TARA, Leanò, The Leaf: le recensioni dei singoli italiani

TARA – Psicopatico in borghese
Uno psicopatico in borghese, di quelli che non riconosci perché si presentano come persone normali ma che addentrandosi nella relazione si rivelano per come sono: portatori di un rapporto tossico, che ti imprigiona e neutralizza le tue capacità di staccare la spina alla storia -con un finale di speranza però, perché TARA invita a trovare la forza (dentro di sé o altrove) per dire basta e allontanarsi. Il sound del singolo d’esordio della cantautrice pisano-tarantina viaggia sui binari di un pop elettronico che non è però quello sbarluccicoso delle produzioni internazionali, ma semmai più “spettrale”, quasi come se avessimo a che fare con un fantasma o uno spirito nel corso dell’intera canzone. E sicuramente è un tipo di sonorità che si sposa benissimo con le tematiche trattate nel testo, con un piccolo easter egg nell’ultimissimo secondo di brano (ma non vi sveliamo di cosa si tratta, ascoltate di per voi qui sotto).
Marco Di Genova – TanaLiberaTutti
“Tana libera tutti!”, si diceva giocando a nascondino da bambini (oh, se ci giocate anche da grandi bella lì, beati voi). Proprio a riscoprire un pochino il bambino che c’è in noi -con la sua maggiore verità insita- ci invita Marco Di Genova sul suo nuovo singolo intitolato appunto TanaLiberaTutti. Un brano che “ironizza sulla nostra propensione a nasconderci dietro un dito di fronte alla difficoltà di tutti i giorni, sopraffatti dal desiderio di una felicità costruita”. Il pezzo è parecchio ritmato e upbeat nel sound, con l’effetto gang vocals sulla ripetizione del “tutti”, un po’ come se la parola fosse cantata da tutte le persone liberate dal “tana libera tutti” del gioco. Un brano un po’ spensierato e positivo ma da ascoltare con attenzione per cogliere la vera essenza del messaggio lanciato nel testo.
Mestrayed – In Your Name
Visti e apprezzati da noi per la prima volta con il loro precedente singolo Anesthesia, i Mestrayed tornano facendo un 180: il loro nuovo brano In Your Name infatti è un pezzo interamente acustico. Bando alle chitarre distorte, ai bassi e alle batterie, e spazio all’acustica e anche a un piano discreto in sottofondo. Introdotta da un giro di chitarra che ci fa un po’ pensare a Breakable di Emmi, In Your Name è presentata come una sorta di “sorellina” di Anesthesia e del precedente brano Masquerade. Il sound intenso e struggente, tanto degli strumenti quanto dei vocals, ci ricaccia indietro ai pezzi acustici sugli album dei gruppi post-grunge degli anni 2000. Tutto sommato i Mestrayed ci piacciono anche così, anche se ovviamente noi preferiamo sempre le band nella loro versione “full”!
Mystrales – Propaganda
La strada verso il primo album è lastricata di buoni singoli, almeno in teoria. Quella dei Mystrales si direbbe tale, almeno a giudicare dalla loro ultima uscita, questa Propaganda che anticipa Civil ta’xxi, un disco di tredici tracce in arrivo più avanti, dal quale sono già state estratte Roulette e Oracoli. Il nuovo brano è un pezzo essenzialmente alternative rock con chitarre piuttosto marcate e aggressive, con un pizzico di retrogusto prog, anche per i vocals. Un po’ meno brillante forse la registrazione del pezzo, che ha un suono un filo troppo ovattato rendendo a volte disagevole riconoscere gli strumenti, soprattutto quando i vocals -molto alti nel mix- toccano le punte più alte della propria estensione. L’incedere del pezzo è comunque molto epicheggiante e a volte dà quasi l’impressione di stare ascoltando un menestrello che recita la propria storia, anche se in versione rock. Se Angelo Branduardi fosse un adepto delle distorsioni, diciamo.
