Silly Sam e WEL, Alfonso Cheng, Mecha Prjt: le recensioni dei singoli italiani

Silly Sam & WEL – Nora
Quella tra Silly Sam e WEL era una collaborazione quasi scontata visto il rapporto che si è stabilito negli ultimi tempi fra i due artisti. Il risultato si chiama Nora, secondo una tradizione molto fortunata di dare nomi di ragazze alle canzoni, ed è un brano di stampo prettamente pop punk in italiano, che parla di un’adolescenza turbolenta con qualche cliché di troppo (a partire dall’argomento già ampiamente sentito). Le chitarre sono chiaramente un omaggio alle sonorità classiche dei Blink, le voci di Silly Sam e di Enzo si combinano in modo molto fluido, per un pezzo veloce, fatto bene e accattivante che però non ci convince fino in fondo proprio perché sa di già visto.
Simon Cole – Il mio posto
Dopo svariati singoli di cui ci siamo occupati negli scorsi mesi, Simon Cole ha pubblicato il suo album d’esordio Panico (After Dark). Dal disco è tratto anche questo brano intitolato Il mio posto, in cui il rapper alessandrino unisce il cantato rappato delle strofe a una sensibilità decisamente pop evidente tanto nello strumentale (con un bel piano a dare armoniosità alla canzone e un beat a tenere pimpante il ritmo) quanto nei vocals del ritornello, più ariosi e melodici pur nella malinconia generale che permea la traccia. Un brano che avrebbe anche del potenziale radiofonico.
Varanasi – Lucy
Torna questa settimana il progetto Varanasi, che ci offre una sua versione della Lucy in the Sky with Diamonds con un bad trip, un tunnel oscuro tra alternative rock e post-punk che si prospetta essere un ottimo inizio, un nuovo inizio prima di un album. La lingua italiana attribuisce a questo progetto un ascolto straniante e particolarmente intenso, dal momento che non siamo abituati a sentire questi tunnel di oscurità e chitarre elettriche, affiancati a testi in italiano. Lucy, la musa ispiratrice di questo pezzo, è un demone oscuro per tutti i romantici con le magliette dei Joy Division che sono rimasti là fuori. Siamo molto curiosi di sentire altro di questo progetto che sembra esser rimasto sotterraneo dal 2019.
Alfonso Cheng feat. Visconti – Nocera by Night
Titolo tamarro quasi quanto Destination Calabria, un sound che unisce una chitarra emo/shoegaze a un cantato indie con synth da hyperpop. Questa in soldoni Nocera by Night, la nuova canzone di Alfonso Cheng in collaborazione con Visconti. L’artista, anche membro dei Lamecca, non mette tanti freni al proprio estro e alla bizzarria in questo pezzo che suona allo stesso tempo upbeat e malinconico, rock e discotecaro, mainstream e di nicchia. Se c’è da uscire dai solchi tradizionali della musica nostrana, questo ci sembra il modo migliore per farlo.
Angela Iris – Koala
Altro singolo in questo 2023 per Angela Iris, che ci presenta la sua Koala con la collaborazione di Harley e Obi alla produzione. Il brano ha un chiaro piglio R’n’B sul quale la voce calda dell’artista si innesta con tanto delicatezza quanta decisione, scovando quel giusto bilanciamento fra i due approcci. Non si tratta magari di un brano iper catchy, di quelli che restano in testa fin dal primo ascolto, ma è sicuramente un brano orecchiabile e facile all’ascolto, grazie anche agli arrangiamenti semplici che lasciano ampio spazio alla voce di Angela.
Blumosso – Chi l’ha detto?
Da Chi l’ha visto? a Chi l’ha detto? (e qui stiamo sotto sotto dando un suggerimento agli autori di programmi televisivi) È quello che fa Blumosso con il suo nuovo brano, che nasce da un curioso episodio: l’artista si è sostanzialmente infastidito perché a un suo concerto, durante una canzone che richiedeva del silenzio da parte del pubblico, la gente continuava a schiamazzare e ciarlare. “Alla gente non importa più tanto di un certo tipo di musica, quella più introspettiva, ma soprattutto mancano i luoghi dove suonare particolari canzoni. Perché le persone, quando escono di casa, credo che ormai abbiano solo voglia di divertirsi e ‘muovere il culo’. Non gli serve una canzone che le faccia riflettere”, racconta Blumosso. E così arriva questo brano, che non è una ballata al pianoforte come magari si potrebbe pensare vista la premessa, ma un brano indie pop upbeat e pure ballabile (forse non al punto da muovere il culo, ma comunque non una di quelle che vanno ascoltate in religioso silenzio). Il sound è quello ampiamente esplorato dagli artisti ex indie diventati poi mainstream, ma comunque Blumosso lo ripropone con piglio un filo più cantautorale e sicuramente ben sviluppato.
Digiovanni – In piedi sopra il mare
Digiovanni sta In piedi sopra il mare, un po’ come Gesù Cristo (lui, se i ricordi del catechismo non mi ingannano, camminava però sulle acque di un lago). Lo fa nel suo singolo di debutto, fuori per La Rue Music: un pezzo curioso per sonorità, che si potrebbero racchiudere nella semplice definizione di “musica pop” ma che in realtà hanno influenze prese dal synthpop, altre dal rock e alcune anche dal cantautorato classico, specialmente nel modo di cantare e scrivere le parole dell’artista. Il brano ha un ritmo coinvolgente, che alla fine riesce a convincere l’ascoltatore anche dove le linee vocali non sono sempre sul pezzo.
