Alemoa, Millefiori, Novanta: le recensioni dei singoli italiani

Alemoa band
Alemoa – Falesie

A poco più di tre mesi da Finestre, arriva un nuovo singolo degli Alemoa -il quarto fin qui della loro giovanissima carriera- intitolato Falesie. La canzone differisce leggermente dai brani precedenti perché presenta sonorità che ricordano un po’ i Cara Calma, sia musicalmente sia a livello di melodie, specialmente nel ritornello. Si sentono comunque ancora chiare le influenze emo, che emergono con tutta evidenza nelle strofe. Questo piccolo passettino verso un rock più accessibile rende forse un filo meno particolare questo brano, ma è indubbio che Falesie sia un brano con un ampio potenziale di gradimento presso il pubblico alternativo, molto più che i brani precedenti più “complessi”.

Flop feat. In6n – Riposa in pace

Secondo singolo del 2023 per Flop, che aveva iniziato l’anno con Sex blues. Riposa in pace, con la partecipazione di IN6N, è un pezzo di chiaro stampo punk rock ma mediato da influenze urban e hip hop come ormai abbiamo imparato a conoscere con i lavori di artisti internazionali alla MGK e italiani alla Sad -un revival che solo tre anni fa non ci saremmo mai aspettati ma che accogliamo decisamente con favore se può liberarci dalla trap e dall’itpop imperanti dell’ultimo quinquennio. Il nuovo brano ha un gran bel tiro, sia nei vocals aggressivi e ruvidi sia nello strumentale carico -complimenti quindi anche alla produzione, che è moderna e attuale ma senza far risultare il brano plasticoso, riuscendo ad avvicinarsi alle produzioni che solitamente escono dagli States o al massimo da Oltremanica. Completa il tutto un ritornello decisamente accattivante, per un brano che ha tutte le carte in regola per giocarsela nella nuova scena italiana sbocciata nell’ultimo biennio.

Guzzi – Autogrill

Guzzi ci si presenta con questa Autogrill, un brano che nell’intro paga un tributo al Vasco Rossi di Vita spericolata, come dichiarato dall’artista stesso. Ma anche nel resto del brano si percepisce una certa influenza del rocker di Zocca, tanto nel cantato quanto in certi giri di chitarra e poi nei “na na na” finali, sebbene l’approccio di Guzzi sia più pop e leggerino. Autogrill, dice Guzzi, è “la mia maniera di dire grazie alla persona che mi è stata più vicina nei momenti peggiori, quando proprio era difficile starmi accanto”, ovvero la sua ragazza. Le sonorità sono di facile ascolto ma non scontate o dozzinali; il ritornello abbastanza accattivante per quanto mediato dall’atmosfera tendenzialmente malinconica della canzone. Pezzo che omaggia un gigante della musica italiana ma che sta anche assolutamente in piedi da solo.

Mecha Prjt – LCD

Maledetti Gen Z, hanno distrutto anche i generi musicali! Quando eravamo piccoli noi c’erano i rapper, i punk, i metallari, e poi gli zarri che andavano in discoteca. Adesso le nuove leve musicali sono spesso tutte queste cose in un solo progetto. Scherziamo naturalmente. Però la penultima frase è vera: basta vedere LCD, il nuovo singolo del Mecha Prjt che avevamo conosciuto alcune settimane fa con il loro brano Paryoli. LCD è un brano ancora più sperimentale e bizzarro del precedente: si mantiene su sonorità ritmate ma minimali, che viaggiano tra EDM, trap, hyperpop e punk (e se dite un qualsiasi altro genere a caso è facile che se ne trovi una traccia in questo brano). La canzone “si interroga sulla veridicità delle relazioni digitali, su come può essere artefatta ed effimera l’immagine che scegliamo di mostrare sui social media e su quanto, facilmente, possiamo illuderci e illudere”, ma poi ci piace più che altro perché infila un po’ di riferimenti ai Pokémon tipo il malosguardo superefficace o le Sfere Poké. Per ascoltarci di gusto il Mecha Prjt siamo probabilmente troppo vecchi, ma non siamo ancora troppo vecchi per osservare con sincero interesse questo progetto sicuramente fuori dai canoni ordinari della musica e accoglierlo come una credibile dimostrazione di un futuro probabile.

