio, quello di Casx (si pronuncia Casper, come il fantasmino). Un nuovo inizio quindi per la scena underground di Milano, un nuovo capitolo che affonda e si stratifica di influenze dark e alternative e che parla a una generazione dimenticata: quella che ha vissuto Myspace e le band chiuse nei garage, quella esclusa dai bonus e quella che, di base, torna a casa ubriaca e non sa che cosa fare in futuro. Per chi è ancora un’anima emo dispersa per le vie di Milano, per chi è andato a vivere da solo e si sente tale, e per tutti gli altri che hanno gioito per il ritorno dei Verdena.
Elia Truschelli e Chiara Bolognani – Un’altra luna
Nuovo pezzo per Elia Truschelli, che avevamo conosciuto a inizio estate con il suo singolo Punto e a capo. Il nuovo brano che ci presenta si chiama Un’altra luna ed è cantato e scritto in collaborazione con Chiara Bolognani, cui sono affidati seconda strofa e ritornello, oltre a un bel duetto nel bridge. Si tratta anche in questo caso di un brano d’ispirazione cantautorale classica, ma si nota una certa dinamicità in più rispetto al brano precedente, sia grazie all’alternanza delle voci maschile e femminile, sia all’incorporamento di suoni più variegati nell’arrangiamento, fra cui una graziosa chitarra elettrica che si fa notare con garbo.
Francesco Cioffi – Bucarest
Una chitarra distorta ci fa pensare che Francesco Cioffi si sia buttato sul punk per il suo nuovo singolo. In realtà il brano si sviluppa poi su una direzione un pochino meno scatenata, attestandosi su un pop rock con decise influenze indie, che è comunque un discreto cambio di stile rispetto a quanto avevamo sentito sui suoi primi tre singoli -l’ultimo dei quali, Mutande, era uscito appena a luglio. Tutto sommato ci piace quasi più così, sarà che i nostri ascolti stanno tendenzialmente su lidi più ricchi di chitarre e distorsori. “Un giorno ho cercato su Google casi di violenza contro le donne, e fra troppi risultati ho aperto una storia che cominciava con Bucarest e con una data. Così ho scelto Bucarest come titolo di una canzone che stavo scrivendo, e che non parla di una donna che subisce una violenza ma di un uomo che le guarda il sedere piuttosto che guardarla negli occhi” -questo ciò che Francesco Cioffi ha spiegato a proposito del brano.
Gamaar – Nella mia testa
Un nuovo capitolo che ci accoglie alla fine dell’estate, offerto dal progetto della cantautrice Gabriella Diana, un brano che sa di quotidianità e di routine, di quanto una giornata possa diventare complessa, confusa e disordinata quando si soffre di disturbi come ansia e depressione: i primi pensieri che hai quando ti svegli la mattina, e che ti inseguono mentre bevi il caffè, ti lavi i denti, vai al lavoro; esprime l’incapacità di mettere ordine alla matassa nera che talvolta si crea in testa. Un brano dedicato a tutte le anime perse che della Lombardia amano la nebbia, la solitudine e l’oscurità estrema. Amerete Gamaar e vi ritroverete, inevitabilmente.
Houston – Black Jack
Dopo il suo singolo estivo Dirty, il giovane artista milanese Houston inaugura anche l’autunno con questa Black Jack, altro singolo dal titolo inglese ma che è in realtà cantato serenamente in italiano. Il brano parla di “vecchi ricordi di una serata inaspettata: un gioco di sguardi e un incontro fugace che fanno sorgere spontanee mille domande che, forse, non troveranno mai risposte”. Questa conclusione quasi filosofica è in realtà esplicata in un brano allegro e festaiolo, smaccatamente pop ma dal forte sound funky e un discreto uso di autotune per i vocals quasi-rappati. È un brano che vuole rincorrere il mainstream più che essere fatto per restare scolpito nel tempo, ma in questo ovviamente non c’è nulla di male.
Loredana Daniele – Sempre domenica
A tre anni dal suo ultimo singolo Senza permesso, Loredana Daniele torna con un nuovo brano intitolato Sempre domenica. Si tratta di un brano pop piuttosto intimo e raccolto, sicuramente elegante, ma che sa anche comunicare molta passione e vitalità potenziali; non è magari la canzone da mettere sù in palestra per sollevare qualche pesante manubrio, ma è un pezzo che sa farsi valere grazie alla sua chitarra pop che lo rende accattivante, e alla voce molto bella di Loredana che interpreta il testo con delicatezza. È indubbiamente un brano che rientra nella tradizione della musica leggera italiana, per sonorità, cantato e intenzioni, ma che sa anche porsi in una dimensione alternativa al mainstream, all’interno del cantautorato di nicchia ma di ampia qualità.
Outcast – Il primo giorno d’autunno
Outcast si mostra come un progetto da cameretta, intimo ed estremamente disturbante, perché sembra conoscerci troppo bene. Il primo giorno d’autunno è un ritorno tra elettro pop e lo fi, che ci immerge in un mood di malinconia e solitudine. Tutti almeno una volta nella vita abbiamo provato lo stesso sentimento di vuoto e di smarrimento, come quello di ritrovarci a settembre senza aver nulla da fare: il primo giorno d’autunno è un inno alla solitudine e al ricordo, grigio come una nuvolosa giornata autunnale. Questo brano è perfetto per ricreare quel mood da tè, Netflix e coperta. Siete già qui come Outcast?
Uno – Antidoto
Torna a distanza di mesi UNO, alter ego di Mohamed Sarhan, un ragazzo italo-egiziano di stanza a Roma. Atmosfere urban che si fanno complici della produzione di Giorgio Pesente (Iside) e Marco Ravelli (Pinguini Tattici Nucleari) e della voce vellutata di UNO. Uno brano per chi sta cercando la cura per salvarsi, per chi si ritrova, come sempre, a soffrire per amore. Se vi fanno male le strade, quelle che avete condiviso, e se avete voglia di respirare questo male catartico, questo è il brano per voi. Un brano che non convince in pieno e che non rimane in testa come dovrebbe, ma lascia comunque ben sperare in un album di debutto che invece ci terrà attaccati a Spotify.
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