Profusione – Un buon motivo
Attivi dal lontano 1999, i romani Profusione tornano dopo quattro anni dall’EP Metabolizzare con un singolo bello tirato e carico intitolato Un buon motivo. Quello dei Profusione è un alternative rock che pende parecchio verso il punk per attitudine e chitarre, ma sa anche rallentare e prendere respiro, cosa che curiosamente fa in quello che potremmo considerare il “ritornello” del pezzo, quando cantano “trovo sempre un buon motivo per dirti di no”; in realtà si tratta più di un preludio a un’altra bella schitarrata che arriva subito dopo, senz’altro il vero punto trascinante del pezzo. Caricano anche i vocals “alla Piero Pelù”, con tanto di finali di verso strascicati come il buon Piero nazionale. Un buon motivo è tratta dal nuovo album dei Profusione, in arrivo il 10 giugno 2022, giorno in cui la band terrà anche un release party al Rocking Lovers di Fiumicino (Roma).
Schianta – Cliché
Dopo averci fatto riballare sulla hit Stasera mi butto di Rocky Roberts, Schianta torna con il proprio terzo singolo Cliché, un pezzo su cui sviluppa maggiormente un suono synthpop con vocals nettamente influenzati dal mondo dell’hip hop e della trap contemporanei. Il ritmo è veloce, quasi frenetico ma non upbeat: il mood prevalente è quello “ballabile-nostalgico“, come del resto fanno capire i synth notturni e algidi che permeano l’intero brano. Piace l’idea di cantare in falsetto una buona metà del ritornello, mentre nella seconda strofa le parole corrono talmente tanto che si fa quasi fatica a stargli dietro. Il pezzo comunque funziona, e ha tutte le potenzialità per fare bene in termini di playlist e magari anche di piccole radio.
Shadouone – Kantico
È tornata Shadouone, la misteriosa artista italiana a metà fra l’eroina di un fumetto e l’esponente italiana della drill, vista l’ultima volta a fine 2021 con il singolo Stupido film. Su Kantico però musicalmente l’artista si discosta di gran lunga da quanto fattoci ascoltare finora: bando alle basi aggressive e alle influenze gangsta, e dentro sonorità distese, meditabonde e quasi anticheggianti. Sì, perché Shadouone ha voluto scrivere un pezzo che suonasse un po’ come un cantico dell’antica Grecia, arrivando anche a scrivere un testo quasi interamente basato sulla crasi, ovvero l’unione della vocale finale di una parola con la vocale iniziale della seguente (“come se Shadouone parlasse un’altra lingua, quella della musica”). L’esperimento è parecchio interessante, e a dirla tutta ci piace quasi più questa versione mistica ed ermetica dell’artista di quella a base di coltellate e infamate vista su alcuni dei singoli precedenti. Ci aspettiamo però che Shadouone continui a stupirci sulle prossime uscite, dato che non ci sembra certo il tipo di artista che si fossilizza sui suoni.
Veronica – Vivarium
Tematica impegnata e impegnativa quella affrontata da Veronica Di Nocera, in arte solo Veronica, sul suo nuovo singolo Vivarium. Il brano, fuori per CDF Records, esce in occasione della Giornata Mondiale della Terra, ed è infatti un brano che affronta il problema dell’emergenza climatica. Il testo è costruito dalla prospettiva di un alieno che “costretto a effettuare un atterraggio di emergenza, si trova catapultato nel 2020. Ciò che vede è un mondo dominato da catastrofi, sia ambientali che umane, all’interno delle quali gli uomini si muovono senza mai fermarsi a riflettere sulle ripercussioni delle loro azioni”. Il sound del brano è quello di una ballad pop piuttosto ritmata e dominata strumentalmente dal pianoforte e soprattutto dalla voce aggraziata e argentina di Veronica, sicuramente l’highlight di questo brano oltre al delicato e anche poetico immaginario con cui viene raccontata l’esperienza del testo.
A.I.T.O. & Yvan Cole – Artisti vari
Dall’unione di A.I.T.O. e Yvan Cole nasce questa Artisti vari, che come titolo fa anche una leggera ironia sull’omonima dicitura che si trova(va) spesso sulle compilation. Gli artisti vari, spiega A.I.T.O., sono “persone, reali o immaginarie, che si incontrano e si evitano, si feriscono e si curano, crescono e regrediscono, per poi ricominciare da capo, solo pochi centimetri più avanti di dove hanno iniziato”. La musica è opera di Yvan Cole, che crea una base midtempo fatta di synth vagamente ballabili senza esagerare né coi bassi né con i barocchismi, per mettere in risalto la voce di A.I.TO. Un pezzo forse di non facile collocazione ma che prende soprattutto per il ritornello.