Millefiori – FCCM 

La rivincita delle Marche nella scena pop punk italiana sta andando alla grande: dopo Diego Naska, un altro ragazzo da tenere d’occhio è Millefiori. Ci aveva lasciati un anno fa con la sua originalissima cover di Luce (tramonti a Nord Est), e ora abbiamo un nuovissimo singolo inedito, ovvero questo FCCM. Il sound ci trasporta nella sua anima super catchy con trap e pop punk che descrivono un presente troppo opprimente e incarnano un grido di una generazione che vuole continuare a rimanere eternamente giovane, cercando di ignorare i problemi dei ‘grandi’.  Ma qui non è solo la canzone la parte interessante, perché il video ha tanti riferimenti al film Fuoco cammina con me di David Lynch: insomma per me ha vinto su tutti i fronti. Ascoltatela e amatela, merita davvero. [Maria Chiara Cerra]

Novanta feat. Gioia Podestà – Forever

Nuovo album in arrivo per i Novanta, ex progetto solista di Manfredi Lamartina. L’artista gestisce un sito chiamato letteralmente Shoegaze Blog, per cui non può certo sorprendere che la musica fatta dai Novanta si assesti su questo genere, anche se loro preferiscono definire i loro brani “ceiling-gazing songs”, a indicare “canzoni da ascoltare preferibilmente tra mezzanotte e le quattro del mattino”. Il disco di cui abbiamo accennato ha già un titolo, Punk for Introverts (che poi è lo shoegaze), ma non una data d’uscita; in compenso abbiamo questo primo estratto intitolato Forever, che vede la partecipazione alla voce di Gioia Podestà, ex cantante degli You, Nothing, altra band del panorama shoegaze nostrano. Il sound di Forever è molto contaminato da sonorità dream pop, ma pure più poppeggianti e non disdegna di fare anche affidamento ai synth: ci immaginiamo che se i Chvrches decidessero di fare un disco shoegaze potrebbe suonare all’incirca così. Il pezzo ci piace, anche se più che da ascoltare di notte guardando il soffitto, a noi sembra un pezzo perfetto per una tranquilla biciclettata in campagna nelle giornate di sole che danno il via alla primavera.

Restless – Notti rimpianto

Restless, progetto solista di Jacopo (ex Falling Here) pubblica il nuovo singolo Notti rimpianto, a un mese da Broken Heart. I due singoli, se possono essere collegati sul piano tematico (fine di una relazione e cuori spezzati), a livello di sound prendono due direzioni differenti. Dalla trap della prima, qui arriviamo a un pop punk più solido che permea tutto il singolo, rendendo la canzone più energica e movimentata, seppur nella sua anima amara e malinconica. [Maria Chiara Cerra]

Scheletri – Torino non è la mia città

In realtà Torino è la loro città. E lo sapevamo già dal mese scorso, quando gli Scheletri hanno pubblicato il minidisco Live al Bunker: di questo brano, infatti, avevano regalato una prima versione dal vivo che ha fatto attendere con trepidazione questa in studio. La band si situa in un territorio intermedio tra punk rock e pop punk, puntando su sonorità grezze che pretendono di rimanere tali e non essere rovinate con una produzione eccessiva. La canzone è appassionata e malinconica allo stesso tempo e riesce a trasmettere il sentimento di amore-odio per Torino anche a chi non è sabaudo. Che sia vero o no, un po’ tutti possiamo dire “Torino non è la mia città”. [Simone De Lorenzi]

Surreal Noise – Forse

I Surreal Noise ci avevano lasciati a gennaio con Free Drink, e a due mesi di distanza tornano con un nuovo singolo intitolato Forse. La band continua a dare molto spazio agli strumenti, con una solida intro di quasi un minuto. Il testo in qualche modo sembra come collegato al precedente singolo, fra sbornie e il lavoro che non va. Rimane sempre il tocco emo, unito a un futuro costellato di dubbi esistenziali e incertezze che riesce a permeare tutta la canzone. [Maria Chiara Cerra]

UnFauno – Che cazzo ci faccio qui?

Domanda relatable quella che dà il titolo al nuovo brano di UnFauno, Che cazzo ci faccio qui?. L’artista, che aveva debuttato con il disco Insecurity nel 2021, ha scritto una canzone intesa come un “richiamo per tutti gli emarginati che vorrebbero spiccare il volo, ma restano incollati a terra: tutti vogliamo tutti essere luce, ma prima dobbiamo fare i conti con le nostre ombre”. Le sonorità del brano si muovono tra il pop e l’urban, con un cantato tendenzialmente vicino al rap, ma sul finale il pezzo si trasforma con suoni molto più elettronici che in effetti danno un po’ una scossa a quello che fin lì rimaneva un brano poco carico che faceva fin troppo affidamento sulla ripetizione ossessiva della frase che gli dà il titolo.

