Maverix, Selflore, The Last Confidence: le recensioni dei singoli italiani

MaveriX – Sweet Alberta
Non lasciatevi ingannare dall’intro del brano: Sweet Alberta dei Maverix è un pezzo che ha parecchio punk rock dentro di sé. Si tratta solamente del singolo d’esordio per questa band autodefinitasi “cowpunk”, ma è chiaro che i membri del gruppo sono musicisti e artisti scafati. Lo dimostrano con gli arrangiamenti sapientemente disposti per dare una gran carica al brano e allo stesso tempo quel sapore di ranch americano, con le melodie fin troppo accattivanti, e con le influenze evidenti (Social Distortion, Green Day, Johnny Cash e Creedence Clearwater Revival, dicono loro) ma mai al punto da risultare dei tentativi di copia. Pezzo che può benissimo piacere ai punk nostrani così come agli appassionati del country rock; sicuramente dal palco uscirà un gran bene.
Mahout – Ecla
Ecla è il biglietto da visita dei Mahout, nuovo progetto firmato La Tempesta Dub. La band, in realtà già attiva nel panorama live non solo italiano da diversi anni, si presenta con un brano dal DNA diviso in parti uguali tra reggae e punk rock. Ed è questa la formula musicale del gruppo, che propone una perfetta fusione tra due mondi solo all’apparenza lontani. Il tutto “sporcato” da un’attitudine “di provincia”, quella provincia torinese culla di alcune delle sottoculture musicali più intense della scena italiana indipendente del secolo scorso.
Marsali – Bouquet
Ci era già piaciuto l’EP d’esordio di Marsali, intitolato Bouganville, risalente all’incirca a un anno fa. L’artista torna ora con questo singolo intitolato Bouquet che è un pezzo delizioso fra R’n’B e pop leggiadro. Lei lo definisce “una malinconia floreale”, ma in realtà i toni malinconici sono anche controbilanciati da una certa freschezza che rende Bouquet un brano perfetto anche per le giornate tiepidamente soleggiate di primavera. Nell’EP avevamo trovato tracce di artiste come Laila Al Habash e Galea nello stile di Marsali, ma in questo brano ci viene in mente subito un’altra bravissima artista italiana che è Cecilia, forse anche per lo stile vicino all’R’n’B di questo brano. Canzone quasi da colonna sonora di qualche film indipendente ambientato nell’Europa del Sud.
Selflore – Ragnatela
Un brano fedele al suono dei Selflore e al loro stile, che però segna un salto qualitativo e l’inizio della fase che anticipa il primo vero disco. Singolo dopo i singolo i Selflore hanno mostrato una consistenza che passa dalle scelte di produzione al comparto grafico: in Ragnatela brilla un tema principale a suo modo aggressivamente catchy, un brano che parte in medias res e che rallenta fino quasi a stravolgersi per poi dare l’ultima sferzata d’energia.
Amalia – Alice
Ci era piaciuta molto Amalia con il suo singolo Stanotte, risalente a circa tre mesi fa. L’artista torna ora con un brano intitolato Alice che vede un netto cambio di sonorità: dal pop con influenze R&B del pezzo precedente, voliamo qui a un pezzo dove strofe piuttosto pop alla chitarra vengono interrotte da un sorprendente ritornello EDM / synthpop. “Proprio come Alice nel paese delle meraviglie, anche io vivo con la testa fra le nuvole dentro la mia dimensione mistica e incompresa, in cui gli altri spesso non entrano”, racconta Amalia a proposito del brano. Il pezzo suona bene ed è anche abbastanza accattivante; forse serve un attimo di tempo per abituarsi a un cambio così sostanziale di sound.
Apice feat. Rareș – Rumore bianco
Cala la collaborazione importante Apice per il suo nuovo singolo Rumore bianco, che vede infatti il featuring di un cantautore quotato nel panorama indipendente italiano come Rareș. A un pochino più di un anno dal suo ultimo album Attimi di sole, Apice si ripresenta con un brano cantautorale che conserva tutta la sacralità della classica canzone d’autore italiana ma sapendo anche adattarla alle sensibilità odierne: non sarà magari il brano di cui ballare qualche stacchetto su TikTok, ma la strada di Apice è quella di una maggior cura all’attenzione del testo, alla calibratura del cantato (le voci dei due artisti peraltro si fondono davvero bene) e all’arrangiamento di qualità, e se questo modo di fare musica in Italia resiste da almeno sessant’anni a questa parte siamo sicuri che gli ascoltatori sensibili alle sonorità più ricercate e da ascoltare con cura continueranno a non mancare.
