Elnoir, Narratore Urbano, Apice: le recensioni dei singoli italiani

Elnoir – Hades
Elnoir ha presentato quest’anno il suo progetto solista con tre singoli, l’ultimo dei quali si chiama Hades e ha un sound dark pop decisamente atmosferico e tetreggiante. Le vibe sono sicuramente alla Billie Eilish, con un brano ricco di bassi e di synth vagamente halloweeniani perfetti per il periodo in cui la canzone esce. Il ritornello ha una certa potenza, data sia dalla base sonora che spinge con forza (a differenza delle strofe più raccolte, quasi misteriose), sia dal testo potente in cui l’artista si presenta metaforicamente come il dio Ade. Un modo di fare musica che in Italia per qualche motivo, forse storditi dall’(indie) pop sanremese, non abbiamo mai davvero esplorato ma che invece -come è evidente ascoltando Elnoir- può regalare soddisfazioni anche dalle nostre parti.
Dave Borgobello – Amore glaciale
Dave Borgobello canta un Amore glaciale sul suo nuovo singolo, anticipazione di un doppio album d’esordio (!) che dovrebbe arrivare prossimamente. Quello che si sente nel brano è un sound cantautorale nel complesso, con una chitarra latina e mediterranea ad accompagnare il cantato profondo di Dave, per un’atmosfera che si intona perfettamente con il bianco e nero un po’ fumoso e retro della copertina del singolo. Nient’affatto male il pre-chorus, vagamente deandreggiante, e anche il ritornello con un cantato un po’ da Vinicio Capossela.
Dena Barrett – Vorrei farmi esplodere la faccia
I Dena Barrett propongono un secondo singolo a pochissima distanza da Halloween (che è il titolo del precedente singolo, non la festa, ma in realtà in questo caso anche la festa). Il nuovo brano ha un titolo che esprime un desiderio molto chiaro: Vorrei farmi esplodere la faccia; titolo che peraltro è semplicemente il primo verso del testo, un po’ come nelle poesie che si studiavano a scuola. A differenza dell’indie rock del primo pezzo, qui abbiamo un rock alternativo con discrete distorsioni, un bel piglio deciso e martellante aiutato anche dalla produzione molto pulita che dà alla canzone una carica forte. Gli echi di Ligabue che avevamo percepito in Halloween qui non ci sono, ma la cosa tutto sommato è anche un bene, senza nulla togliere al popolare “rocker”.
Draxe – Xanny Rage
Titolo molto americano per Draxe con il nuovo singolo Xanny Rage. La canzone è un pezzo trap downbeat e oscuro, con un testo a malapena comprensibile sia per gli effetti estremi apportati alle linee vocali, sia per l’uso smodato di anglicismi. Il tutto si risolve in poco più di due minuti, e si fa abbastanza fatica a entrare nel pezzo prima che sia già finito. Non ci sono ritornelli o hook, il beat resta sempre identico; è chiaro che si tratta di una canzone scritta per settare una vibe (come probabilmente direbbe Draxe) più che per restare in testa, ma si tratta probabilmente di una vibe che non ci appartiene.
Elmoor – Possibilities
Primissimo singolo, ma già le idee molto chiare per gli Elmoor, rock band trevigiana che ha chiaramente un amore per le sonorità che provengono d’Oltremanica. Quello che il gruppo propone su Possibilities è un indie rock molto vicino all’alternative rock, con il basso in primo piano, riff di chitarra degni di nota tanto per la chitarra ritmica che per la lead, e un cantato con un accento nient’affatto male per una band italiana. Non c’è un ritornello super catchy che resti impresso fin dal primo ascolto, però la canzone suona davvero bene e credibile, e quindi non se ne sente nemmeno troppo il bisogno perché tutto il resto contribuisce a rendere Possibilities un ottimo brano.