Aigì – Nuvole

A un anno dal singolo Io che non, ritroviamo Aigì con questo brano intitolato Nuvole, “un viaggio negli sbalzi d’umore attraverso diverse sfumature di genere, che è il concept dell’EP d’esordio attualmente in cantiere”. L’artista di Tropea propone sonorità pop tranquille ma non certo downtempo, con qualche influenza R&B e una linea di basso vagamente funky su cui va a innestarsi un ritornello piuttosto estivo, da giornata di sole in campagna. Se le linee vocali sono tendenzialmente standard, ci piace molto l’arrangiamento del brano, che è raffinato e completo pur senza cadere in inutili eccessi.

Allarme Pensiero Indipendente (API) – Gretel

Allarme, allarme! È arrivato un pensiero indipendente. Se questo può fare paura al giorno d’oggi tanto da meritare un allarme lo lasciamo decidere a chi dovesse leggerci; noi intanto ci limitiamo a segnalare il nostro apprezzamento per questo nome che nella sua forma estesa è originale, e che in forma di acronimo si presta anche a diverse interpretazioni, da quelle entomologiche a quelle informatiche. Gretel è il brano con cui gli API esordiscono, ed è una canzone che “parla delle relazioni tra le persone, della difficoltà nel capirsi a un livello profondo, della bellezza di quando questo avviene”. Già apprezzata dalla commissione di Sanremo Rock, Gretel anticipa l’album di debutto della band perugina, in arrivo nei prossimi mesi, e presenta sonorità vicine all’alternative rock ma che non disdegnano di mettere in mostra echi bennatiani, giri di chitarra vagamente Midwest emo e un approccio un po’ retro che richiami gli anni d’oro del pop rock all’italiana. È un brano lungo, di quasi cinque minuti, ma scorre sempre molto piacevolmente grazie al cantato ispirato e allo strumentale che riesce a suonare sempre nuovo e non ripetitivo.

Anna Cuomo – Veleno

Veleno è il nuovo singolo di Anna Cuomo, artista attiva fin dagli anni ’80 e vista negli ultimi anni con il disco Vanilla e con Naples Sweet Naples, dove ha riarrangiato in chiave jazz alcuni classici della canzone napoletana. Il nuovo singolo, con parole e musica di Luciano Cricelli, è un raffinato pezzo di influenza jazzistica che non disdegna melodie pop, interpretate con leggerezza e garbo da Anna Cuomo. Le sonorità delicate abbinate alla voce dell’artista fanno sì che il pezzo risulti facilmente digeribile anche per orecchie abituate a produzioni più pop -anche se magari annoierà la platea della trap e simili, che del resto non è certo il target primario di questo brano.

Dirty Socks – Euphoria

Guardando la foto promo siamo sconcertati dal notare come i Dirty Socks siano composti da ben undici persone. Certo, si tratta di un collettivo, quindi ci può stare, ma il numero lascia comunque sbalorditi. Chissà com’è il processo creativo. Euphoria è il secondo singolo del collettivo, ed è tratto dall’EP d’esordio dei Dirty Socks, in arrivo in estate. È una canzone che “parla di contrasti, un invito a non mimetizzarsi col grigiore quotidiano anche quando il lato buono delle cose sembra nascondersi sotto strati di grigiore e frenesia”. Le sonorità, piuttosto essenziali ma nient’affatto piatte, si muovono in primis su binari hip hop, suonato però anche in parte con una chitarra, e c’è pure un ritornello che magari non sarà la cosa più catchy che ascolteremo questo mese, ma è comunque senz’altro caratterizzato da una buona dose di melodia.

Duopop – Morso sul collo

Ci sono i Duocane, e poi ci sono i Duopop. Questi ultimi vengono da Milano, sono entrambi classe 1997 e hanno appena pubblicato il loro nuovo singolo Morso sul collo. La canzone si assesta su un indie pop con cantato influenzato dalla trap/urban, per quello che è un progetto decisamente in linea con le tendenze recenti della discografia italiana; un brano nel complesso sufficientemente catchy e ben prodotto, anche se forse non spicca per originalità. I ragazzo del Duopop l’hanno pensato come “la fotografia cinica e ironica dell’ennesima scommessa sentimentale persa in partenza che non ti lascia più smarrito ma, ironia della sorte, ti fa quasi pensare di essertela un po’ andata a cercare”.


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Una risposta

  1. 4 Aprile 2023

    […] in campagna nelle giornate di sole che danno il via alla primavera”. Booklet Magazine scrive questo e noi siamo felici […]

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