Anna Romaldini – Ignara
Anna Romaldini presenta il proprio nuovo singolo Ignara, di cui esiste anche una versione cantata in inglese e intitolata For You. Si tratta di un brano rock alternativo a tratti potente, specialmente nel ritornello energico, grazie anche ai vocals graffiati di Anna quando spinge sull’acceleratore. Apprezzabile anche l’assolo di chitarra sul finale, forse non sempre liscio lo scorrere del flow delle strofe per quanto riguarda il testo.
Donson – Così fredda
A qualche settimana da Quello che non vuoi, Donson ritorna con un nuovo singolo intitolato Così fredda. Il riferimento del titolo non è del tutto chiaro nemmeno all’artista: “non so ancora se sia una donna, una città, un’aria o un’emozione che quando mi sfiora la pelle mi lascia immobile come un bambino in preda alla gioia e al panico nello stesso istante”. Le aspirazioni pop di Donson, già viste sul singolo precedente, si confermano pienamente anche in Così fredda, che anzi va ancor più nella direzione delle melodie accattivanti e dei synth orecchiabili e di facile accesso, ma lo fa senza scadere nel banale o nel semplicistico. Così fredda è un singolo molto ascoltabile che sa farsi apprezzare per la sua immediatezza.
Eda Marì – Mare di gin
Primo singolo del 2022 per Eda Marì, che aveva concluso il suo 2021 con il brano Besame macho. L’artista cosentina, già protagonista di XFactor 2020, propone la sua Mare di gin, un brano dalla doppia anima: il sound è un pop tutto sommato allegro e leggero, retto dal pianoforte e dalla voce di Eda che spesso si prende qualche momento per scherzare con le parole; il testo nasconde però dietro alla leggerezza di superficie una malinconia e un malessere che si risolvono proprio nel “mare di gin”, soddisfazione momentanea che però maschera senza risolverlo il problema di fondo. Le melodie del brano sono davvero azzeccate perché è una canzone che “prende” e resta in testa fin dai primissimi ascolti; qualche momento giocoso in meno a inizio e a fine brano forse avrebbe aiutato a distrarre meno dal brano in sé.
Giacali – La Terra è triangolare
Scacco matto, terrapiattisti! Giacali ha una verità vera da rivelarci, di quelle che i poteri forti non cielo dicono: la Terra è triangolare. Con un brano ironico ma che a ben pensarci risulta amaramente reale, l’artista calabrese parla del “mondo del web che ha preso il sopravvento rispetto alla vita reale, con la propensione a diventare tuttologi ed esperti di ogni argomento“, spesso scadendo nel complottismo o nell’analisi socio-politica spicciola e scadente. Apprezzabile l’impegno nel testo, ma apprezzabile anche il brano in sé, con un sound pop vicino al cantautorato (ma comunque più basato sull’elettronica che sulla mera chitarra), e una voce “d’autore” che potrebbe fare bene o male qualsiasi brano dall’itpop al singer/songwriter.
Lamponi di Piombo – Una e mezza
Un nuovo capitolo per il progetto musicale di stanza a Firenze, un mix unico di indie-pop e influenze synth-wave. Una e mezza è un’alzataccia notturna, la nostalgia dei locali, un singolo che è impossibile lasciare andare. Una e mezza avvia una fase nuova tanto nel sound e nella lirica. Rispetto ai singoli precedenti infatti, spariscono le chitarre distorte per fare posto a synth e batterie elettroniche; fanno la loro comparsa influenze black music, lasciando presagire un futuro più vicino all’elettronica e alla contemporary R&B.
The Leaf – Blackness
Dopo un primo EP più solare la band milanese si lancia verso un alternative rock crepuscolare in cui la calda voce femminile dà la direzione al brano. Un approccio molto classico ma a proprio modo coraggioso per un brano dalle sonorità molto ’90s. Superata l’intro languida, entriamo nel vivo con una seconda parte più epica e aggressiva che vale decisamente l’attesa.
Leanò – Cicale
La cantautrice di Milano torna ancora una volta con uno scossone emotivo. Cicale è un brano dedicato a una generazione in bilico, quella degli stage non retribuiti, degli affitti troppo alti, del “forse vado all’estero” e di tutta una serie di imperativi non applicabili imposti dalla società di oggi, e da chi ha una percezione distorta delle reali possibilità e bisogni dei giovani. Impossibile non ritrovarcisi.
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