Laila Al Habash, Ufo Blu, Tommaso La Notte: le recensioni dei singoli italiani

Laila Al Habash 2021
Laila Al Habash – Oracolo

Laila Al Habash è l’artista italiana che ci ha più colpito e catturato l’immaginazione in questo 2021. Tutto era cominciato (per noi) alla fine dello scorso anno, quando insieme con Tatum Rush ci aveva regalato il delizioso duetto di Rosé; poi il singolone Brodo a febbraio, seguito a breve distanza da un breve ma perfetto EP come Moquette, e dal singolo estivo Ponza. Ora l’artista “classe 1998, sangue romano e palestinese” torna con un brano prodotto nuovamente da Niccolò Contessa e Stabber: Oracolo è un brano di un pop un po’ più introspettivo e tranquillo rispetto a quello groovy e upbeat di Brodo o di Soffice, ma è un mood adatto al tema del pezzo, in cui Laila canta i propri sentimenti nei confronti della madre, con evidente affetto e anche una buona dose di candore –ma pure un pizzico di coraggio: tutti quanti voi siete sicuri che dareste in pasto alla pubblica opinione una canzone in cui dite che volete bene alla vostra mamma?- cercando come dice lei stessa “di fare i conti con l’amore incondizionato e imperfetto di un genitore.” Anche stavolta top notch la performance vocale, senz’altro fra i punti di forza del brano ma in generale di tutti suoi pezzi. Non vediamo l’ora di vederla calcare palchi più grandi di quelli su cui ha messo piede quest’estate.

Ufo Blu – Gemelli

Futura Dischi, una delle etichette indipendenti più attente a cogliere i nuovi movimenti dell’underground e anticipare i trend musicali, ha di recente messo gli occhi su Ufo Blu, un giovane progetto che nasce a Bergamo e comincia a pubblicare i primi singoli nell’annus horribilis del 2020. Gemelli è il terzo singolo del suo 2021, e un po’ ci fa capire perché Futura Dischi abbia voluto puntare sull’artista: da una parte, non possiamo fare a meno di sottolineare come si tratti di un brano palesemente sul pop innocuo (di quelli che andrebbero anche in radio senza far storcere il naso a nessuno), ma dall’altra è anche parecchio orecchiabile e catchy, e suonando quasi “sottoprodotto” acquisisce anche quel senso di maggior autenticità artistica che una megaproduzione offuscherebbe. Bello il giro di chitarrina fresco ed estivo che si inserisce dopo il ritornello. Da tenere sotto stretta osservazione.

Tommaso La Notte – La fine del capitalismo

A brevissima distanza da Shampoo alla camomilla, il giovane cantautore pugliese Tommaso La Notte pubblica il suo nuovo singolo La fine del capitalismo, che a dispetto del titolo non è un brano a tema economico-politico; la fine del capitalismo è citata nel ritornello (“migliore di me che passo il tempo a sperare un’altra guerra mondiale, la fine del capitalismo e Suor Cristina su YouPorn”), ma il brano ha più un carattere intimo e personale. La canzone, fuori per l’etichetta pugliese Auand, si srotola su un sound fra indie e synthpop, quest’ultimo presente soprattutto nel ritmato ritornello -anche se a noi sarebbe piaciuto un sound più carico e pieno a questo punto, ma comprendiamo la scelta di percorrere strade che non facciano discostare in modo eccessivo dal sound cantautoriale. La canzone, secondo Tommaso, parla di “due amanti, una delusione, la città che scorre al di là delle finestre. Tutta la canzone si muove su due linee parallele: le due prospettive dopo la rottura.”

Posh – Time Has Come

Altra nostra “vecchia” conoscenza, i Posh danno seguito al loro ultimo singolo Mr. Anyone con questo nuovo pezzo intitolato Time Has Come, anch’esso tratto dall’album Port Out Starboard Home che uscirà a dicembre. Abbiamo già detto che il trio di base a Düsseldorf (ma italianissimo, almeno nelle origini se non proprio nel sound) ci ricorda sotto più punti di vista elementi di una band come i Placebo, dal genere che suonano alla voce del cantante Salvo Minnella -e non per niente su Spotify trovate una bella cover di Running up That Hill. Ma i Posh non si riducono a essere un mero “gruppo fotocopia” della storica band britannica: come ci dimostrano in Time Has Come, la band ci propone una rielaborazione moderna del sound indie rock, più internazionaleggiante che italiana, in un brano leggero ma anche tirato e ben suonato, che sarà molto probabilmente uno dei pezzi forti del disco in arrivo.

