Out for Summer, Tacoma, Domani Martina: le recensioni dei singoli italiani

Out for Summer feat The Last Confidence – SK8
Vans, skate e pop punk: gli Out for Summer, ormai capisaldi del genere in Italia, pubblicano la nuova e freschissima Sk8. La band modenese ci aveva lasciato nel 2021 con Dove Sarai?, e se potevano esserci dubbi sul genere, già il titolo molto alla Avril Lavigne non lascia incertezze. Appena inizia il brano ecco che torniamo a casa, e se non bastasse, la collaborazione con il Cose dei The Last Confidence rende tutto più magico: vi troverete a canticchiare il ritornello dopo il primo ascolto. Il testo non del tutto felice viene alleggerito dalle chitarre e la fine della relazione viene ricordata con malinconia, ma allo stesso tempo c’è speranza: “E il cuore batte ancora, più forte di prima”. Insomma, ogni cosa rimanda al pop punk, dal video al testo, e la canzone fa venir voglia d’estate: bello il Natale, ma quando arriva giugno? Adatta per tutti i giorni di pioggia in cui sembra che non ci sia nulla di positivo. [Maria Chiara Cerra]
Manlio Maresca – Le mie cose
Un nuovo nome per il roster di Record Y. Un fuoriclasse Manlio Maresca che senza alcun limite di genere o regola, ci regala un viaggio oscuro e tormentato dal titolo Le mie cose. Un brano che suona come una delle vostre peggiori serate storte, come una camminata ubriaca che poi ci spalma inevitabilmente contro un muro. Manlio Maresca ha fatto dell’estetica del rumore e la poetica dell’errore due componenti fondamentali della sua musica, dando vita a varie esperienze sonore internazionali tra cui quella dei Neo e degli Andymusic. Qui ritroviamo un ballo sincopato che piacerà a chi sta a casa da troppo tempo e chi ama i rave casalinghi. Da ascoltare con le cuffie strette intorno alla testa e il volume al massimo.
Marghe – Dondolavo
Esordio assoluto per Marghe, nuova scoperta estratta dal cilindro di Aurora Dischi, che ci presenta il primo singolo Dondolavo prodotto da Alessandro Landini e Marco Ravelli (Pinguini Tattici Nucleari, Chiamamifaro, etc.). Quello proposto da Marghe(rita) è un pop aggraziato e tranquillo, che usa una chitarra ma fa anche parecchio leva sul sintetizzatore, giostrandosi fra sonorità pop rock americane da primi anni 2000 e le più recenti evoluzioni dell’indie nostrano. La voce è particolare e si distingue dalla massa informe di cantanti dalla voce simile che invadono le frequenze radio e le playlist; il pezzo è sufficientemente orecchiabile e di facile ascolto, e strizza l’occhio al mainstream -e lasciamo giudicare voi se questa sia una cosa positiva o negativa.
Mariano Casulli – Sospesi, in bilico
Sospesi, in bilico, un po’ come d’autunno sugli alberi le foglie. Con un titolo che sembra vagamente la definizione di una parola nella Settimana Enigmistica, Mariano Casulli ci presenta il suo nuovo singolo, prima proposta discografica dal 2020 a questa parte del cantautore pugliese (e quindi prodotto da Molla). Quello di Mariano Casulli è un cantautorato nel pieno senso della parola, con un arrangiamento che dona al brano un tocco un pochino più pop ma che non snatura minimamente l’essenza dell’artista. È un brano che racconta “il mood dei nostri tempi: una situazione di stasi, l’insicurezza del futuro che si alterna alla sospensione del presente”, e se da una parte non riesce a fare breccia fino in fondo con le sue sonorità molto raccolte e stabili, dall’altra comunica alla grande proprio la sensazione di trovarsi sempre sul punto di cadere.
Milo Scaglioni – Locked in a Circle
Questa settimana torna anche il menestrello psichedelico Milo Scaglioni che dopo un lungo periodo di assenza dalla scena musicale, sembra stia per tornare con un nuovo album. Locked in a Circle, il singolo che ce lo anticipa, è un delizioso loop di una felicità dolce-amara, quella quotidiana che ci tiene intrappolati e attenti. Influenze britanniche, le chitarre trascinanti di chi si porta dietro tutta la musica degli anni sessanta e la pazienza di quando non c’erano i distributori digitali. Qui dentro troviamo lo smarrimento di fronte all’amore, e la paura di perderlo; un pezzo che descrive la gabbia quotidiana in cui ci rinchiudiamo, lasciandoci con un messaggio tuttavia positivo.
