Cosmetic, Lamette, Solisumarte: le recensioni dei singoli italiani

Cosmetic – Riopetra
A qualche mese dall’ultimo singolo Morsi, i Cosmetic tornano con un nuovo brano intitolato Riopetra e annunciano anche l’uscita del prossimo album Paura di piacere, previsto per aprile su To Lose La Track. Riopetra, che la band spiega essere il nome di una piccola frazione del loro paese di origine caratterizzata da una strada tortuosa con pericolosi burroni attorno, è un pezzo tra alternative rock, emo e indie molto in stile Cosmetic. Tra il riff di chitarra e le due voci maschile e femminile di Bart e Alice sembra un pezzo bello dei Tigers Jaw, anche se loro dicono Raein e Nomadi per le strofe e Weezer ed Ash per il ritornello. In effetti strofe e ritornello hanno un mood completamente diverso tra loro: più sofferte e intense le prime, più arioso e poppeggiante il secondo, tanto che il pezzo in origine si doveva chiamare Bipolare. Punti bonus per l’accento romagnolo del bridge recitato.
Andrea Mingione – Fuori città
Un pianoforte e un beat minimale: questi gli ingredienti utilizzati con parsimonia da Andrea Mingione per il suo nuovo singolo Fuori città. Una scelta oculata presa appositamente per mettere in primo piano l’elemento cui l’artista ha voluto conferire la maggior importanza, ovvero il testo dove Andrea difende con passione la propria decisione di seguire il proprio istinto e provare a fare della musica l’occupazione principale, in faccia a tutti quelli che gli hanno detto di trovarsi un “lavoro vero” perché di suoni non si campa. Un discorso sentito tante volte ma che per un musicista non cessa mai di suonare attuale, visto anche l’impegno che richiede il percorso artistico e gli sguardi perplessi quando non proprio delusi delle persone che gli stanno intorno. Il beat in ogni caso, nella sua semplicità, fa un lavorone perché pur restando in disparte dà il ritmo perfetto alle parole di Andrea e caratterizza il pezzo dandogli una personalità.
Chimmeri – Piove ancora
A qualche mese dal precedente singolo Lucy, Chimmeri torna con un nuovo brano intitolato Piove ancora, dedicato a una ragazza che l’ha “fregato già dal primo ciao” e con cui le cose purtroppo alla fine non hanno lo sviluppo che l’artista desiderava -e il “ciao” diventa quindi un saluto d’addio, secondo quella caratteristica unicamente italiana in cui lo stesso saluto vale sia per quando si arriva che per quando si va via. Le sonorità del pezzo, spinte dal beat di Mr. Brux, si mantengono sullo stile urban che già avevamo ascoltato su Lucy, con un ritornello piuttosto orecchiabile per quanto manchi forse il punto che spinga il brano rendendolo davvero memorabile.
CloudCaster – Accabadora + Tempesta
Cresce la compagnia dei musicisti che fanno delle proprie radici sarde un manifesto artistico: dopo la bella prova di Bluem sul suo EP Notte dello scorso anno, ecco i corregionali CloudCaster, che fanno seguito al loro album Evocare (2019) con questo doppio singolo Accabadora + Tempesta, per un totale di 12 minuti di musica equamente distribuiti. Come Bluem, anche loro mescolano due lingue (in questo caso l’inglese e il sardo), ma a differenza di Bluem il loro sound si espande su una palette di generi e di mood molto diversi. Accabadora parte tranquilla e riflessiva, quasi rock sperimentale, per terminare come pezzo rock pesante con le chitarre iperdistorte e potenti vocals da parte di Giulia; Tempesta parte lenta e atmosferica con una chitarra e un violino per poi trasformarsi in un pezzo post-rock, anche questo piuttosto energico. La Sardegna insomma continua a proporre artisti underground non solo di qualità ma anche con un’interessante ricerca “etnoartistica” se così si può dire (per le spiegazioni delle copertine dei due brani e come questi si leghino alle tradizioni sarde rimando a ulteriori articoli che meritano comunque un approfondimento).
