Tramontana, WakeUpCall, Kubo: le recensioni dei singoli italiani

Tramontana – RGRD
Ultimo singolo prima dell’uscita dell’album di esordio, prevista il 2 dicembre per Pan Music, i Tramontana proseguono il loro Midwest emo all’italiana con RGRD (titolo il cui significato rimane oscuro: potrebbe essere “Riguardi” o “Regard” senza vocali? “Ragazzi Gentili Ricevono Doni”? “Reagire Gentilmente Rifiutando Droga”? Non ci è dato sapere). Musica, voce e testo si incontrano per sfogarsi e reagire a questa “ennesima storia disperata nel mondo del successo obbligato” con il loro ormai tipico angst epico-provinciale. [Simone De Lorenzi]
Gianpaolo Pace – Esclusi i presenti
Gianpaolo Pace ha da poco pubblicato il suo secondo album, intitolato Esclusi i presenti: l’artista ha fatto praticamente tutto da solo, in pieno spirito DIY che forse più artisti e sedicenti cantautori dovrebbero sperimentare. La traccia che dà il nome all’album è un pezzo in cui Gianpaolo fa la sua tirade contro i social e le derive ipermoderne della nostra società, con la smania dell’esibizionismo, del protagonismo, del blaterare a vanvera pur di dire la propria; un tema magari non proprio originale, ma affrontato qui con un piglio cantautorale che gli conferisce una maggior solidità musicale, senza affatto rinunciare alle melodie e alle sonorità pop e molto ascoltabili. È un brano che passerebbe tranquillamente alla radio se fosse stato scritto e cantato da un Max Gazzè, per dire.
Ilsognodiprometeo – Anche no
Molto puntuale Ilsognodiprometeo, che ci aveva regalato la canzone Domenica mattina esattamente un anno fa, e ora torna con questo nuovo singolo intitolato Anche no (come il celebre film di Bruno Liegibastonliegi). Si tratta di una canzone pop tranquilla con un ritornello leggermente più rock che si mantiene comunque pur sempre su alti livelli melodici. Ilsognodiprometeo l’ha scritta per confortarsi in un momento di stanchezza umana e artistica, pensando a come spesso il costante tentativo di migliorarsi non porti che a tristezza e infelicità. Un po’ di tristezza che si percepisce peraltro anche nelle parole e soprattutto nella voce dell’artista, che pure canta con uno stile un po’ strascicato da “artista maledetto”. Brano ascoltabile e di facile approccio che però a volte subisce cali di tensione -vedi la lunga pausa che si prende dopo il primo ritornello.
Kubo – Pericolosa
Terzo singolo per Kubo, che sulla sua Pericolosa cerca di spostarsi su un sound più vicino al punk rock come è di tendenza di questi tempi. La canzone parla di “una sofferta relazione a distanza”, e questo si riflette sull’atmosfera un po’ tormentata e malinconica del brano, che si può percepire soprattutto nei vocals e nelle strofe che a dire il vero più che punk stanno sull’indie da radio. Quello di Kubo è in effetti un po’ un ibrido fra il pop standard da classifica e quelle chitarre e quei ritmi che dovrebbero essere propri del punk rock; probabilmente in Italia siamo ancora un po’ restii ad abbandonarci completamente alle distorsioni e ai sound del genere (come dimostra anche il singolo “pop punk” di Salmo e Fedez che di pop punk non ha praticamente nulla) e preferiamo rifugiarci nell’alveo sicuro delle sonorità pop. In ogni caso Kubo ha presentato un pezzo gradevole e piuttosto accattivante, che beneficerebbe di una produzione più pulita e meno casereccia.
Pierfrau – Charlize Theron
Primo singolo del 2022 per Pierfrau, che scomoda addirittura Charlize Theron per il titolo del nuovo brano. Il nome dell’attrice serve per rimarcare come la ragazza a cui la canzone è dedicata basti completamente all’artista, e che non c’è bisogno di andare a prendere una star o una diva. Pierfrau racconta tutto ciò in questa ballad pop dallo stile molto classico, in linea con la tradizione della musica leggera italiana con qualche spruzzata cantautorale. Brano gradevole, anche se forse poco originale.
Tutte Le Cose Inutili – Allontamarsi
“Dimmi dove sei stamattina il primo giorno che non sei più mia”: ritorna con queste forti parole il duo toscano Tutte Le Cose Inutili – gruppo che fa “cantautorato punk” da un decennio – interrompendo un silenzio che durava dal 2019. Con un furbo gioco di parole esprime insieme la dualità e il dissidio dell’amare nonostante la lontananza. Qui le sonorità prendono le mosse dal miglior emo nostrano, dando grande spazio al parlato – e a ragione: ne viene sottolineato il testo, fortemente emotivo e non convenzionale (rimane impresso un verso come “vorrei tu fossi mia mamma per risponderti male”). Non li conoscevamo prima, ma siamo contenti siano tornati. [Simone De Lorenzi]
WakeUpCall – Doveva essere una canzone d’amore
Doveva essere una canzone d’amore… e invece è una canzone d’amore, anche se a suo modo. Gli WakeUpCall, noti per il loro album If Beethoven Was a Punk del 2017, tornano con questo nuovo brano, che anticipa il loro primo album interamente in italiano previsto per il 2023 -del resto ormai in Italia le canzoni cantate in altre lingue sono come il fumo negli occhi, per cui tutti gli artisti che prima cantavano in inglese si stanno adattando alla nuova regola del mercato. Il singolo qui presente è un pezzo allegro dal sound pop rock, in cui la “canzone d’amore” viene affrontata su un piano ironico, parlando di un brano che nasce con l’intento di celebrare una storia romantica ma finisce per parlare di sesso e di vari cliché della vita di coppia, per terminare con un bel breakup e conseguenti serate a base di YouPorn. Apprezzabile l’intento spiritoso della band, anche se il testo non sembra avere davvero quella carica ironica capace di strappare sorrisi: alla fine le battutine che gli WakeUpCall inseriscono nel brano sono ampiamente prevedibili e già percorse da generazioni di cantanti e di comici prima di loro. Resta la canzone molto orecchiabile, forse fin troppo, e un’interessante sezione di fiati, trombe e tromboni ad arricchire il sound.
Fiecco – Sarà che sei di Prato Est
Fiecco è un nome molto toscano per un cantautore. O quantomeno a noi sembra tale. Sarà la rima con il nome Checco, o Cecco, in ogni caso lui dichiara di essere mezzo marchigiano e mezzo toscano, quindi non ci sbagliamo troppo. La sua nuova canzone è ambientata -guarda caso- in Toscana, più precisamente a Prato Est che a quanto pare non è poi una gran bellezza di zona. Quasi una sorta di ideale prequel alla sua precedente traccia Quanto mi ami da 1 a 10? (scritta “per mandare a quel paese la propria ex”), è un brano che racconta una relazione che sta per finire, ma lungi dall’essere una traccia triste e presa male, si tratta di uno dei brani più upbeat, ballicchiabili e allegri che sentirete questa settimana. Lui dice “quando scrivo vengono fuori spesso canzoni confuse. Lo stato confusionale è il mio modo evidentemente di affrontare la vita”. Ad ogni modo è un brano che parte da un piglio cantautorale per rivestirsi di un abito molto pop, ma senza concedersi a eccessivi commercialismi: dura cinque minuti intanto, ha un ritornello piuttosto accattivante ma non da memorizzazione immediata, la narrazione è piuttosto lunga, per quanto ricca di citazioni “popolari”. Per quelli che quando si mollano non vogliono trincerarsi nelle canzoni malinconiche.
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