Halflives, Adelasia, Lithio, De Mian… le recensioni dei singoli italiani

Halflives Victim
Halflives – Victim

Grandi novità in casa Halflives: Victim è il singolo con cui la band italo-francese annuncia l’uscita del suo nuovo EP, intitolato semplicemente V e previsto per il 2 luglio. L’EP conterrà anche le canzoni precedentemente pubblicate Vibe e Villain, e come avrete potuto intuire tutti i suoi cinque brani iniziano con la lettera V. Victim pende verso il lato più dark pop della band, nota per la sua miscela di sound rock, pop alternativo ed elettronici già apprezzata sull’ultimo EP Resilience. È un brano che fa giustamente leva su un ritornello molto orecchiabile, ma anche le strofe appaiono curate nei dettagli. Victim “parla del sentimento ossessivo che a volte sviluppiamo per qualcuno o qualcosa che non possiamo avere. Anche se sai che non ti fa bene, trovi sempre qualche scusa per restarci aggrappato fino a farti consumare”, spiega la leader del gruppo Linda Battilani.

Adelasia – Giornata storta

Giornata storta è un brano che si impone come un singolo estivo per chi, un po’ come tutti, vive continuamente giornate storte, psicodrammi e amori non corrisposti, e riesce comunque a riderne e a lasciar correre. Ironia e malinconia convivono qui con sussurri, riverberi e atmosfere subacquee. Benvenuti nel nuovo mondo di Adelasia che da più rassegnato e oscuro si tinge di tinte pastello e sembra rasserenarsi. I tormenti di Adelasia hanno finalmente fine, e nonostante le giornate storte, non mancano di autoironia. Bellissimo pezzo in cui è impossibile non ritrovarsi.

Cécile – Secondo notturno

Cosa poteva arrivare dai Cécile dopo Primo notturno? Ma naturalmente Secondo notturno. Il secondo singolo del duo toscano, che anticipa l’EP d’esordio La fine della festa in arrivo a giugno, è un singolo cantato, a differenza del precedente che faceva leva sull’uso quasi esclusivo dello spoken word. Questo rende il brano senz’altro più approcciabile, anche se questo non va a scapito della qualità a cui i Cécile puntano: gli strumenti giocano un ruolo di accompagnamento, senza togliere eccessivo spazio alle linee vocali che restano il centro anche di questa canzone. “C’è l’amore umano concluso, vittima degli sbagli e consumato dagli anni, col suo lascito di dolore e dolcezza. E poi c’è l’altro amore, quello per la musica, al di sopra del tempo e degli spazi”, raccontano i Cécile.

Chimmeri – Lucy

Terzo singolo per l’artista romano Chimmeri, che arriva dopo Treni e Come gli Stati americani. Lucy esce per Lizard Records e si muove su quella direttrice ibrida fra suoni trap e indie-pop che ultimamente ha preso parecchio piede. Tra un ritornello con echi di Lezioni di volo di Wrongonyou e linee vocali che concettualmente si possono far risalire agli ormai pseudodimenticati successi dei Crazy Town (che Chimmeri ne sia consapevole o meno), Lucy è un brano che si ascolta piacevolmente, narrando “un mosaico di rapporti al capolinea che rimarca il nostro bisogno di parlare di ciò che ci manca per metabolizzare il dolore.”

De Mian – Forse non più me stesso

C’è della rabbia che De Mian ha bisogno di sfogare, nel modo in cui un artista riesce meglio, ovvero mettendola in musica. In Forse non più me stesso, nuovo singolo del cantautore ed ex tastierista degli Hypnotika, riecheggia il risentimento che Damiano prova per alcune persone della sua specie, quelle “intente a vivere la loro normalità”, vista dall’artista sì con disdegno, ma anche con un pizzico di invidia perché quella sicurezza emotiva che deriva dalla quotidianità “normale” per molte persone, per un artista è quasi completamente assente. Ecco allora che Forse non più me stesso si snoda, in modo anche a volte volutamente caotico e “ad alta tensione”, su un sound rock ricco di elettronica, a tinte quasi industrial specialmente nelle strofe. Un brano che mantiene per tutta la sua durata un ritmo trascinante e urgente, per persone che vorrebbero urlare la propria rabbia al mondo ma si affidano alle parole di una canzone.