Forse Danzica – Noir
Un nuovo capitolo electro-pop dalle venature post-punk del progetto di Matteo Rizzi dedicato a tutti quelli che, almeno una volta, si sono sentiti immersi nel sentimento dello spleen. Un brano dedicato a tutti quelli che si sono chiusi, volontariamente o meno, in un isolamento cittadino, per chi ha provato la tristezza sentendo le feste fuori dalla finestra, per tutti i solitari che ancora non conosciamo. Forse Danzica è un progetto surreale e ben definito che si conferma tra i più interessanti qui al Nord.
Kimerica – Not Anymore
Torna anche la cantautrice e producer Kimerica, che ci racconta le sensazioni che rimangono alla fine di una relazione tossica. Nessuno come lei può raccontare il dolore muovendosi su giri elettronici, e Not Anymore è per tutti i reduci là fuori. Un brano che, attraverso sonorità elettroniche cadenzate da elementi acustici, dipinge un quadro notturno e conturbante. Alternando italiano e inglese apre uno scorcio su quel sentimento di disillusione che si prova quando l’incantesimo si rompe e si comincia a vedere la luce in fondo al tunnel, ancora da lontano. Ci sono molti elementi di disturbo, distorti, squillanti, sincopati, che vanno a dialogare con la voce che è invece ripetuta come una sorta di mantra di autoaffermazione.
Lamette – Occhi diamanti
Venerdì 14 gennaio è uscito il tanto atteso (almeno in certi ambienti) primo disco della Sad di Theo, Fiks e Plant. Un disco neo pop punk dove i testi parlano esclusivamente di due temi: le tipe che hanno spezzato il cuore ai tre musicisti, e “la cocaine e gli Xan” di cui il trio tiene a sottolineare in ogni brano di essere un abituale consumatore. Tutto quello che abbiamo appena scritto potrebbe essere applicato anche a Occhi diamanti, il nuovo brano dei Lamette, visti l’ultima volta qualche mese fa in un feat. con Tamì. La canzone parla di “una relazione d’amore in cui è difficile comunicare”, contiene svariati riferimenti alle droghe e soprattutto presenta un sound abbastanza inedito per il duo: senza arrivare davvero alle distorsioni e alla carica tipica del punk, è una canzone molto più basata sulle chitarre e su un ritmo “alla Blink-182”, che potrebbe quindi benissimo inserirsi nel filone del nuovo pop punk che sta prendendo piede in Italia sulla scia di Machine Gun Kelly e Travis Barker. Genuinamente curiosi di scoprire se si tratterà di un unicum nella discografia del gruppo o se le prossime produzioni pucceranno maggiormente i piedi in queste acque.
Lamponi di Piombo – Oasi
Nel 2021 c’è ancora chi si mette in testa l’idea -probabilmente malsana- di fondare una nuova etichetta e provare a combinare qualcosa con gli artisti emergenti. Tanto di cappello quindi a prescindere da tutto ai ragazzi de Le Stanze Dischi, nuovissima label milanese, che ha da poco messo sotto contratto questo duo fiorentino dal nome bizzarro, Lamponi di Piombo, anch’esso esordiente con i primi due singoli Tritolo e Fast Food usciti nel 2021. Sul nuovo brano Oasi il duo propone un pop rock fresco e orecchiabile, che pare quasi venuto fuori da qualche rotazione radiofonica pomeridiana attorno al 2003-2004 ma senza sembrare datato. Musica upbeat e orecchiabile per i momenti spensierati.
Listrea – Un formicolio
Tornano i Listrea, band della provincia bresciana, per portarci ancora una volta nel tunnel: un disturbante mondo che ci riporta nei locali sotterranei e nel cuore della scena musicale underground; un mondo nostalgico che mischia elementi di noise, psichedelia e progressive e che ora, dopo una pandemia globale, ci sembra fantascientifico e sconosciuto. Un formicolio è l’ultimo capitolo prima di un disco di debutto che farà parecchio rumore, e noi non vediamo davvero l’ora.
