GROOVE ON: Antonia Radulescu, Bromsen, Marlena. & more

Antonia Radulescu – Open Wound
Proposta dal sapore internazionale quella che ci arriva dalla Romania (a memoria, dovrebbe trattarsi del primo artista rumeno che compare su Booklet Magazine) con Open Wound, il nuovo singolo di Antonia Radulescu. Antonia è molto giovane con i suoi soli diciotto anni, ma ha già una voce decisa e conscia delle proprie capacità, e un songwriting sviluppato. Open Wound è un brano pop, se vogliamo anche piuttosto mainstream come sonorità; il mood è tendenzialmente malinconico e riflessivo, di quei brani da ascoltare quando ci si sta struggendo per qualche patimento d’amore, e la pronuncia inglese dell’artista è impeccabile. Le qualità ci sembrano esserci tutte per poter fare bene anche sui mercati internazionali.
Bromsen – We!
Synthpop che incontra il rock quello dei Bromsen sul loro nuovo singolo We! (titolo con il punto esclamativo, perché ci vuole sempre un po’ di entusiasmo quando si fanno le cose). Il duo tedesco mette insieme strofe più improntate sull’elettronica -con punte che ricordano un pochino gli Eurythmics- e un ritornello che lascia maggior spazio alle chitarre e che potrebbe anche venir fuori da qualche album di Mika. La canzone vuole essere una celebrazione del potere incrollabile dell’amicizia, e ci piace per il suo sound ballabile e catchy pur senza eccedere con i brillantini. Un brano che potrebbe stare nella colonna sonora di qualche FIFA.
Marlena. – Pink Lights
Altra proposta molto giovane, questa volta che ci arriva da Londra, dove Marlena. studia all’università. L’artista britannica potrebbe essere fatta rientrare nell’ambito del bedroom pop, nel senso che la sua Pink Lights ha un sound tra l’indie e il pop alla chitarra, piuttosto minimale, che suona esattamente come qualcosa che è nato tra le quattro pareti di una cameretta. I vocals di Marlena. sono vagamente asettici ed esplorano maggiormente le tonalità più basse che quelle alte, ma questo in parte contribuisce anche a differenziare lo stile dell’artista in un genere in cui spesso le voci toccano note più alte. Per il resto si tratta di un brano estremamente semplice, fondamentalmente chitarra e voce, ma anche questo è un punto di forza perché lascia intravvedere il potenziale di Marlena., che c’è ed è evidente.
Barry Muir – Home in a New York Minute
Barry Muir ci propone questo singolo intitolato Home in a New York Minute, tratto dal suo ultimo album In the Meantime, appena uscito. Si tratta di un brano dal sapore decisamente americano, che avvicina sonorità country e folk rock, con un cantato chiaro e limpido e un bel giro di chitarra, oltre ai cori vagamente gospel che aggiungono un tono magniloquente al pezzo. Il tema stesso del brano è strettamente legato alla terra a stelle e strisce, con il protagonista che si trova nel Texas -dove secondo il luogo comune la vita è più rilassata e tranquilla- ma rimpiange la sua Buffalo, città dalle parti di New York, nonostante il freddo e la vita più frenetica. Un po’ tipo un milanese che va in vacanza in Sicilia, diciamo.
Tag! – Dirt
Per questo brano sconfiniamo nel mondo dell’hyperpop, con un po’ di circospezione perché non ci sentiamo affatto nella nostra comfort zone. Il brano che ci propongono i Tag! però è fatto davvero bene e ha un che di catchy, per cui ci azzardiamo a includerlo in questa lista di brani meritevoli. Nel brano interviene anche Cmten, che ci dicono essere un artista piuttosto in voga all’interno di questa nicchia. La canzone è ovviamente cortissima, durando poco più di due minuti, ma è quel tanto che basta per sviluppare le due strofe e i due ritornelli che magari non avranno il sound che passa nelle radio, ma che combinano la frenesia dell’hyperpop con un approccio un pochino più tranquillo e quasi shoegaze alla musica: il risultato è un pezzo magari sperimentale, ma nient’affatto sgradevole all’ascolto.
Tutti gli episodi di Groove On sono disponibili a questo link.
I brani di cui parliamo sono raccolti nella playlist Get Your Groove On, che puoi ascoltare qui!