Ariete, Cosmetic, Jamila: le recensioni dei singoli italiani

Ariete – L
Dopo la sbornia estiva tra un tour completamente sold out in tutta la Penisola, una hit estiva alternativa come L’ultima notte e l’ascesa ormai in pianta stabile fra le star della nuova musica italiana, Ariete inaugura l’autunno con un nuovo singolo intitolato semplicemente L. Il sound del brano smorza la relativa esuberanza de L’ultima notte tornando su sonorità più intime e raccolte, viste anche in brani come Venerdì e Insicuri; l’arrangiamento è più semplice e minimale, reggendosi quasi esclusivamente su una chitarra emo-rap di stampo più americano che italiano. L non ha forse l’immediatezza e la forza propulsiva di hit istantanee come 18 anni o Pillole, ma il lato più vulnerabile di Ariete ha sempre la capacità di esercitare un certo fascino decisamente non comune per un’artista che, in tutto questo, deve ancora raggiungere i vent’anni di età.
Cosmetic – Morsi
Morsi è il nuovo singolo dei Cosmetic, con la collaborazione di Vrcvs ovvero Filippo Rieder ex Fine Before You Came (giusto per non correre il rischio di essere poco emo). Segue di qualche mese l’uscita del bel singolo La luce accesa, sempre per l’etichetta To Lose La Track, e come già su quel singolo continua la sperimentazione della band con suoni che non nascono necessariamente dalle chitarre: la traccia strumentalmente è retta da un pianoforte semplice ma molto struggente (molto emo, ci verrebbe da dire) e da synth sui quali si innesta una batteria sulle punte che fa costruire pezzo dopo pezzo una sensazione di attesa e di carica. I vocals sono senz’altro la parte più riconoscibile e inalterata; chi apprezza l’emo in qualsiasi sua forma non può che sentire un piacevole tepore nel cuore ascoltando queste melodie e tonalità tipiche del cantato emo, che poi in realtà se la voce fosse effettata trap potrebbe essere anche l’intro della nuova hit di Blanco. Insomma, chitarre o meno chitarre, i Cosmetic ci piacciono davvero sempre tanto, e non possiamo che celebrare questo brano che “dipinge tutta la voglia della nostra generazione di spaccare in due i percorsi obbligati creati dai nostri genitori e di ricominciare da capo, rifacendo le cose a modo nostro, ora che siamo genitori a nostra volta.”
Purple Fam – Giostra
Purple Fam è un collettivo di Pesaro e Urbino nato da un format di serate, poi evolutosi in progetto musicale, brand di abbigliamento ed etichetta indipendente. Bore ed Elle J, appartenenti alla fam, hanno appena dato alla luce questo nuovo singolo intitolato Giostra, che vede la partecipazione di dNoise alla produzione. Il brano si sviluppa su un beat tipicamente reggaeton ma con notevoli influssi trap, specialmente nel cantato e nella voce effettata; è una canzone che racconta la lotta di un giovane contro le prime avversità della vita adulta, ma anche un modo per lanciare una provocazione nei confronti di un’Italia “sofferente, opportunista e meschina, fondata su regole che funzionano solo per gli sciocchi.” Sonorità iperattuali ma anche una certa dose di critica sociale, che è sempre gradito trovare nelle produzioni più recenti e da parte dei giovani artisti.
Otto X Otto – Yang
Secondo singolo del 2021 per gli Otto X Otto, anche se il precedente, Soli, era uscito ad anno appena iniziato. La band di Aurora Dischi propone un brano pseudo synth pop di derivazione indie, caratterizzato da un beat delicato ma piuttosto incalzante, e poggiato con tutte e quattro le zampe sulla bella voce di Anna Paladino, che ci catapulta per tre minuti in paesaggi sognanti e confortanti; un po’ come se Laura Pausini facesse canzoni piacevoli da ascoltare, diciamo. “Per scrivere questo pezzo ci siamo guardati dentro e abbiamo analizzato cosa rappresenta uno per l’altro e abbiamo deciso di spiegare, con una canzone, come ci sentiamo: diametralmente opposti ma in fondo un po’ simili”, racconta il duo a proposito di Yang.
Lolaplay – Ondanomala
Nuovo album per i Lolaplay, che hanno appena pubblicato la loro terza fatica discografica Il futuro è cambiato. L’ultimo singolo estratto dal disco è questo piccola chicca che è Ondanomala, un brano piuttosto lungo (anzi, per gli standard attuali lunghissimo: dura 5:04 minuti) ma che la sua durata la giustifica tutta. Il sound di Ondanomala è definibile come un alternative rock con però svariate influenze differenti: ci si sente dentro del folk rock come da tradizione italiana nello strumentale (peraltro molto autunnale: ce la immaginiamo suonata in una venue all’aperto a fine settembre con le foglie degli alberi che cominciano a diventare rosse e marroni), ma anche una punta di emo/alternative nei vocals, che soprattutto nel ritornello ci ricordano l’interpretazione di gruppi come i Cara Calma.
Jamila – Storia
Un giovanissimo prospetto dalle potenzialità enormi quello che si ritrova in casa Ferramenta Dischi con Jamila, cantautrice toscana classe 2001 che si appresta a pubblicare il proprio album d’esordio Frammenti il prossimo 12 novembre. Storia è l’ultimo singolo estratto dal disco, dopo La dottrina delle piccole cose, Gesù e Giovani che scalpitano a letto. È un brano che parte spoken word, poi diventa cantato e mantiene per tutta la sua durata un mix dei due stili vocali, tanto che sembra quasi di assistere a una rappresentazione teatrale più che di essere sul freddo Spotify ascoltato tramite delle cuffiette. L’interpretazione vocale di Jamila mi ricorda vagamente quella di Emma Nolde, anche se lo stile è più narrativo, come se Jamila ci stesse recitando una poesia e non “solo” un testo musicale (si potrebbe obiettare che tutti i testi musicali possano rientrare nella categoria delle poesie, ma quello di Storie ci rientra un po’ di più). Musica di classe.
