GROOVE ON: Headshrinkers, Peter Lake, Bromsen & more

Headshrinkers – My Dear
Si muovono fra post-punk e indie rock britannico gli Headshrinkers, band che negli ultimi mesi abbiamo avuto il piacere di ospitare con brani come Monocle e Doorway Conversation. Li ritroviamo ora con questa nuova My Dear, un pezzo che combina le chitarre di band come The Smiths e The Cure nelle strofe a un piglio molto più Idles o Fontaines DC nel ritornello. Un mix che si fa apprezzare non poco perché evita di posizionare il brano all’interno di uno di questi due generi per la verità ormai parecchio influenzati, tenendolo piuttosto fresco e anche molto accattivante grazie alla sua energia. Punti in più per i cori femminili nel ritornello.
Brian’s Kitchen – I Wanna Be
Chissà cosa c’è nella cucina di Brian. Un giorno magari ce lo diranno i Brian’s Kitchen, duo punk rock dalla Francia formato da ex membri di Servo ed Electric Buttocks. Il loro album d’esordio è in arrivo, e dal disco ci condividono questa I Wanna Be, un pezzo veloce, energico ma dotato di tanta melodia, che a tratti ricorda un pochino certe progressioni dei Billy Talent, in particolare nelle chitarre. Pecca un pochino di catchiness il ritornello, che non è certo ciò che si potrebbe definire memorabile, ma la carica del brano e la facilità di ascolto riescono in parte a compensare questa mancanza.
Peter Lake – Aching Earthquake
Ecco di nuovo il nostro Peter Lake, cantautore poliedrico di New York che ormai abbiamo imparato a conoscere molto bene grazie alla sua prolificità. L’ultima volta l’avevamo visto all’opera con la sua Stones, e ora lo ritroviamo con questa Aching Earthquake, dove l’artista sfodera un cantato insolitamente basso e quasi ruvido, elemento che sicuramente apprezziamo e che aggiunge un altro lato ai vari Peter Lake che conosciamo. La canzone è a metà fra una rock ballad e un pezzo rock con influenze ’70s, ma tutto ovviamente rivestito della patina poppeggiante che l’artista utilizza sempre per conferire ascoltabilità e immediatezza ai propri pezzi. Ci piace molto anche questa canzone.
Bromsen – Merryman
I Bromsen sono Karlo e Richard; vengono dalla Germania e hanno anni di esperienza nei circoli e nei locali underground del loro Paese alle spalle. Il progetto però è molto recente perché ha visto la luce soltanto lo scorso anno, per cui questa Merryman è uno dei loro primi singoli. Non possiamo ovviamente parlare di artisti debuttanti dunque, ma come “debutto” per i Bromsen il pezzo è di alta qualità. Si tratta di un brano prevalentemente elettronico ma che non rinuncia a un vago retrogusto rock, con synth e un beat che richiamano parecchio agli anni ’80 e un certo flair psichedelico. La mano è esperta e si sente; la canzone si ascolta che è un piacere.
Robert Severin / The Empty Mirrors feat. Anastasia Kareva – Shameless Tango
Di nuovo all’opera il progetto finlandese The Empty Mirrors, ma questa volta alla voce non troviamo più Jenny Stevens, che ci eravamo abituati a conoscere negli scorsi mesi con brani come Unfinished Conversations. I vocals sono ora forniti da Anastasia Kareva, e in parte anche da Lenin in persona, visto che nella canzone compare la registrazione di un discorso del leader sovietico. Si tratta di un brano dai tratti sperimentali, che si muove in un’atmosfera oscura e quasi sospesa, ma addolcita dal cantato di Kareva. La band stessa menziona i Portishead come riferimento per la voce e il secondo lato di Low di David Bowie come idea per il sound.
Tutti gli episodi di Groove On sono disponibili a questo link.