Estrels – Should Have Known Better
Quarto singolo, nonché secondo del 2023, per Estrels. L’artista romana nata in Brasile canta in inglese sulla sua Should Have Known Better, che è essenzialmente un brano pop con un arrangiamento molto fine e delicato costituito da percussioni appena appena percettibili a dare il ritmo e una bella chitarrina leggera, a fare da sfondo alla voce molto particolare di Estrels. La canzone è orecchiabile e anche abbastanza accattivante, ma quasi si vorrebbe che si fosse osato un po’ di più con l’arrangiamento, per dare una spintarella in più alla canzone e farla “pompare” maggiormente.
Frejico – Tutto bene?
“Tutto bene?”, chiede Frejico nel titolo del suo nuovo singolo, terzo brano inedito del 2023. Il nome della canzone ha una certa carica ironica perché, come spiega l’artista, “a volte sembra che il mondo non riesca ad aprire gli occhi di fronte alle ingiustizie e a ciò che fa mi stare giù”. Il sound di Tutto bene? sta su un pop rock che specialmente nel ritornello affianca un cantato vagamente urban e ipercontemporaneo con accordi ariosi alla Weezer e un synth ossessivo ma ben inserito. La commistione di elementi pop ed elementi rock è fatta bene, crea un brano leggero ma che è dotato di un certo “edge” dato dalle chitarre, che lo rende in automatico un po’ più figo di un brano pop random che passa di solito per radio.
Gate 66 – La tecnica del doppio
I Gate 66 si presentano con La tecnica del doppio, un brano in collaborazione con Elena Cataneo che affronta il tema delle “identità, la propria e quella desiderata, alla ricerca l’una dell’altra, spesso in contrasto e, raramente, come per magia sovrapposte”. La band parte da una base trip hop / R&B con forti elementi elettronici sui quali si innesta un cantato particolare, molto spazioso e poco accattivante -cosa che del resto si potrebbe dire anche della base sonora del brano. Il risultato è un’atmosfera un po’ mistica, sicuramente alienante e in parte ossessivo-allucinata, che forse non fa troppo per avvicinarsi all’ascoltatore.
Narratore Urbano – La roba di classe
Da ex studente del liceo classico, l’indirizzo meno umano degli indirizzi umanistici, capisco perfettamente cos’ha mosso Narratore Urbano nel suo ultimo singolo: un ambiente oltre i limiti della tossicità, pieno di arrivisti e leccaculi con l’ossessione per i voti e l’autocelebrazione e nessuna traccia di cameratesca solidarietà. Nel nuovo singolo La roba di classe lui ne fa una questione di classe sociale, di tipi umani borghese-provincialotti, e anche questo spesso può essere vero; sono la versione marcia di chi frequenta il classico, che vede nel greco e nel latino un marchio di prestigio sociale piuttosto che uno strumento di conoscenza.
Lo spoken word di Verdena incontra le influenze elettroniche di Little Boy, ma soprattutto ritorna prepotente la radice più hip hop che aveva animato alcuni vecchi pezzi del cantautore torinese, sia dal punto di vista ritmico-metrico che testuale, con i riferimenti alla iper-contemporaneità (“bianchi colletti che un po’ come certi bidelli in dieci secondi sono più che molesti”) e furbi giochi di parole (“La classe del Classico classista classifica gli altri per ceto e classi”). Questa è solo una delle sfaccettature della critica social-musicale di Narratore Urbano, che ha ancora tanto da dire e tanto dirà nell’album CTRL, in uscita il prossimo 15 dicembre. [Simone De Lorenzi]
Settembre Rosso – La sottile arte di lasciar perdere (Sümelga remix)
A giugno usciva La sottile arte di lasciar perdere, singolo dell’artista e polistrumentista Settembre Rosso, nome di battaglia del faentino Matteo Folegatti. Ora il brano riceve il trattamento del remix da parte dei Sümelga, duo attivo da circa un anno e mezzo. La nuova versione del brano ha sonorità più intime e rarefatte rispetto al rock distorto del ritornello originale e all’elettronica pompata delle strofe; per una volta il remix insomma non trasforma la canzone in un pezzo tunz tunz da discoteca, ma le dà una nuova vita più chill e ariosa.