Out Run – Meet Me on the Road
Nuovissimo progetto quello degli Out Run, e per prima cosa vogliamo sottolineare quanto sia bello sentire artisti italiani che decidono di cantare in inglese in questi tempi di fascinazione popolare per la lingua tricolore; ancora meglio se lo fanno con un accento impeccabile come quello della cantante Ginevra, che però “bara” dato che ci dice avere origini italoamericane. Meet Me on the Road è il primissimo singolo che il trio, formato anche dai produttori Niccolò Messeri e Lawrence Fancelli, presenta al mondo, ed è un pezzo pop alternativo, con suoni piuttosto minimali che lasciano in primissimo piano il cantato di Ginevra. Una scelta vincente, perché la sua voce è una medicina per orecchie maltrattate dal piattume delle playlist editoriali moderne, e ci ricorda peraltro un pochino il cantato e lo stile vocale di Hån, così come il sound del pezzo non ci pare lontano dalle primissime produzioni dell’artista bresciana. È una canzone eterea, di quel tipo di pop internazionale che qui in Italia non funziona nemmeno per sbaglio ma che ha invece parecchie potenzialità nel mercato nordeuropeo e forse inglese. Davvero bravi gli Out Run con questo primo singolo, non vediamo l’ora di scoprire cos’altro abbiano da farci ascoltare!
Paola Bivona – Nessuna onda
A qualche mese da Semplicemente, torna Paola Bivona con un singolo palesemente estivo già a partire dal titolo, Nessuna onda. Curiosa la scelta la pubblicare un brano come questo a ridosso del Natale, con i presepi, le luminarie e gli alberi in gran spolvero, ma ci piacciono le decisioni non convenzionali, e non possiamo quindi che applaudire la tattica seguita dall’artista. Il brano è peraltro molto gradevole, con il suo sound pop leggero, rilassante ma comunque sufficientemente ritmato da risultare accattivante e far venir voglia di riascoltarlo, e la bella voce di Paola a condurre le danze.
Le Periferie – BOLO_VIOLENTA
Il progetto milanese Le Periferie propone un singolo – con un titolo che ricorda quello della band Bologna Violenta – che si rifà a un rock indieggiante e cantautoriale, del tipo che ti aspetteresti proprio a Bologna. Questa Bologna – ritratta nei suoi luoghi al tempo stesso quotidiani e iconici (ma la canzone resta godibile lo stesso anche per chi non coglie le reference felsinee) – viene dipinta con tinte tutt’altro che violente, anzi: i ritmi sono giocosi e spensierati; violenta è piuttosto la nostalgia provocata dall’assenza di una certa persona e su questo contrasto tra musica e testo si gioca la malinconia del brano. [Simone De Lorenzi]
Safari – Esse
Esse come Safari, o come l’iniziale della protagonista di questa canzone. Il duo di Aurora Dischi ci presenta il proprio secondo singolo dopo Ho pianto tutta la notte, il quale è “una dedica all’addio” -nel caso della canzone, a “Esse [che] è andata via (e non so perché)”. Si tratta di un brano piuttosto corto, dal carattere principalmente pop, parecchio radiofonico e di facile ascolto, ma nient’affatto sgradevole. La malinconia di cui è carico il testo viene in parte compensata dai suoni leggeri del brano, che non cela in ogni caso una certa nostalgia di fondo.
The Seer – Andinian Echoes
Andinian Echoes è il singolo di debutto di The Seer, il nuovo progetto solista di Francesco Scordo, musicista originario di Reggio Calabria ma che adesso vive a Bologna. Il pezzo parte con un giro di basso che sa tantissimo di anni ’90, ma che subito è rinfrescato da un tappeto di suoni e percussioni elettroniche. Il brano non annoia affatto, perché è in continua evoluzione, esplode in un alternative rock avvolgente, per poi richiudersi e riaprirsi verso un finale epico, veicolando un messaggio ottimista e di rivalsa personale, che oggi non guasta mai!
