Moise, Kuni, Out Run: le recensioni dei singoli italiani

Moise band
Foto di Andrea Sacchetti
Moise – Tranne la mia

Proposta davvero interessante quella dei Moise, giovane band milanese che ha debuttato nel 2022 con alcuni singoli fra cui Ho mandato tutto a puttane e Sesso & Openbar. Il singolo con cui i Moise aprono il 2023 si chiama Tranne la mia, e ci fornisce una band che spinge parecchio sui distorsori, con un sound alternative rock spinto, abrasivo e carico, pareggiato dai vocals convinti e convincenti di Greta. Il ritornello è piuttosto catchy e accattivante, anche se nelle parole sembra un pochino una hit estiva di Takagi & Ketra, ma confidiamo che i Moise sappiano sviluppare e affinare anche le proprie abilità come parolieri: quelle compositive ci sono già eccome.

Moscova – Colica

Nell’articolo della scorsa settimana abbiamo parlato di Gaviscon, ora invece ci spostiamo leggermente all’interno dell’apparato digerente e parliamo di Colica, che poi è il nuovo singolo dei Moscova, già visti con il precedente brano Toast. Nello specifico, “colica” rima con “alcolica”, in quella che probabilmente non è la rima più ispirata della storia musicale italiana -ma lo stesso si potrebbe dire più in generale del ritornello, orecchiabile e ballabile sì, ma anche un po’ telefonato con i suoi coretti “ah, ah, ah”. Ciononostante il pezzo è leggero, su un pop che si avvicina al pop rock e intrattiene senza incontrare troppe resistenze da parte delle orecchie per i suoi 2 minuti e 31 secondi: un singolo okay, ma ci aspettiamo una crescita dai Moscova nei prossimi mesi.

Naeli – Non è niente

Non è niente è il nuovo singolo di Naeli, nome d’arte di Eliana Langella. La cantautrice di Latina, ma di stanza a Roma, presenta “la storia di chi almeno una volta confondendo la luce con le lacrime non è riuscito a vedere bene, all’orizzonte, quello che stava accadendo”. Si tratta di un brano pop vicino al sound tipico della musica leggera italiana contemporanea, con una produzione pulita e limpida che valorizza la bella voce di Naeli e inserisce un pianoforte melodico e sonorità al synth. La canzone è sicuramente orecchiabile e decisamente molto ascoltabile; manca forse un po’ di mordente e di incisività.

Out Run – Monster

Secondo singolo per il progetto Out Run, che avevamo conosciuto col brano d’esordio Meet Me on the Road con cui era stato amore a primo ascolto. Se quel brano ci aveva fatto pensare parecchio a un’artista che adoriamo come Hån, Monster è un pezzo che ribadisce in parte questa sensazione, specialmente per i vocals delicati di Ginevra Abbarchini, ma che adotta un sound più synth, più “pieno” e co-protagonista del brano dove invece Meet Me on the Road presentava arrangiamenti più minimali. Per noi è un’evoluzione decisamente positiva: suoni e voce si sposano a meraviglia, il pezzo è carico e gentile allo stesso tempo, e si presta sin da subito ad ascolti ripetuti.

Strati – I miei occhi

Una chitarra delicata e appena accennata ci introduce in I miei occhi, il singolo d’esordio di Strati fuori per Aurora Dischi. Il cantautore catanese classe 2003 ci presenta un brano minimale che alla chitarra accompagna un cantato influenzato tanto dall’indie quanto dall’urban, dove la voce e il testo restano in primo piano evidenziando la malinconia di una storia finita male. La canzone funziona nella sua semplicità, inserendosi in quel filone dell’indie pop triste che recentemente ha fatto le fortune di un’artista come Ariete, secondo noi non lontana dalle sensibilità e dalle sonorità di un brano come questo.

Torchio – Lo farei

Il cantautore rock di Alessandria torna con un singolo intimo e diretto. Torchio, sotto l’ala fedele di Ohimeme, torna musicando una poesia che risale ai suoi quattordici anni, rifacendosi a quegli amori fragili e fortissimi che ci hanno coinvolto violentemente più o meno tutti. Il brano snoda la storia di un adolescente che viveva i propri tormenti immaginando le ballad che avrebbe voluto cantare, ed è influenzato dalle Murder Ballads di Nick Cave, del 1996. Una canzone insolitamente intima e diretta per Torchio, che si avvale della collaborazione di Andrea Manuelli al piano distorto e Sebastiano De Gennaro (Calibro 35, Baustelle, Silvestri, Capossela…) alle percussioni, rumori e atmosfere.

