WEL, Acate, Nera Smith: le recensioni dei singoli italiani

WEL Why Everyone Left
WEL – Rat Race

È passato davvero un sacco di tempo (quantomeno per gli standard attuali) da quando i WEL / ex Why Everyone Left hanno pubblicato il loro ultimo singolo Poi torna: parliamo dell’aprile 2022, quindi quasi un anno di distanza. Questo vuoto viene ora finalmente colmato da Rat Race, canzone in cui i WEL, a dispetto del titolo in inglese, continuano la loro traiettoria recente di brani pop punk in italiano. È una canzone in cui la band collabora con l’etichetta Kick & Snare Productions di Riccardo Scirè, magari non noto ai più ma che è uno stimato autore con brani scritti per gente come Marco Mengoni, Michele Bravi e Sangiovanni. Con Kick & Snare, come si può intuire già dal nome, Riccardo punta però sul suo prediletto pop punk e sulle sue recenti derive, e ci sembra che quest’abbinamento tra la band e l’etichetta possa funzionare alla grande.

Rat Race è un pezzo di puro pop punk, privo di qualsiasi traccia dell’easycore che i WEL facevano un tempo. Ci sono i na-na-na nel pre-chorus come nei brani dei Blink, e ci sono pure stelle e pianeti nella copertina, ma per fortuna la canzone non parla di alieni. Il ritmo è frenetico, forse anche troppo, specialmente nel cantato con versi e strofe che si susseguono senza riuscire a prendere fiato -ma del resto siamo nella generazione TikTok, dove i brani vengono velocizzati per star dietro alle inesistenti soglie di attenzione e alle necessità di assorbire più stimoli possibile nel minor tempo, per cui non ci sentiamo nemmeno di farne una vera e propria critica alla band. Semmai, e questa ci pare una considerazione più puntuale, possiamo dire che il ritornellone di Tetto del mondo era ben più memorabile e immediato di quello di Rat Race, senza pur nulla togliere a questo brano che è veloce e capacissimo di far scatenare le persone sotto palco.

Acate – Dimmi che si fa

A qualche mese dal suo disco d’esordio Acate +, il cantautore Acate torna con un singolo pubblicato coraggiosamente durante la settimana di Sanremo: tanta stima già solo per questa scelta controcorrente e sicuramente un po’ folle. Ma qui è il brano intero a essere matto, con cambi repentini di sound (dallo pseudo hip hop al pop al synth… ci sembra di sentire anche un paio di passaggi quasi post-punk) e accelerazioni frenetiche, campionamenti 8-bit, un testo che ripete convulsivamente il titolo del brano e procede poi a elencare una serie di questioni sulle quali ci sarebbe da capire che fare. Potremmo dire che Acate pesca un pochino dall’estrosità di artisti come Achille Lauro, Tananai e Jovanotti, in parti più o meno uguali, ma in realtà Dimmi che si fa è una canzone talmente pazza da stare in un campionato tutto suo.

Altamarea – Come i Gallagher

Dopo il brano Mai abbastanza dello scorso anno, tornano gli Altamarea con il loro nuovo singolo Come i Gallagher, che possiamo assolutamente prendere come una sorta di dichiarazione di intenti, ma anche di riassunto del contenuto musicale del brano. Gli Altamarea dichiarano fin dal titolo di aver voluto scrivere una canzone alternative rock con evidenti richiami al Britpop dei due fratelli più litigiosi della musica contemporanea; magari non tantissimo nelle strofe, ma nel ritornello i richiami sono evidenti. Ma è anche un brano che parla di amore e di litigi (come i Gallagher, appunto), che vuole esprimere in fin dei conti il messaggio che “l’amore è il rifugio dove trovare l’equilibrio in una società dove tutti credono di sapere cosa è meglio per noi”. Magari non avranno la forza dirompente e innovativa che gli Oasis hanno avuto negli anni ’90, però Come i Gallagher è un brano accattivante e catchy, suonato bene e cantato altrettanto intelligentemente, che rende sì omaggio a un certo modo di fare musica ma senza risultare una mera copia, sapendo percorrere un percorso proprio.

EraNera – Bestie

Dalla periferia milanese di Rozzano, patria di rapper come Fedez e Paky, ogni tanto esce anche qualche progetto di altro respiro. È il caso degli EraNera, band alternative rock arrivata al suo quinto singolo: Bestie è la loro prima release con Pan Music e rispetto alle precedenti uscite è un brano più convinto, con vocals decisi e potenza da vendere negli strumenti. La canzone “racconta la fretta, il nervosismo e la poca pazienza di una persona che vive in una grande città” come può essere il capoluogo lombardo. Una frenesia che il trio riesce a trasformare in energia e convogliare nella propria musica. [Simone De Lorenzi]