Tacoma – Come un film
Qualche settimana dopo il suo singolo Ultima follia, torna Tacoma con un nuovo brano intitolato Come un film. La canzone è stata pensata come “un invito a mantenere i piedi per terra senza mai rinunciare ai proprio obiettivi e a quello in cui si crede davvero”, che qualcuno potrebbe anche definire un concept un po’ cerchiobottista, anche se in realtà l’intento dell’artista è più quello di descrivere “l’eterna lotta tra sogno e realtà, tra aspettativa e realizzazione, tra testa e cuore”. Il brano lascia un po’ per strada le sonorità bedroom pop del precedente singolo, preferendo un approccio più direttamente pop, quasi mainstream se non stessimo parlando di un artista al momento ancora più vicino all’underground. Piacciono in ogni caso molto le chitarre, che hanno quel certo grado di distorsione che apprezziamo sempre in qualsiasi brano; efficace anche il cantato, pienamente a proprio agio con le sonorità proposte dal brano.
Terroir – Il Sirio
Un nuovo progetto firmato Ohimeme, la realtà di Alessandria che sembra star formando un nuovo filone musicale controcorrente, contro ogni logica di mercato o tendenza degli algoritmi. Terrøir, a partire dal nome poco amico dei copia e incolla e dei CEO, ci regala una ipnotica reinterpretazione di un brano popolare che affonda le sue radici nel tragico naufragio dell’omonimo mercantile, carico di emigranti italiani, che era salpato alla volta del Sud America nell’agosto del 1906. Una danza ossessiva che lascia molto spazio a cuore e parole, e di cui è impossibile non innamorarsi e non canticchiarla fino allo sfinimento.
Tutte Le Cose Inutili – Ragazzone
Un paio di settimane fa avevamo salutato con interesse il ritorno del gruppo toscano Tutte Le Cose Inutili con Allontamarsi, inutile dire che apprezziamo l’uscita di un nuovo brano a così poca distanza di tempo. I primi due minuti di Ragazzone ricordano lo spoken word degli Spartiti di Max Collini (più famoso per gli Offlaga Disco Pax): una narrazione intensa che a metà del brano viene supportata dall’intera strumentazione in salsa emo/post-hardcore. La canzone si rivolge al ragazzo rimasto dentro tutti noi, anche se già grandi: “Chi pensavi di esser diventato a portar lo zaino su una spalla sola?“. Di tutte le cose inutili del 2022 certamente non fanno parte Tutte Le Cose Inutili. [Simone De Lorenzi]
The 24 Project feat. Tigri – Impero del male
Torna il produttore Rodolfo Liverani con il suo progetto The 24 Project, sacrificando le tracce sperimentali che ce lo avevano fatto amare in Chapters, il suo EP di debutto. Torna con un loop emotivo e la collaborazione con la voce graffiante di Tigri, magico e stravagante mentore che tra sussurri e sentimentalismi ci porta nel suo sotto-sopra dove le dipendenze emotive sono un dato di fatto per la felicità. Questo brano, trascinante e meraviglioso, è tra le uscite più interessanti della settimana: una canzone sul conflitto tra l’essere felici e avere paura di essere felici, tra cercare la salvezza negli altri e il rifiuto di aprirsi al mondo. Il risveglio dell’eroe che ci aiuterà ad accettare noi stessi e il prossimo è cadenzato da un ritmo trip hop spezzettato, voci post-blues distorte ed epicità orchestrale.
Brensi feat. Deusama – Boom Clap
Se diciamo “Boom Clap”, la prima cosa che viene in mente a chiunque abbia più di 18 anni è chiaramente la hit di Charli XCX. Non sappiamo se Brensi abbia voluto in qualche modo richiamare quel brano -anche se non ci pare così probabile, almeno a giudicare dal pezzo e dalle sue atmosfere- ma sta di fatto in ogni caso che tale è il titolo del suo ultimo singolo estratto dal mixtape 40060 di prossima uscita. Il brano, cantato in collaborazione con Deusama, racconta “un giorno qualunque nelle periferie d’origine” dei due artisti, e il beat gangsta “da strada” sortisce senza alcun dubbio il giusto effetto per l’ambientazione del brano, con le sue sonorità dark e un po’ minacciose. Rivedibile il flow di Brensi, che ricorda un pochino alcune star della primissima era di YouTube Italia; molto interessante invece l’intervento di Deusama, che aggiunge la propria parte in francese e risulta sicuramente molto più convincente e determinato.
