MaveriX, Essere, Human Deception: le recensioni dei singoli italiani

MaveriX – Josh Brolin
I nuovi paladini del cowpunk italiano sono tornati. Dopo l’esordio estivo con Sweet Alberta, i MaveriX presentano il loro secondo singolo, che prende in prestito il titolo dall’attore Josh Brolin, per annunciare l’uscita di un disco di debutto intitolato letteralmente Cowpunk, giusto per non lasciare dubbi sul contenuto musicale dell’opera. Josh Brolin parte subito più forte di Sweet Alberta, rispetto alla quale è forse un filino meno countryeggiante e più punk rock, ma il cowpunk è ben presente al centro di questo brano. Il riff di chitarra iniziale del resto ci fa subito capire che ci troviamo nelle sterminate praterie del West canadese-statunitense. Belle le vibe alla Rise Against nel bridge, per un brano che in generale ci piace parecchio.
Essere – Portami dove si cresce
Essere o non essere? Essere ha scelto di essere, con un progetto musicale arrivato appena al suo secondo singolo ma dal sound già parecchio sviluppato. Portami dove si cresce è un gran pezzo alternative rock che sembra pescare dall’immaginario sonoro dei Finley con un cantato affine ai recenti sviluppi dell’accoppiata alternative-emo (pensiamo ai Cara Calma) e un filo di autotune che di questi tempi va sempre di moda. È un singolo tirato ed energico, per amanti delle chitarre ma anche per chi le sta scoprendo per la prima volta in questi tempi in cui artisti come Naska e La Sad stanno trovando consensi presso le generazioni più giovani usando anche degli strumenti reali.
Gabylo – Se vivi ricomincio da te
Nuovo singolo per Gabylo, al secolo Mauro Fuggetta, che da qualche tempo ha iniziato una collaborazione artistica con l’etichetta carrarese Musicantiere. La sua Se vivi ricomincio da te è una canzone che parla d’amore, ma non nella maniera melensa delle classiche “love songs” né in modo strappalacrime da “heartbreak ballad”. Si tratta invece di un pezzo pop piuttosto ritmato, dove convivono approcci strumentali e suonati come da tradizione, con un cantato leggero e frizzantino, che mette in evidenza anche una tecnica e una voce invidiabili da parte dell’artista ligure. Se fosse il brano di qualche artista famoso probabilmente sarebbe già nelle rotazioni di svariate radio nazionalpopolari.
Human Deception feat. Defamed – Altar ov Madness
A quasi un anno dall’EP di esordio Chasm of Desire, ritornano gli Human Deception in compagnia di ospiti d’eccezione. La band milanese rompe il silenzio assieme ai Defamed, altra formazione deathcore quotata nella scena metal. La nuova Altar ov Madness riprende i toni epici già esplorati nel disco e riconferma l’alta qualità di produzione, che unisce orchestrazioni sinfoniche agli elementi ricorrenti del deathcore. Ancora una volta gli Human Deception hanno centrato l’obiettivo riuscendo a costruire un brano originale all’interno del panorama melodic deathcore. [Simone De Lorenzi]
Lunedì Notte – L’indolenza e il panico
Anni fa andavano di moda quelle serie TV che si chiamavano tipo L’onore e il rispetto, Il peccato e la vergogna e robe del genere. Pensate quanto più figo sarebbe stato avere una serie TV chiamato L’indolenza e il panico. Sceneggiatori, siete ancora in tempo per cogliere questo suggerimento. Nel frattempo ci ha pensato Lunedì Notte, che è il nuovo progetto solista di Alessandro Cianci, già visto come Ricordati di Rimini. Il suo nuovo brano racconta di “come lo slancio di voler trovare una svolta di vita sia costantemente accompagnato dalla paura di affrontare delle decisioni complesse”. È un brano cantato in modo molto itpop ma che a livello strumentale presenta un curioso intreccio fra arrangiamenti di archi simili alla più deteriore musica leggera italiana e chitarre indie rock quasi britanniche. La combinazione di tutti questi elementi può leggermente spiazzare ma non è certo sgradevole, anche se forse ci sarebbero piaciute delle chitarre un po’ più cariche, sicuramente meno trattenute.
Mattia Faes – Punti di vista
In un mondo di wannabe bangers o cloni di cloni alla ricerca del coro da palazzetto, il nuovo singolo di Mattia Faes ha il garbo di chiedere il permesso mentre si approccia all’ascoltatore. Punti di vista inserisce alcune immagini preziose e le appoggia davanti a noi con una voce vellutata e un andamento a misura d’uomo; suona diversa dalla frenesia del pop a cui siamo abituati, si prende il suo tempo. E la domanda che ci poniamo è: quanto lavoro c’è dietro una semplice canzone? O una canzone semplice (qualunque cosa voglia dire “semplice” in questi casi). A ogni nuovo ascolto ci si accorge di una chitarra, di un inciso, di un gioco di produzione che Mattia pazientemente inserisce, per i più attenti, solo per i più attenti, per chi se lo merita.
Roberto Quassolo – Back to the Real
Riecco Roberto Quassolo! Avevamo lasciato il cantautore pavese con il suo disco Il fabbricanuvole circa un anno e mezzo fa, e ora lo ritroviamo a sorpresa con un brano in inglese, questo Back to the Real che anticipa un disco acustico di prossima pubblicazione intitolato Acustic Curtain. La canzone è, ovviamente, un pezzo chitarra e voce ma dotato di un certo ritmo (sottolineato anche da quelle che sembrano maracas in leggerissimo sottofondo), con uno stile vocale parecchio americano da canzone alternative rock anni ’90. L’accento è un po’ mediterraneo ma cerca di imitare quanto più possibile quello d’Oltreoceano, e almeno alle nostre orecchie non suona affatto sgradito seppur un filo plateale; la canzone lunghetta ma non stanca, anche grazie al bel ritornello melodico e orecchiabile. Ci piacerebbe sentire una versione full band di questo pezzo, che siamo convinti regalerebbe parecchia carica.
Valentina Lupi – Pronta a ballare
Valentina Lupi era tornata un mesetto fa a pubblicare musica dopo otto anni di astinenza in seguito a una visione di Gesù (più o meno), e ora è pronta a ballare. Questo il titolo del suo nuovo singolo, anticipazione di un disco in arrivo nelle prossime settimane, anche se per ora non abbiamo ulteriori dettagli. Il titolo non deve trarre troppo in inganno: non si tratta di uno scatenato brano da pista da ballo; la canzone si può sì ballare, ma in modo lento, magari in qualche club un po’ alternativo con luci alienanti e un DJ che infila pezzi ossessivi. Così è infatti la stratificazione sonora di questa canzone che è allo stesso tempo semplice nelle proprie sonorità e capace di smuovere sensazioni recondite nella mente, anche dalle parti dell’ansia.
Segui la nostra playlist Italian Selection su Spotify, con la nostra selezione delle canzoni più interessanti uscite in Italia negli ultimi mesi!
Per leggere le precedenti recensioni dei singoli italiani clicca qui.