Debora Pagano – Chi fa da sé fa per tre

Chi fa da sé fa per tre: un mantra da ripetersi in ogni cosa nella vita vista la quantità di squali o di fanfaroni che popolano qualsiasi angolo del pianeta. Debora Pagano l’ha fatto suo per questo nuovo singolo, che però esce con la collaborazione dell’etichetta Gotham Dischi, segno che forse l’artista ha trovato un team di persone di cui potersi fidare. Chi fa da sé fa per tre è un brano elettropop incalzante, che si fa apprezzare specialmente nel ritornello. Debora Pagano ci dice che ha “scritto questa canzone in un momento in cui mi sono sentita apparentemente abbandonata sul piano lavorativo e musicale, un momento in cui avrei avuto bisogno di una mano e di un aiuto concreto, ma questo non è arrivato”.

Ian Luis – Divino

È una canzone pop ritmata quella con cui il siciliano Ian Luis batte un nuovo colpo dopo l’uscita del suo EP d’esordio Generale paranoia dello scorso anno. Divino segna la sua collaborazione con Maionese Project, la label di Matilde Dischi dedicata alla ricerca di talenti emergenti, e tra dettagli vagamente splatter (“i sentimenti li hai nascosti dentro i cadaveri dei tuoi ex”) e melodie nostalgicine, ci racconta “come l’apatia di una persona possa trasformare l’ambiente che la circonda che, freddo e neutro come la neve, polverizza le sue emozioni.”

Inarte.Teo feat. Uale – California

California è il nuovo singolo di Inarte.Teo feat. Uale. Un nuovo capitolo che racconta le periferie di Roma, sognando di essere in California. Un brano che ci riporta allo stato emotivo dell’attesa di un viaggio e della conseguente leggerezza dopo un periodo per niente facile. Ecco un mondo dove le periferie di Roma sono come la California, distesa e pacifica, dove surfisti e sole ci allontanano da traffico e asfalto. Un nuovo capitolo per una grande promessa del cantautorato urban della nuova scena romana.

Lithio – Paradise

In un mondo in cui gli artisti italiani che cantano in inglese intraprendono la strada delle canzoni in italiano, i Lithio fanno il percorso opposto, passando dall’italiano all’inglese per il loro quinto album, non per niente intitolato Revolution, in uscita più avanti nel 2021. Paradise è uno dei singoli che anticipano il disco, insieme a Deejay, e presenta un sound alternative rock molto influenzato dalle produzioni d’Oltreoceano. Se è vero che la band ha attenuato le influenze post-grunge degli esordi, qualche reminiscenza di questo genere rimane nelle sfumature di Paradise, che non stonerebbe all’interno della tracklist di qualche disco dei Nickelback o come ballad rock dei Papa Roach in versione meno tamarra. Un brano insomma poco “italiano” (anche se a tratti la pronuncia tradisce le origini dei Lithio) e molto proiettato sul panorama internazionale.

Lorenz Frame – Nuove illusioni

Un cappello cilindrico da prestigiatore (da cui escono banconote, il sogno di tutti) e un adesivo “parental advisory – explicit content” come si usava una volta quando nelle canzoni si dicevano le parolacce ed era necessario avvertire i potenziali acquirenti del grave pericolo di ascoltare un “fucking” o uno “shit” all’interno di una canzone heavy metal. È così che si presenta la copertina di Nuove illusioni, l’ultimo singolo dei Lorenz Frame, da Milano. È il quinto singolo all’attivo per il quintetto ma il primo del 2021, dopo che a dicembre scorso era uscito Cuori di fragola; i punti di forza del brano, su cui del resto è imperniata la canzone, sono il giro di basso molto funky (verrebbe quasi da fare paragoni, non tanto per il sound ma per la caratterizzazione che il basso dà al brano, con un pezzo come Seven Nation Army dei The White Stripes), e il ritornello “spensierato” ma abbastanza catchy da poter essere canticchiato anche dopo aver esaurito i 2 minuti e 30 del brano.

Low Polygon – Demone

Demone è il nuovo singolo dei Low Polygon ed è un brano che racconta due dualità. Una parla di persone, in particolare descrive un momento di divisione che stanno vivendo due individui. Una scissione come tante altre che viene raccontata ormai finita: “riassunti come le storie”. L’altra porta le cose su un piano più astratto: da qui la scelta di chiamare chiamare il brano Demone, il vero interlocutore di questo dialogo interiore. Oscuri tormenti electro-pop ci accompagnano in un mondo che ci riporta alle sonorità internazionali che vanno dagli Editors agli Imagine Dragons, passando per le influenze da Club to Club.


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