Castelli feat. Luca Urbani – Festa
Immaginatevi un club abbandonato, di quelli falliti durante la pandemia, di quelli dimenticati due anni dopo, che sembrano un sacco di tempo. Immaginatevi le pareti di questo club che tuttavia continuano a pulsare, a vivere di musica e balli tristi. Questo è ciò che vivrete immergendovi in Festa, il nuovo singolo del progetto Castelli, che si serve dell’amico Luca Urbani per immergerci in questa oscurità post-punk, a tratti romantica, a tratti possessiva. Un brano dedicato a chi ama ballare anche se su note tristi e fare tardi anche in inverno. Il brano è uscito per l’etichetta olandese Bordello a Parigi, e in sostanza è un feat. fantascientifico tra Depeche Mode e Baustelle.
Domani Martina – Confuso
Senza un vero motivo, dai Domani Martina mi aspettavo un brano più simile all’ultimo Simone. Per cui “confuso” descrive bene il modo in cui mi sono sentito quando la canzone ha attaccato con un hard rock subito, imprevedibilmente, stemperato in folk-pop; che poi, a tratti, viene di nuovo appesantito da sferzate di pesantezza metallica. Insomma, un brano confuso (come voleva essere nelle intenzioni di chi l’ha scritto); ma non confusionario: si sente che è gestito con consapevolezza e la confusione non si trasforma in caos. [Simone De Lorenzi]
Elettrogruppogeno – Tutti rockstar
Cosa si saranno inventati questa volta quei matti dell’Elettrogruppogeno? La band più nerd d’Italia ci propone il suo quarto singolo, che si chiama Tutti rockstar e che segue piccole perle come La mia ragazza è una nerd (con il videogame ufficiale del singolo ancora giocabile online) e Sudococa, che come video ufficiale aveva un “fumetto animato allucinato” fatto peraltro da Dio (non nel senso che è opera di Dio ma nel senso che è fatto bene). Il singolo preannuncia l’uscita di un album omonimo il 20 gennaio 2023, e questa volta si piazza su sonorità rockeggianti, con una chitarra aperta e un ritornello travolgente che ci proietta su qualche boulevard assolato della California se non fosse per il testo italiano. Ecco, il testo: al di là della musica, la particolarità -e non poteva mancare- di questo brano è che si tratta di una canzone che parla del metaverso, con un video girato interamente nel metaverso e presentato all’interno di un evento nel metaverso. E così nel testo l’Elettrogruppogeno si diverte a immaginare scenari paralleli in cui le rockstar dei nostri tempi (quelle vive e quelle morte) hanno seguito una carriera e un percorso di vita nettamente differente, spesso esattamente opposto a quello avvenuto nella nostra realtà. Il pezzo è scanzonato, veloce e divertente, un po’ come tutti i brani della band sin qui, e con il plus delle sonorità rock che da queste parti sono sempre molto apprezzate.
Elisabetta Arpellino – Senza fondo
Senza fondo è la presa di coscienza di una giovane donna, la cantautrice astigiana Elisabetta Arpellino, che si rende conto che spesso la realtà è molto diversa da quella che ci si aspettava da bambini, quando ancora si credeva nelle fiabe. L’artista mette a nudo le proprie fragilità con un brano che è impregnato di una leggera malinconia, che si apre in maniera delicata e ci accompagna in un crescendo sempre più potente e passionale. Nel corso del 2023 uscirà il secondo EP della Arpellino, di cui questo singolo rappresenta solo un piccolo tassello, e noi non vediamo l’ora di ascoltarlo!
Francesca Sandroni – Essere amati
Circa un anno e mezzo dopo il suo primo album Intimo urbano, Francesca Sandroni torna con un nuovo singolo intitolato Essere amati. La musicista e sound designer ci propone un brano dalle sonorità pop elettroniche e dalle atmosfere vagamente retro e introspettive, con un cantato velato da una nota di malinconia. Piace il ritornello, magari non estroverso o veramente catchy, ma sicuramente molto orecchiabile e di facile ascolto e gradimento; a rubare la scena è però il riff principale creato con il synth, che starebbe bene su qualche brano italodance anni 2000 così come in pezzi neon della fine dei 2000 o su qualche hit da discoteca pre-reggaeton.
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