Giorgio Ciccarelli – Sei qui
Un nuovo Giorgio Ciccarelli, un nuovo mondo di rock ed elettronica mai sentito prima e finalmente svelato. Sei qui, il nuovo singolo dell’oscuro chitarrista rock noto per la sua militanza negli Afterhours, anticipa il terzo album in uscita il 29 ottobre 2021 (dal titolo Niente demoni e dei). Questo brano è un tormento che si placa, un romanticismo di un uomo ai margini, una meraviglia sonora che ci fa ben sperare per il nuovo album in arrivo.
Il Generatore di Tensione – Comprare le calze
Forse nel momento in cui ti ritrovi a comprare un paio di calze, e ti manca qualcuno, ti accorgi di essere davvero innamorato. Questa è un po’ la storia che racconta un duo di Bologna in Comprare le calze, il nuovo capitolo musicale de Il Generatore di Tensione che è un’atipica canzone d’amore, a tratti sfacciatamente pop, che descrive le piccole mancanze, la quotidianità e quel sentimento inevitabilmente autentico che si prova anche quando si va a comprare un paio di calzini.
Francesco Savini – Equatore
“L’altro giorno in erboristeria cercavo una cura per la mia ipocondria”. Così comincia Equatore, il nuovo singolo del cantautore Francesco Savini, già visto all’opera negli ultimi dodici mesi con una serie di bei singoli fra cui i recenti Zenzero e Bombe nucleari usciti per Le Siepi Dischi al pari di quest’ultimo. Il brano presenta una versione ancora più intimista e raccolta di Francesco rispetto a quanto udito su Zenzero, anche se poi il finale del pezzo esplode in una climax più energica e potente, secondo uno schema visto anche in Bombe nucleari che esalta l’appiccicosità della frase “il tuo ombelico è come l’equatore” ripetuta a più riprese nel ritornello. Alla fine la cura per l’ipocondria che cerca Francesco non la si può trovare in erboristeria, né ricercandola sul fondo di una bottiglia a tarda serata, ma sta nell’antichissimo lavoro di mettere in musica e per iscritto i propri sentimenti, le proprie turbe e le proprie emozioni. Un po’ un inno d’amore alla musica sui generis.
Colombo – Domani su Marte
Cantautore bresciano ma ora di stanza a Milano, Colombo si ripresenta sulle scene con il suo singolo Domani su Marte, dopo che nel 2020 era uscito Corpi al sole. A una prima classificazione il brano rientra per forza di cose nella categoria dell’indie pop, ma qui approcciato in maniera accattivante da Colombo, quasi con un piglio rock (prendete il termine con le pinze) che dà tutta un’altra carica alla canzone, aiutata anche dall’interpretazione disinvolta e sicura dell’artista con i suoi vocals molto orecchiabili. Non sappiamo dove arriverà Colombo, ma le credenziali per entrare nel circolo della scena indie sembra averle tutte.
Babbutzi Orkestar – Il ballo di cha cha
Esilarante, come al solito, e fuori da ogni classificazione il nuovo singolo della Babbutzi Orkestar. Il ballo di cha cha ci spiega goliardicamente i passi per danzare appunto il ballo che dà il titolo al brano; un po’ come se fosse Il ballo di Simone o Gioca Jouer (o La canzone del capitano di DJ Francesco), solo che qui i passi del ballo sono decisamente a caso: “questo ballo si chiama cha cha / si può ballare con la faccia / si può ballare con la panza / lo può ballare qualsiasi razza / metti una mano sopra l’altra / alza anche un po’ la gamba / puoi alzare anche l’altra ma solo se sei Superman”. La “banda” è nota per la sua “Balkan sexy music”, di cui questa canzone è bene o male erede spirituale, con i suoi testi squinternati e soprattutto una gran voglia di fare caciara. Il ballo di cha cha lo balliamo molto volentieri al prossimo show della banda; se ci saranno ancora le sedute obbligatorie potremo addirittura alzare entrambe le gambe senza essere Superman.
Amaro – Quasi senza rancore
Il cantautore romano Amaro si prepara a pubblicare il suo EP d’esordio Tutte le ma(donne) della mia vita, “ispirato alle donne della sua vita
che lo hanno segnato positivamente e negativamente”, con “quattro brani che raccontano storie d’amore, alcune finite male e altre tragicomiche.” Quasi senza rancore è il primo singolo, che tra riferimenti a mele avvelenate e poteri di oscurare i cieli parla di una donna che assume quasi i tratti della strega di Biancaneve. Il sound del brano è di un pop rock molto apprezzabile e orecchiabile, anche abbastanza artistico, un po’ come se Vinicio Capossela facesse canzoni radio-friendly.
Alessio Marucci – Mongolfiere
Mongolfiere è il singolo che segna il ritorno di Alessio Marucci, a quasi tre anni dal suo ultimo brano Improvvisamente, proposto anche a Sanremo Giovani nel 2018. La tentata partecipazione alla principale rassegna canora nazionale non è in effetti sorprendente viste le sonorità di Mongolfiere, legate a un pop erede della tradizione cantautoriale italiana, anche se arricchito dall’innesto di chitarre rock (sempre nell’accezione che il termine ha nel nostro Paese). Un brano forse un po’ lontano dai gusti del mercato contemporaneo, ma che può comunque trovare una nicchia di ascoltatori fedeli a questo tipo di ricerca sonora.
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