ETT – Il tempo non passava mai
Per ETT “Il tempo non passava mai”, ma la realtà è che il tempo è passato eccome, e infatti l’artista ripensa ora ai giorni dell’infanzia ormai trascorsa, tentando di reimmedesimarsi nella sé stessa bambina. Lo fa su un brano pop piuttosto semplice nella sua essenza, che poggia principalmente sui vocals delicati di Gaia, contornati da un arrangiamento capace allo stesso tempo di dare un buon ritmo al brano e di non creare orpelli sonori poco utili, per lasciare tutto lo spazio al cantato.
Francesco Cioffi – Vecchio film
Dopo circa un anno di silenzio discografico, Francesco Cioffi torna a farsi sentire con un nuovo brano intitolato Vecchio film, fuori per LeIndie Music. Se avevamo lasciato l’artista con il singolo Bucarest che giocava con un pop rock influenzato dall’indie, qui Francesco propone un pezzo pop con una certa vibe disco / industrial anni ’80, che si sposa molto bene con il cantato soffice e mai sopra le righe messo in mostra lungo l’arco del brano. L’artista parla di un “senso di inadeguatezza di fronte al mondo, e in particolare di fronte alle persone che mi mandano in tilt ogni volta che mi lascio illudere”, e un certo amaro disincanto sembra infatti trasparire anche dai vocals del brano.
Martina Zoppi – Questa sera
Da un po’ non sentivamo Martina Zoppi, che avevamo visto l’ultima volta con il singolo Quello che pensate alla fine dello scorso anno. L’artista piacentina torna con questo brano intitolato Questa sera, un brano upbeat e dalle movenze spigliatamente funky su cui si innesta un cantato elegante, più delicato delle sonorità su cui si muove il brano. “È una canzone d’amore che parla di un desiderio incessante di condividere momenti con una persona, ma questo sentimento è nascosto da uscite, divertimenti, feste svaghi”, racconta Martina a proposito del brano. La canzone piace in particolare per i bei vocals di Martina, che sanno di musica leggera italiana ma interpretata in maniera fresca e contemporanea.
Mecha Prjt – Figli della connessione
Ecco di nuovo il mattissimo Mecha Prjt, che avevamo visto l’ultima volta con il pot pourri di generi del singolo LCD. Il gruppo torna con questo nuovo brano intitolato Figli della connessione, un titolo che rimanda inevitabilmente alle nuove generazioni di nativi digitali e che, spiega il Prjt, più nello specifico fa riferimento alla “pratica di romanticizzare il proprio malessere in cambio di attenzioni digitali sui social”. Si tratta di una canzone hyperpunk, cioè l’unione delle sonorità schizofreniche dell’hyperpop con quelle tradizionali del punk rock: abbiamo così delle chitarre distorte e aggressive, ma anche dei synth garibaldini e vocals pitchati di brutto. L’effetto -e forse il Mecha Prjt non ne è consapevole al 100% a causa della giovane età- in realtà non sembra tanto diverso da quello che facevano certi gruppi metalcore di fine ’00/inizio ’10 che avevano iniziato a incorporare i synth nelle proprie canzoni. Questi suoni così digitalizzati alle nostre orecchie suonano forestieri, ma la proposta dei ragazzi è sicuramente fresca e alternativa a quello che circola mediamente nel panorama musicale italiano di oggi, per cui non possiamo che augurarci che riescano via via a portarla alle orecchie di sempre più ascoltatori (rigorosamente giovani).
Narratore Urbano – Verdena
“Ci sarà un ritorno di quella visceralità, di quel Cobain fuori dalle righe ma sentimentale; e anche dei Nirvana italiani, i Verdena”. Narratore Urbano ce lo aveva anticipato: ed eccola qui, quella intensità che ricercava. Dopo l’assaggio elettronico Little Boy, arriva la prima vera e propria canzone di CTRL, il nuovo disco del cantautore torinese. Le sonorità sono, ovviamente, debitrici dei Verdena, ma queste vengono interpretate in maniera personale – ritornando allo spoken word, suo marchio di fabbrica – per sviscerare il vecchiume di un’Italia cratocratica composta da benpensanti e moralisti. [Simone De Lorenzi]
Phorminx – Paradoxical Activity
Un nuovo esordio per il nuovo progetto del chitarrista Ruggero Fornari, un singolo che ci apre a un nuovo disco in arrivo prestissimo per la già conosciuta Record Y di Frank Martino: jazz ed elettronica che ormai sono inscindibili, e momenti di distensione si alternano a riff distorti – un tunnel sonoro a tratti ossessivi che in poco più di tre minuti ci prospetta uno dei dischi più interessanti di quest’inverno, tanto più che nasce dalla mente di un appena trentenne. Stratificazioni ritmiche, quei riff distorti che dicevamo prima, momenti cantabili e quello che forse è l’unico assolo vero e proprio dell’intero disco, che si riconnette idealmente con gli anni della formazione jazzistica di Ruggero.
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