Serena Coal – Alquemist
I Serena Coal rispolverano un singolo dal loro ultimo EP Bright, dando un boost alla seconda canzone della tracklist, ovvero questa cullante e deliziosa Alquemist, con un video nuovo di zecca. La band bresciana unisce sonorità tra soul e R&B, con un mix che dà un suono particolarmente limpido e cristallino a tutti gli strumenti usati: particolarmente pleasing all’orecchio il suono della batteria e della chitarra, ma anche la voce di Serena Carbonini (gioco di parole non passato inosservato), già melliflua e calmante di suo, entra nei canali uditivi che è un piacere. Alquemist è un brano dedicato alla creatività, “dove l’atto creativo non è solo un gesto ma l’autenticità di sé stessi in forma materiale, il contatto con il nostro io più vero”.
Solisumarte – Palazzi bui
Comincia il 2022 anche per i bresciani Solisumarte, che avevamo visto più volte lo scorso anno, fra cui l’ultima con il singolo Era scritto. Forse stanchi di venire paragonati agli Zero Assoluto, con Palazzi bui ci presentano un brano più vicino al synthpop che all’indie, dal mood molto chill; un pezzo che si presterebbe perfettamente a un remix per una compilation o playlist da lounge bar. “Durante la notte le emozioni e i sentimenti sono amplificati. In quei momenti spesso ci si ritrova a pensare alla propria vita, agli errori commessi e ai rimpianti del passato. Cerchiamo quindi di scavare dentro di noi per ritrovare un po’ di luce in mezzo a tutto questo buio”, raccontano i Solisumarte a proposito del singolo.
Sugar for Your Lips – Idea
Loro si chiamano Sugar for Your Lips, ma a dispetto del nome cantano in italiano e vengono da Cosenza. Idea è il loro nuovo singolo, fuori per Overdub Recordings, ed è un brano alternative rock con ampie schitarrate reminiscenti di emo e post-hardcore, tratteggiato da lunghi momenti di sola musica che ci fanno apprezzare la compattezza sonora del rock proposto dal quartetto. Sarà per lo “zucchero” in comune nel nome, ma i vocals mi fanno venire in mente gli Sugarfree di Cleptomania, anche se qui si pesta molto più duro ovviamente. Secondo quanto dichiarato dalla band, il brano “nasce dalla necessità di trovare qualcosa a cui aggrapparsi per non affogare in un mare di merda”, un concetto che pare molto in linea con le sonorità angsty della canzone.
Tales of Sound – Paura
È orribile. Non la canzone, ma avere paura di un luogo amato, come ci ricordano i Tales of Sound in apertura alla loro nuova traccia Paura, citando un monologo del film Il buio nell’anima con Jodie Foster. La paura, uno dei principali motori dell’agire umano, è qui analizzata nella dimensione in cui questa si manifesta in noi nei confronti di altre persone, ovvero altri essere umani proprio come noi. Il tutto espresso in un brano con sonorità elettroniche martellanti e un po’ stranianti e un cantato figlio dell’hip hop. Una ricetta simile a quanto sentito qualche tempo fa sul brano Metallico, ma in questo caso con meno influenze rock (“purtroppo”, aggiungiamo noi, ma questo è un gusto squisitamente personale). “Paura è indossare un sorriso di circostanza che nasconde urla di disagio”, spiega il gruppo.
Urania – Orbita lunare
Nel singolo di debutto delle Urania convivono sonorità synth indie pop che celebrano la forza, il coraggio e la bellezza dell’amore. Un ritorno carico di passione alla musica, al valore delle parole e degli incontri dopo la lunga chiusura. Se avete mai letto un vecchio Urania che avete ritrovato a casa o su una bancarella polverosa, nel progetto Urania ritroverete quelle sensazioni di romantico straniamento. Un ottimo debutto che non vediamo l’ora di vedere dove ci porterà.
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