Marte – Ciclope

Per Marte il 2021 comincia a settembre, con l’uscita del suo primo singolo di quest’anno, Ciclope. L’artista genovese mette in musica una “lamentela nei confronti di Cupido“, ovvero un brano che si lamenta di come “l’amore spesso renda la nostra visione completamente alterata”, un po’ “come un ciclope, ci vedo a metà” (o era un solo occhio ma che ci vede bene?). Il brano fa ampio uso di sintetizzatori, assestandosi su lunghezze d’onda appunto synth-pop dal respiro quasi internazionale, anche se i vocals di Marte ci ricordano in qualche modo certi brani di Alexia a cavallo del nuovo millennio. In ogni caso il brano suona fresco e pieno di energia, mette la carica e di buon umore, e questo è probabilmente il risultato che l’artista voleva ottenere.

Lacosa – Green Light

Nati nel 2018, i Lacosa si presentano ufficialmente al mondo solo nel 2021 con l’uscita dei loro primi tre singoli: Je Sus, Nagger, e ora questo Green Light. La band ricerca evocazioni parecchio psichedeliche degne dei “peggiori” anni ’80, con i synth a farla da padroni in accompagnamento a linee vocali anch’esse piuttosto retro. Il pezzo non cerca tanto la catchiness ma più l’atmosfera allucinata e allucinante; i picchi acuti dei synth anzi entrano fin troppo nel timpano durante l’ascolto. La band esce per Dischi Soviet Studio, e ha in cantiere un album da pubblicare verso la metà del 2022. Per il momento quindi possiamo goderci questi primi tre brani con tutta la tranquillità del caso.

International Washing Machines – False ipotesi

False ipotesi è il nuovo singolo del progetto musicale solista di Matteo Scansani, International Washing Machines: un brano dove si intrecciano sintetizzatori, chitarre, batteria e basso, il tutto accompagnato da una musica rilassante, onirica, ricercata. Benvenuti in un mondo fuori dagli schemi, dalle mode, dalle dinamiche delle playlist e delle condivisioni. Questo progetto, sfacciato e sincero, è la follia emotiva di chi non ha ancora smesso di sognare nella propria cameretta. Un nuovo modo di intendere il lo-fi, che non per forza deve essere sinonimo di chill. Per i nostalgici dei Verdena e delle demo scambiate sottobanco.

Henford & Niah Steiner – Sinking

Finalmente un nuovo capitolo che segue il singolo di debutto Bright Side per il progetto del musicista e producer Federico Cerati (già nella band dei Caveleon) che vanta la collaborazione della cantante italo-danese Niah Steiner. La scena underground milanese che si arrichisce quindi di venature trip hop, ambient e influenze che spaziano tra Moderat, Apparat e Jon Hopkins. Quello di Henford è un progetto prezioso perché mostra quanto siano rari i progetti del genere in Italia, quanto sia raro sentire nostro un brano che si adatterebbe sia al Club Club che al più nordico e intimo dei festival europei; un mondo nuovo, una sensazione nuova, che difficilmente lascerete andare.

Edodacapo – Divento matto

Edodacapo è un artista che ormai conosciamo bene, avendone parlato in occasione dei suoi precedenti singoli In città e Tutti i musei che non abbiamo visto. Il suo nuovo brano Divento matto è una canzone in cui l’artista tarantino non impazzisce, almeno a livello di sound, semmai si conferma fan dei suoni intimisti, delicati e dai toni tranquilli. Il brano affronta il tema della tristezza -legata alla fine inaspettata di una relazione- ma se musicalmente il pezzo indugia in atmosfere malinconiche, il testo vuole dirci proprio l’esatto opposto: “con questo brano si vuole trovare l’aspetto goliardico e ironico a delle situazioni spiacevoli. Perché il nostro mood e il modo che abbiamo di affrontare le cose dipendono solo da noi, non dagli altri.”

Dado Bargioni – Le cose che cambiano

Dado Bargioni pubblica un singolo lo stesso giorno dell’uscita del suo nuovo album dal titolo Il pezzo mancante. Qui vive il tema della paura della solitudine e di quanto sia importante essere parte di un “insieme” per poter reagire al meglio all’urto di alcuni cambiamenti. Le cose che cambiano è una piccola autobiografia rassegnata che ci fa apprezzare anche quei periodi in cui la bellezza e la stabilità sfuggono. Le cose che cambiano è un mondo a sé che completa l’album appena uscito di Dado Bargioni, un cantautore vecchio stile che non andrebbe perso.


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