Walter Venniro – Per un minuto

Per un minuto è il singolo con cui Walter Venniro si presenta sulle scene. L’artista sceglie un approccio che inizialmente ci sembra rock cantautorale, specialmente nelle posate e melodiche strofe, ma poi scatena tutti i cavalli nel ritornello più distorto e chiaramente debitore del punk. La sintesi è una sorta di rivisitazione punk rock di un brano di Lucio Battisti, cantato però con una voce graffiata e un piglio più rock. La registrazione non è certo delle migliori, sia per la qualità sonora degli strumenti, sia per il lavoro sui vocals, ma aggiunge senza dubbio un elemento ulteriormente punk all’insieme. In quest’epoca di perfezione sonora sentire un brano con qualità sonora da primi anni ’90 non è comunque un bonus per un artista, qualsiasi genere faccia. Walter Venniro ci piacerebbe risentirlo prossimamente con un brano magari anche un po’ più “cattivo” e spinto, ma aiutato da una produzione decisamente più puntuale.

The 24 Project feat. Angela Iris – Bye

Continua il percorso di feat. del produttore Rodolfo Liverani, in arte The 24 Project, che si avvale questa volta della voce e del testo di Angela Iris per raccontare un amore impossibile. Il brano racconta tutte le fragilità nate da una storia d’amore finita, come in un abbraccio consolatorio. Il sound elettronico del producer faentino accompagna la calda voce della cantautrice milanese in una perfetta fusione di stili che dà vita a una canzone emozionante e coinvolgente. La periferia, intesa come quella che tutti vivono lontano dai quartieri che sembrano vivere e battere al ritmo della felicità, e tutti i suoi drammi non sono mai stati più centrati. Non vediamo l’ora di sentire dove i suoni di The 24 Project ci porteranno ancora.

Aftersat – Terra c’accide

Brano viscerale questo Terra c’accide, che vede il ritorno sulle scene degli Aftersat dopo un 2022 di pausa discografica. Le percussioni che aprono il brano squarciando il silenzio hanno un che di elemento primordiale, che viene in parte mitigato nel corso della canzone da chitarre vicine all’indie e pure al post-punk, ma che continua a emergere per tutto il corso del brano sia per le percussioni sia per l’interpretazione corale e sentita della doppia voce maschile e femminile. Il testo è interamente in napoletano, in parte si capisce e in parte si deve tendere ulteriormente l’orecchio per cogliere il significato delle parole, ma anche questo conferisce un’aura quasi mistica a queste sonorità.

Cane Maggiore – Palomino

Da dove poteva venire, se non da Bergamo, una band che scrive una canzone intitolata Palomino? Il brano è tratto da un disco intitolato West, uscito il 1° gennaio di quest’anno, e comincia letteralmente dicendo “ti marco stretta come stretto marca Palomino” (che rima con “l’erba del vicino”). Momento “wtf” a parte, la canzone dedicata al centrale atalantino parte tranquilla e lenta in acustico per poi far scoppiare all’improvviso un ritornello decisamente rock con le dovute distorsioni e i cori che rendono il tutto più trascinante. La transizione fra i due momenti del brano è bella e sicuramente ben riuscita; ci convincono meno le strofe, sia per l’interpretazione vocale sia per il testo; il bridge ci ricorda un pochino gli Umberto Emo e questa è ovviamente una cosa positiva. Brano che ci lascia sensazioni contrastanti ma che sicuramente non pone i Cane Maggiore nella larga cerchia di band che si assomigliano l’un l’altra.

Dafne – Tra illusione e realtà

Tra illusione e realtà è il singolo d’esordio di Laura Cervigni, in arte Dafne. L’artista marchigiana propone un pezzo essenzialmente pop, con synth cadenzati e groovy e una buona musicalità; il ritornello funziona e dà spazio alle qualità vocali di Dafne, anche se sembrano sicuramente migliorabili le strofe, sia a livello di testo sia come interpretazione: Dafne ci convince senz’altro di più quando alza le tonalità della voce. Il brano “parla di distanza fisica ed emotiva”, spiega l’artista, perché “spesso ci rifugiamo dietro uno schermo dimenticandoci di vivere davvero”.