Ethereal – Change Direction

Gli Ethereal sono una band nuova di zecca, e già è bello vedere che in Italia nascono ancora nuovi gruppi vogliosi di fare musica rock in inglese in questo periodo dove tutti diventano solisti e fanno brani in italiano per seguire le tendenze del mercato. Non sappiamo moltissimo di loro, ma sappiamo che si tratta essenzialmente di un duo (formato da Anna Morena Simone e Angelo Ninno) e che Change Direction è il loro singolo di debutto. Il loro sound è piuttosto carico, un alternative rock parecchio spinto che si avvicina a certo alternative metal e non disdegna di assumere connotati epicheggianti nelle chitarre e negli arrangiamenti, un pochino alla Black Veil Brides o anche alla Escape the Fate. Il brano è cantato e suonato bene e la pulizia del sound testimonia un’ottima produzione. Brano di respiro assolutamente internazionale, che ci auguriamo sappia trovare una nicchia di ascoltatori nel nostro Paese -e perché no?, anche all’estero.

Federico Mannella – Grigio

Musicista, architetto e artista plastico, come si può anche notare dalla copertina del suo disco Grigio, Federico Mannella vive e lavora a Parigi, ma ha chiare origini italiane, e l’italiano è anche la lingua in cui sceglie di cantare la maggior parte di questa canzone che dà il titolo al disco e ne è la traccia d’apertura (ci sono alcuni passaggi in francese in ogni caso). Il brano si sviluppa essenzialmente sul giro di due chitarre, con una batteria molto soft giusto per tenere il tempo, accompagnate dalla voce di Federico che si esibisce in un cantato che a tratti sconfina direttamente nel parlato. La musica è tranquilla, mattutina e molto gradevole, per quanto forse un tantino lunga; ci convincono meno i vocals, che sembrano sballottati su diversi volumi e non sempre riescono a intervenire sul brano in maniera incisiva.

Lady Vie – Nina Says

“Che cos’è per te la libertà, Nina?”, chiesero in un’intervista a Nina Simone. E lei rispose “freedom is no fear”. Da quest’aneddoto parte Lady Vie, nome d’arte di Valeria Napolitano, per il suo singolo d’esordio Nina Says. Il brano è stato prodotto da Giorgio Canali, che ha suonato anche la chitarra, e gli vogliamo subito bene perché è un brano di un’artista italiana ma cantato in inglese, cosa rarissima di questi tempi (anche se appena sopra ne potete trovare un altro). Pure le sonorità sono piuttosto internazionali, avvicinandosi a certo indie rock alla britannica, con una chitarra di fondo che ricorda anche un pochino i primi Velvet Underground.

Massimo De Simone – Spogliati l’anima

Primo singolo del 2023 per Massimo De Simone, che ci presenta questo suo brano, Spogliati l’anima, che “nasce come dal desiderio di comprendere se la vita che stiamo vivendo è reale, è quella che volevamo, oppure se siamo stati spinti da qualcosa o qualcuno a essere tutt’altro rispetto alla nostra natura”. Il cantante romano percorre i binari di un pop tranquillo e vagamente dark, che ci ricorda un pochino i giorni di gloria di Paolo Meneguzzi, anche se non raggiunge il livelli di catchiness di Verofalso o brani simili. Massimo fa largo uso dell’autotune, al punto che questo risulta a tratti cacofonico, ed è un difetto che ci auguriamo l’artista corregga nei prossimi pezzi.

Nera Smith – Madrid

Ritroviamo Saverio Tomai, in arte Nera Smith, che avevamo conosciuto parecchio tempo fa con il suo singolo d’esordio Fuori. L’artista di Fragola Dischi si ripresenta con questo brano intitolato Madrid, che è “la narrazione di un sogno erotico, un crescendo violento nato a seguito di notti trascorse nelle discoteche della capitale spagnola”. La descrizione combacia perfettamente con il sound del brano, che si sviluppa su un dark pop cantato con vocals che risentono dello stile urban tanto di moda oggigiorno. Madrid è un brano lascivo sia nelle sonorità sia nelle parole, e anche se non si tratta certo del tipo di musica che piace ascoltare a noi per diletto, non possiamo non riconoscere che il brano abbia una certa carica trascinante e una capacità di comunicare sensazioni urgenti e decadenti.

Protto – Troppo a nord

Con un paio di EP e una fugace ma significativa apparizione a XFactor, Protto aveva già ben delineato lo stile del progetto: un piano jazz al centro, virtuoso e nervoso, e una voce pungente e riconoscibile, ma soprattutto dei testi ispirati, contorti e divertenti. Bene, dimentichiamoci tutto: con questo nuovo singolo Nicolò dà il via a una fase, più seria e personale, per certi versi drammatica. Troppo a nord non è un brano scuro, anzi, risplende di una luce artificiale quasi accecante, una luce senza pietà, fredda e sterile. Il singolo con video è il primo di tre. Attendiamo i prossimi incuriositi e un po’ spaventati.


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