Ali – Distesi (This Easy)
Secondo singolo per Ali, che ha debuttato quest’anno con il singolo Nel traffico. Distesi è una canzone che nel ritornello gioca anche con la somiglianza fra le parole “distesi” e “this easy”, che infatti sono richiamate anche nel titolo. È un brano synthpop mediamente ritmato che permette di ballare, o quantomeno ondeggiare a tempo. Piace l’atmosfera “distesa” e soleggiata, positiva del brano, piacciono un po’ meno i vocals che sono un po’ troppo autotunati e forse anche troppo alti nel mix rispetto al resto della strumentazione.
Always Smile – UTube
UTube degli Always Smile si apre con una persona che tossisce. Ew. A parte questo inciampo che non ci fa partire col piede giusto, dobbiamo riconoscere che in realtà il resto del pezzo è molto più gradevole, con un cantato rappato innestato su una base chill sulla quale si può quantomeno ondeggiare a tempo. Un pezzo che non sarebbe sembrato fuori dalle corde di un Neffa di inizio millennio ma che sa anche suonare attuale. L’identità del progetto Always Smile peraltro è ancora misteriosa, e attende di essere svelata al raggiungimento dei 100.000 follower su Instagram; al momento sono 380, per cui c’è parecchio da lavorare!
Apice – Tutte le donne
Dopo il singolo estivo (che di estivo aveva ben poco) Rumore bianco, Apice torna con un singolo autunnale che probabilmente qualcosa di autunnale ce l’ha. Tutte le donne è un brano che parla di… tutte le donne di cui l’artista ha cantato, che l’artista ha amato e che ha perduto. Buona parte della canzone è un intimo inno cantautorale con arrangiamenti di archi a sottolineare la solennità dell’incedere, ma dopo la metà interviene un netto cambiamento strutturale con un aumento dei giri e della varietà strumentale, una sorta di buildup che crea una dinamica niente male e anche un po’ a sorpresa. Si tratta ovviamente di un brano delicato, da ascoltare con l’attenzione più rivolta al testo che alla musica in sé (ma senza soprassedere sui suoni qui più ricchi e “protagonisti” che sul precedente singolo) e senza aspettarsi il ritornello da cantare sotto la doccia.
Campa – La paura
Luca Campa l’avevamo conosciuto l’anno scorso con il brano FLS di Silly Sam (con il quale condivide il batterista Charlie Amendola, che interviene anche su questa traccia): lo stile dei due ragazzi è simile, anche se Campa ha meno il piglio da rapper. La paura è una canzone molto sbarazzina, che guarda al taglio pop del pop punk – in una strumentale che al contempo ha certe movenze quasi easycore (ma proprio molto easy) – e riesce a sfornare un ritornello decisamente catchy; in generale appare una prova più fluida rispetto ai precedenti singoli. [Simone De Lorenzi]
Celestiale – Se lo sai
A qualche settimana da Giallo per Van Gogh, il suo primo singolo come Celestiale, il giovanissimo artista classe 2006 torna con un secondo singolo intitolato Se lo sai, fuori per Island Records. Tommaso continua nel suo tentativo di portare nel mainstream certe sonorità vicine all’hyperpop che qui in Italia non ha ancora preso del tutto, anche se rispetto al brano precedente qui l’hyperpop è relegato a mera co-influenza in quello che è fondamentalmente un pezzo pop intriso di urban, non lontano da quello che potrebbe essere un singolo medio di Blanco. Per noi meno particolare rispetto al brano d’esordio.
Segui la nostra playlist Italian Selection su Spotify, con la nostra selezione delle canzoni più interessanti uscite in Italia negli ultimi mesi!
Per leggere le precedenti recensioni dei singoli italiani clicca qui.