Don Marcello feat. Daniela Tassan & La Tribù dei Ragazzi – Prega un po’ anche per me

Lui si chiama Don Marcello e presenta un brano che si intitola Prega un po’ anche per me, ma -almeno a quanto ci risulta- è un normale cantautore e non un prete. Voce storica della band Piramide Euclidea, Don Marcello collabora per questo brano con Daniela Tassan, e la sovrapposizione delle due voci maschile e femminile crea un effetto dinamico sempre gradito, innestandosi su un brano dalle sonorità rock classiche, con delle belle chitarre elettriche che producono riff e assoli ariosi anni ’70-’80. Il singolo è tratto dal doppio album Cinquantuno 51, di prossima pubblicazione.

Jhonny Cannuccia – Follow Me

Con una copertina che sembra la locandina di qualche film americano d’azione tipo Die Hard o xXx, torna il buon Jhonny Cannuccia, che ancora non ha sistemato l’inguardabile grafia del suo nome ma che continua a proporci nuova musica con un buon ritmo. A questo giro l’artista presenta il nuovo singolo Follow Me, che nelle sonorità (e anche nel testo!) vuole esplicitamente essere un omaggio agli Articolo 31. Jhonny sfoggia un discreto flow nelle strofe rappate suonando credibile, mentre la base musicale sottostante non è un semplice beat come si usa nel rap contemporaneo ma un pezzo suonato con chitarre e batteria -un po’ come gli Articolo 31 insomma. Sound e cantato si integrano bene, in un pezzo che è allo stesso tempo simpatico e divertente ma anche serio nella propria proposizione musicale. “A quasi quarant’anni dovremmo avere la consapevolezza di essere cresciuti, soprattutto quando hai tre figlie; poi ti specchi e cominci a vedere i capelli bianchi, ma più mi guardo e più voglio godermi ogni minuto”, confessa Jhonny Cannuccia.

Kaput – Granata

Terzo singolo per Kaput, progetto di Antonio Caputo (ovviamente) che aveva debuttato lo scorso anno con i brani Verticale (tempo) e Caldo abissale. Granata è un brano pop uptempo, incalzante e pieno di synth carichi, ma che nascondono un pochino una sorta di vena riflessivo-malinconica percepibile nel testo e nei vocals di Kaput. È una canzone d’amore “libero” -come la definisce lui stesso- ma anche liberante, perché urlare al cielo queste parole sopra un pezzo così ritmato non può che essere anche un esercizio catartico per l’anima. “Credo che parlare di amore libero faccia bene. Fa bene anche il solo sentirne parlare per aprirci sempre più all’accettazione, lasciando andare le repressioni sociali che spesso ci danno un bel po’ fastidio”, dice Antonio a proposito del brano.

Kuni – Home to Me

Terzo singolo per Kuni, che dopo A Feeling e Sleep Baby ci regala questo nuovo brano intitolato Home to Me. È un pezzo che inizia come malinconica ballad acustica, ma si trasforma ben presto in una canzone (indie) pop leggiadra e primaverile, che sembra un pochino una ballad dal disco self-titled dei Paramore. Non è catchy e non è forse il singolo che ti entra in testa in loop senza mai uscirne, ma ci piace molto per la leggerezza con cui Kuni approccia il songwriting e l’interpretazione del brano. “Ogni volta che ripongo le mie speranze in un legame e questo legame non funziona, mi ritrovo sempre a casa, nella mia stanza, sul mio letto a pensare a cosa è andato storto e a quali errori ho commesso. Finisco sempre per pensare che in qualche modo sia stata colpa mia. Così, casa diventa per me il luogo in cui rimango sola con i fantasmi che ho collezionato e affrontato nel corso degli anni, inevitabilmente finendo per perdere – ancora oggi – con alcuni di loro”, spiega l’artista di Factory Flaws a proposito del significato del brano.

Lanobile – Ssh! (Dimentichi il tuo nome)

Ecco, l’inizio di una nuova fase per l’artista romana che racconta il ritorno di una persona amata, desiderata, che non è più come ce la ricordavamo. Prodotto da rebtheprod, il brano racconta di un’infatuazione segreta per una persona che, dopo essere stata via per molti anni, torna a Roma senza più sogni e senza più la capacità di amare. Chiunque si sia mai ritrovato in una condizione simile si farà avvolgere da questo brano elettronico, notturno eppure così familiare. Amate senza remore, gli altri cambieranno sempre. Complice l’etichetta Lost Generation Records, Lanobile si candida a essere uno dei nomi caldi della nuova scena romana.


Segui la nostra playlist Italian Selection su Spotify, con la nostra selezione delle canzoni più interessanti uscite in Italia negli ultimi mesi!

Per leggere le precedenti recensioni dei singoli italiani clicca qui.

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *