Cemetery Drive, Alfiere, Schianta: le recensioni dei singoli italiani

Cemetery Drive feat Dead Like Juliet – Snake
Terzo singolo del 2022 per gli altoatesini Cemetery Drive, che per la loro Snake collaborano con i conterranei Dead Like Juliet. Le due band arrivano dall’estremo nord dell’Italia, ma in realtà il sound del brano è decisamente americano, con il suo incedere post-hardcore che si pone su sonorità più pesanti rispetto al pop punk/easycore che i Cemetery Drive ci avevano fatto sentire sui primi lavori. Il ritornello del brano è abbastanza orecchiabile anche se potrebbe sicuramente essere più catchy; in Snake sono più la heaviness del pezzo e la sua carica di energia che giocano la parte principale. Assolutamente di livello la produzione, che non concede punti a quelle degli studios quotati a stelle e strisce.
Alfiere – Today
Dopo tre singoli in italiano, Alfiere ci fa una piccola sorpresa pubblicando un nuovo brano in inglese. Today è un pezzo retto dal pianoforte che prende influenze R&B e anche pop internazionale; è un brano cadenzato e dotato di un certo ritmo, non sicuramente uno di quei pezzi ballabili ma una canzone che invita a ondeggiare a tempo la testa. Alfiere l’ha scritta come “un invito a vivere il sé del momento presente, cercando di dare valore ai traguardi raggiunti e agli ostacoli superati” -un tema che è ovviamente sempre riconducibile alla professione di psicologo che l’artista svolge nella vita di tutti i giorni e che si è sempre fatta sentire nei pezzi pubblicati fin qui.
Dascar – All the Time
Dico subito che a me All the Time come titolo fa venire in mente una bellissima canzone degli adorati Moose Blood, che i perfidi angloamericani hanno costretto a forza a sciogliersi -cosa per la quale sono arrabbiato e rancoroso dal 2018, ma dichiaro chiusa la polemica tra me e il sottoscritto. All the Time è anche il titolo della nuova canzone di Dascar, nom de plume che unisce i veri nome e cognome dell’artista, ovvero Daniele Scardina, anche noto come frontman dei toscani Lithio. I Lithio sono una band decisamente rock, e rock è anche il brano con cui Dascar sceglie di lanciare il proprio percorso solista. Lui si definisce “scrittore dei vincibili”, e chissà che le sue prossime canzoni non vadano a comporre un “ciclo dei vincibili” che risponda musicalmente a quello letterario verghiano. Quello che possiamo dire per il momento, alla luce del singolo brano, è che Dascar ci propone un brano rock dall’incedere sicuramente maestoso regale, accentuato dal sintetizzatore con effetto archi che aggiunge una sfumatura epicheggiante alla canzone. Il ritornello è piuttosto aperto e pure abbastanza orecchiabile, per una traccia che avrebbe senz’altro del potenziale anche radiofonico -al netto ovviamente della mancanza di una major che possa spingere il pezzo sui canali giusti.
De La Roix – Da 1 a 10
Già attivo come produttore e ghost writer, De La Roix si presenta per la prima volta dietro il microfono con il proprio progetto originale, introdotto dal singolo Da 1 a 10. L’artista barese scrive un pezzo fondamentalmente pop, ma che assume contorni più carichi nel ritornello grazie all’ingresso di una chitarra e di un basso piuttosto imponenti, toccando le sonorità più spinte dello spettro rock. Piace la versatilità che De La Roix ci dimostra e la nonchalance con cui avviene il passaggio dalle sonorità più basate sui synth a quelle più basate sulle distorsioni; anche il ritornello sa farsi apprezzare grazie alla presenza di parole ripetute che aiutano l’effetto memorizzazione.
Elettrogruppogeno – Sudococa
La band con uno dei nomi più balzani dell’industria musicale italiana torna a battere un colpo dopo la valanga nerd de La mia ragazza è una nerd (brano che parlava di ragazze nerd -ovviamente- manga, anime e cosplay, e che era per giunta accompagnato da un videogioco ufficiale). A questo giro l’Elettrogruppogeno ha deciso di buttarsi dritto nel porno, con un singolo intitolato Sudococa. Dal titolo magari non si direbbe, ma è in realtà un brano che istituisce un parallelismo fra il consumo di droga e l’esperienza sessuale -forse non il più originale dei paragoni, lo ammettiamo, ma sicuramente una grande fonte di ispirazione per gli artisti che ambiscono a penetrare nelle viscere della mente delle persone. Il duo fiorentino non si trattiene: tra le immagini “pulp” e scabrose del testo e le sonorità elettroniche del pezzo, Sudococa è un brano che attrae e respinge contemporaneamente, si presenta come ritmato e ascoltabile ma provoca una sorta di ribrezzo sensoriale, che ci fa uscire dalla “comfort zone” e si collega ai nostri istinti più primordiali.
