DIG DEEP: Chvrches, Softcult / I 2 brani che ci hanno colpiti questa settimana

Chvrches He Said She Said

Chvrches – Over

Circa un anno e mezzo fa i Chvrches pubblicavano il loro album Screen Violence. Ora abbiamo una nuova canzone, ma non sappiamo ancora se questa sia il preludio a un nuovo disco oppure un brano a sé stante per tenere sulle spine i fan in attesa che finiscano i lavori per l’album successivo. Quello che sappiamo di questa Over è però che si tratta di una canzone molto Chvrches, con i vocals stupendi di Lauren Mayberry e quel tipo di synthpop che solo il gruppo scozzese riesce a fare.

Dobbiamo dire che in Over ci convincono molto più le strofe che il ritornello: nei cosiddetti verses Lauren canta melodie interessanti e innovative anche per lo standard dei Chvrches, con un testo che stimola riflessioni: “I try my best to turn down the noise / And I tell myself that boys will be boys / It’s getting harder to breathe / So, baby, put me to sleep till it gets better”. Il ritornello è invece decisamente più ripetitivo; anzi, dice solamente “over” ripetuto N volte, su melodie e sonorità parecchio pop mainstream che potrebbero fare a gara con il loro brano scritto insieme a Marshmello. Un “problema” che la band si porta dietro già da qualche tempo e da cui anche l’ultimo disco non era esente; se da un lato non c’è nulla di male nel fare un brano pop, ci sembra anche che questa scelta tolga un po’ di forza e di originalità ai Chvrches, che invece del (synth)pop sono stati grandi innovatori con un modo di fare musica veramente unico. Se un nuovo disco è in preparazione, ci auguriamo che Over sia soltanto il classico “pezzo pop scritto per essere il singolone”.

Softcult – Love Song

Eccoci qua a parlare ancora una volta del progetto Softcult; ma se lo facciamo, è perché questo gruppo lo merita davvero, con il suo modo di fare musica piuttosto originale e sicuramente capace di lasciare il segno, se non proprio di poter sfondare nel mainstream. Di recente abbiamo già apprezzato brani come Dress e Drain, e ci ritroviamo ora a parlare bene anche di questa Love Song, terzo preludio all’EP See You in the Dark in arrivo il 24 marzo su Easy Life Records. La band, che ricordiamo essere composta da Mercedes e Phoenix Arn-Horn (ex Courage My Love), suona una sorta di shoegaze in versione pop, con le chitarre spaziose e dilatate dello shoegaze ma con un cantato e melodie decisamente più pop. A questo giro potremmo quasi dire che il nuovo brano è un pezzo semplicemente pop, ma suonato con influenze shoegaze; è forse il brano più lento pubblicato finora, quasi una ballad se fosse un pezzo acustico, ma nient’affatto inferiore ai due che abbiamo già sentito. Love Song dimostra semmai la capacità della band di spaziare tra sonorità diverse proponendo un prodotto di alta qualità.


Jason Isbell and the 400 Unit – Death Wish: brano semplice e minimale ma parecchio sentito e ricco di passione per uno dei principali esponenti del nuovo Americana. Il nuovo disco di Jason Isbell si chiama Weathervanes e uscirà il 9 giugno, anticipato da questo bel brano, al quale se vogliamo proprio trovare qualche piccolo difetto possiamo dire che forse la voce è un filo troppo effettata.

The Bouncing Souls – Shannon’s Song: il doppio singolo Ten Stories High e Higher Ground con cui la storica band punk rock aveva annunciato l’uscita del nuovo disco Ten Stories High (24 marzo su Pure Noise) ci era piaciuto veramente tanto. Shannon’s Song magari non raggiunge esattamente quel livello, ma è un altro gran bel pezzo punk rock, che ricorda un pochino anche lo stile più “Americana” di artisti come Dave Hause -e quindi guadagna ulteriori punti ai nostri occhi.

Samiam – Monterey Canyon: altro pezzo di storia del punk rock che si appresta a pubblicare un nuovo disco su Pure Noise (Stowaway, 31 marzo), i Samiam raddoppiano dopo Crystallized con questa Monterey Canyon che è un pezzo punk rock ma piuttosto tranquillo, incentrato sui riff della lead guitar e su un cantato piuttosto anthemico che però non riesce a lasciare davvero il segno perdendosi in un ritornello poco energico, per un brano intero che appare un po’ spento.

Diving at Dawn – Living by Myself: Diving at Dawn è l’alter ego di Pete Hobbs, noto come mente della band di culto nell’indie rock inglese anni 2000 The Boy Least Likely To. La sua Living by Myself è un brano delicato e tendenzialmente triste (è una breakup song, del resto) ma che sa anche creare delle belle melodie che potremmo definire quasi pop, capaci di fare breccia nelle orecchie e nella mente di chi ascolta. La strumentazione è semplice, ridotta quasi all’osso, ma accompagna con discrezione il cantato trattenuto ma emotivo di Hobbs.


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