Bucossi – Gli amanti non sopravvivono
Bucossi sembra il passato remoto poetico di un verbo, ma è in realtà più prosaicamente il cognome dell’artista omonimo, già visto all’opera con il progetto Alaveda. Il cantautore romano ci presenta un singolo intitolato Gli amanti non sopravvivono, ispirato nel testo e nelle atmosfere cupe dal film di Jim Jarmush Only Lovers Left Alive, da cui ha ereditato l’opposto del titolo. Bucossi su questo brano adotta sonorità che si avvicinano al post-punk così come all’indie rock, ma con vibe a tinte fosche e anche vagamente minacciose nel sound massiccio delle chitarre, mentre il cantato si mantiene su tonalità un po’ più melodiche e leggere. Ci piace molto il pattern musicale del brano, che forse manca un pochino di un hook o di un ritornello veramente accattivante che faccia restare in memoria il pezzo ma che in quanto a energia e visione artistica non è secondo a molti fra le uscite di questa settimana.
Cortese – L’estate del 2003
E che gli avrà fatto il 2003 alle persone? Di certo si stava meglio allora, nella beata ignoranza e nell’ottimismo che il benessere dei precedenti sessant’anni avevano indotto la nostra società a prendere come chiave di lettura della storia recente, ma è curioso che proprio quell’anno susciti così tanti bei ricordi (chiedere a Patty Walters). Nel caso di Cortese -da non confondere con Pier Cortese- la scelta del 2003 è in effetti anche abbastanza logica: il cantautore pugliese è classe 1985, per cui l’estate del 2003 gli evoca i ricordi dei 18 anni. La sua canzone però non eccede nella malinconia: nel testo e nel sound c’è un filo di nostalgia per quei tempi beati, ma il brano è upbeat, si muove tra una chitarra e dei synth gentili ma allegri e vagamente Chvrches. Potrebbe benissimo essere una canzone pop dei primi anni 2000, ma senza affatto suonare datata.
Emil Moonstone & The Anomalies – All It’s All Over
Proposta a tinte sperimentali quella che arriva da Emil Moonstone con i suoi The Anomalies. L’artista e compositore, da lungo tempo sulle scene musicali, ha da poco pubblicato un disco intitolato Naked Is Man Upon the Earth, e All It’s All Over è la seconda traccia dell’album. Le sonorità del brano si avvicinano a quelle del rock alternativo ma con decise sperimentazioni derivanti dal synth quasi “alieno” che accompagna la traccia e dal cantato sicuramente lontano da quella che è la media anche nel rock moderno, con un cantato molto spontaneo e grezzo, effettato ma per suonare addirittura “peggio” di quanto suonerebbe senza ritocchi. Canzone coraggiosa e di nicchia, quella alternativa che cerca sperimentazioni fuori dai soliti giri.
The Last Confidence – La solita storia
La solita storia sarà anche il titolo del nuovo brano dei The Last Confidence, ma non è certo un’accurata descrizione per il brano in sé: la band bergamasca infatti, come già aveva fatto per il precedente singolo Il sistema, ha deciso di mettere da parte le velleità più indie che caratterizzavano l’ultimo lavoro Dove sei ora e rituffarsi nel punk diretto e grinzoso degli esordi, pur con tutta la pulizia che anche questo genere ormai richiede in fase di produzione e nel cantato. La solita storia è punk nell’attitudine, nelle sonorità e pure nella durata, visto che supera a malapena i due minuti; ci piace l’energia, anche se forse il ritornello non resta in testa facilmente come accade invece per molti altri pezzi della band. Ad ogni modo, i ragazzi ci dicono che un album è pronto per dopo l’estate, e siamo davvero curiosi di ascoltarlo, anche per festeggiare come si deve i dieci anni di carriera del gruppo.
Segui la nostra playlist Italian Selection su Spotify, con la nostra selezione delle canzoni più interessanti uscite in Italia negli ultimi mesi!
Per leggere le precedenti recensioni dei singoli italiani clicca qui.