Flatmates 205 – Quelli del Drosso
I torinesi Flatmates 205 si ripresentano poco dopo l’uscita del loro album Leave It All in Shelbyville con il nuovo singolo Quelli del Drosso che è, per la prima volta nella carriera del gruppo, cantato in italiano. Non conosciamo le motivazioni di tale scelta, anche se possono avere a che fare con il tema della canzone (il Drosso, se abbiamo fatto bene le ricerche su Google, è un quartiere di Torino, dove presumibilmente i ragazzi della band sono cresciuti) e/o con l’ormai consolidata preferenza per i brani in lingua natia da parte della popolazione italiana. In ogni caso, la scelta si rivela un po’ un’arma a doppio taglio: permette di capire meglio il testo del brano, ma anche di cogliere qualche rima e qualche pronuncia forzata che forse avrebbero richiesto una maggior cura. Sicuramente i vocals andrebbero prodotti in modo più professionale, dato che allo stato attuale sembra di ascoltare una demo più che un pezzo finito. Non male in compenso il sound late ’00s alla Finley e pure il bell’assolo di chitarra che troviamo nel bridge, però urge una ripulita in fase di produzione per rendere il pezzo davvero ascoltabile.
I Gini Paoli – Conga su conga
In un mondo in cui è impossibile non incasellarsi in scene, tendenze e microgeneri, la musica de I Gini Paoli è spiazzante e necessaria. Un mix inedito e spontaneo di alt rock e etno-pop, sonorità tropicali in cui anche la lingua dei testi ondeggia liberamente fra italiano e spagnolo creando un unicum originale e trascinante. In un sistema musicale che poi tende a prendersi estremamente sul serio, i genovesi I Gini Paoli (concittadini del loro omonimo cantautore) rilasciano un singolo chiamato Conga su conga e girano un video in cui i veri protagonisti sono degli anziani che si divertono con spettacolari balli di gruppo. Una genuinità e una leggerezza che sicuramente ci fanno bene.
Livrea – Katábasis
Per parlare del nuovo singolo di Livrea dobbiamo andare sul mitologico: il brano si chiama “katábasis”, un termine che indica propriamente la discesa agli inferi, un po’ come quella di Enea nell’Eneide o di Ulisse nell’Odissea -o di Dante nella Divina Commedia. Per l’artista, vero nome Sofia Bressan, “la katábasis è l’unica via per sopravvivere alle fine di una relazione dilaniante, uno slancio per aprire una nuova visione della propria vita”. Se inizialmente le melodie pop cantate da Livrea spiazzano rispetto alla scelta di un nome aulico per il brano, l'”epicità” di Katábasis viene invece tutta fuori man mano che si procede lungo il pezzo. Si tratta di una canzone “pop” decisamente atipica, priva di un vero ritornello, che si fa strada con synth vagamente misteriosi e nebulosi sui quali si staglia la bella voce giovane e gentile di Livrea. Non siamo certo in presenza di un brano ostico o difficile da ascoltare, ma non è nemmeno un brano per tutti, proprio per la sua struttura poco convenzionale che può renderlo poco assimilabile in un’era di facili canzoni usa e getta scritte per finire in una playlist per un paio di settimane, ma ci sentiamo di dire che l’apprezzamento, anche graduale, di Katábasis sia un viaggio che merita di essere affrontato.
Schianta feat. Den – Duemiladue
Nuovo singolo per la giovane promessa di Aurora Dischi, Schianta, già visto negli scorsi mesi con i brani Cliché e Stasera mi butto. Su Duemiladue l’artista duetta con un altro volto emergente della nuova scena indie pop, ovvero Denise Giarrusso aka Den, e il connubio di voce maschile e femminile è sempre un’ottima idea sui brani pop e rock, come dimostra questo stesso brano per quanto Den canti in maniera un po’ troppo simile a quella di Ariete. Retto da un riff di chitarra decisamente ispirato ai Blink-182, Duemiladue presenta (leggerissimi) accenni punk rock, specialmente nel ritornello molto catchy e abbastanza memorabile, con un testo azzeccato che vedremmo benissimo schiere di ragazzini cantare a squarciagola sotto il palco. Quando hai un pezzo preso bene con un testo relatable e delle melodie facilmente intonabili hai già fatto metà del lavoro. Complimenti quindi a tutti!
Il Vertice – Lividi
Lividi è il nuovo singolo della band Il Vertice, che torna in scena dopo una pausa di circa tre anni dall’uscita dell’EP Tentacoli di periferia. Realizzato con la produzione di Marco Ulcigrai, il brano si caratterizza per un sound che rimanda al rock più vero e grezzo, quello che ti viene urlato direttamente a due centimetri dal muso senza troppi manierismi. Rock autentico, e l’autenticità infatti è anche un tema portante in questo pezzo che parla di lividi da non nascondere, cicatrici da mostrare senza vergogna, ferite che diventano veicolo di cambiamento.
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