Le Vite degli Altri, Claudym, Antartica: le recensioni dei singoli italiani

Le Vite degli Altri
Le Vite degli Altri – Stefano

Abbiamo già avuto il piacere di ascoltare l’intero EP de Le Vite degli Altri, questo gruppo dell’hinterland milanese che ha da poco buttato fuori i primissimi singoli ma che in realtà è in giro da qualche anno. Possiamo anticiparvi che l’EP sarà una delle cose migliori che ascolterete il prossimo anno in ambito alternative, ma per adesso vi dovete accontentare del primo singolo, la hit Come fai, e del nuovo brano, che si chiama Stefano perché il giorno in cui è nata la canzone è nato anche il nipote del cantante Federico Di Maggio (battezzato Stefano, appunto). Rispetto a Come fai, Stefano è magari leggermente meno “singolone” nel senso che non ha lo stesso ritornello catchy, grosso e immediato, però è un brano “progressivo” e variegato, che parte tranquillo, passando quasi inosservato, ma aprendosi ben presto in uno scoppio di distorsioni e vocals passionali, a tratti urlati (un urlo che ci esalta tantissimo nel bridge). Il brano è davvero figo, ma sull’EP ce ne sono di ancora più belli, bisogna solo avere un pochino di pazienza perché arrivino.

Antartica – Mega perdo

Una volta tanto gli Antartica ci hanno fatto aspettare un po’ di tempo prima di darci un nuovo singolo, dopo Tipi a posto uscito ad aprile. Il nuovo brano si chiama Mega perdo, titolo sul cui significato brancoliamo totalmente nel buio -lo dicono anche nel ritornello ma noi non abbiamo capito lo stesso. Al di là di queste incomprensioni linguistiche, Mega perdo è un altro brano musicalmente spensierato e allegro, con un ritornello accattivante e un bridge che alza i giri arrivando quasi a un punk rock scatenato. Finché ci propongono queste canzoni leggere ma parecchio catchy, gli Antartica giocano sul loro terreno preferito e continuano ad andare in goal con facilità.

Cance – Dolce Venere

Preda della malinconia Dolce Venere, il nuovo singolo di Cance che è peraltro il suo unico brano di quest’anno. La sua canzone è infatti “la storia di una giovane donna che guarda con malinconia una foto di sua madre, chiedendosi quanto la vita di quest’ultima sia stata lontana da quella vecchia immagine così spensierata e sognante in riva al mare”. Su un arrangiamento delicato l’artista stende i propri vocals soffusi e tranquilli, giustamente accostati al genere R&B anche nella presentazione della canzone. È un brano “pop” che esula dall’accezione commerciale del termine, “musica leggera” che però assume un peso sia per il testo che per il mood del brano; un pezzo tardoautunnale che potremmo anche benissimo sentire proprio in riva a quel mare citato dall’artista, svuotato dai turisti estivi e sbiadito dall’azione delle grigie giornate nuvolose.

Claudym – Uomini alfa

Claudym ha un album in arrivo nei prossimi mesi, e continua ad anticiparcelo con questo singolo intitolato Uomini alfa, che segue l’uscita di Cose che si dicono di inizio estate. Se quel brano era musicalmente in continuità con l’EP Un-Popular, su questo singolo Claudym mette da parte le sonorità più melodiche e pop del proprio repertorio per proporre una tamarrata d’altri tempi, fatta di bassi ingombranti, beat ossessivi e un testo a metà fra il trash e l’autoaffermazione (e la critica dei cosiddetti “uomini alfa” che fanno i viscidi e i buzzurri nei locali e in giro per le strade). Ai (nostri) tempi del liceo questa ci sarebbe piaciuta parecchio come guilty pleasure; oggi ci andiamo un po’ più cauti, ma è comunque difficile non farsi affatto contagiare dall’euforia di questa canzone. Ci si poteva forse risparmiare gli ultimi quaranta secondi di pezzo che fanno venire il mal di testa.

Diego Rojas Chaigneau – Strada dei Pensieri Sospesi

Con un nome che tradisce le sue origini cilene (e anche francesi, immaginiamo, ma questo non lo sappiamo), Diego Rojas Chaigneau ci presenta il suo nuovo singolo intitolato Strada dei Pensieri Sospesi. L’artista ha un modo di fare pop/musica leggera che è chiaramente influenzato dal cantautorato, ma in parte anche dalla canzone cabarettistica, come si nota dal ritmo del brano, che pare perfetto per essere cantato-recitato da sopra un palcoscenico teatrale. Diego ha un modo di cantare che ricorda anche vagamente quello di Carmen Consoli; sicuramente una proposta “alta” pur rientrando a pieno titolo nella musica popolare ed essendo ampiamente ascoltabile e alla portata di tutti.

Izaya – Burrone

Esordio da brividi per Izaya che su un arpeggio di chitarra emo srotola la sua personale visione della depressione: un Burrone in cui sprofondare. Le tre fiere del cantante cremonese sono l’odio, il silenzio e il vento, personificazioni di mani che giungono per aiutare o condannare. Solo l’accettazione del dolore, rappresentata come un vento proveniente dai polmoni, quindi dalla voce dell’artista, è in grado di spegnere il silenzio assordante della depressione. La brezza introduce la seconda sezione del brano: una transizione che inserendo le percussioni rende più dinamica la strumentale. È in questo finale che si coglie la direzione più indie pop del progetto Izaya che, al debutto da solista, apre un nuovo capitolo della sua sonorità.

Numb – Zacinto

Suggestioni foscoliane nel titolo del nuovo singolo di Numb, Zacinto. L’artista poggia il proprio flow rappato su una base musicale costituita quasi essenzialmente da un arpeggio di chitarra, secondo uno schema reso celebre negli ultimi anni dall’emo rap ma che qui di emo ha poco. L’idea alla base del brano ci piace, lo strumentale è atmosferico e perfettamente funzionante nel pezzo; ci piace poco il lavoro fatto sulle linee vocali, che suonano poco limpide e troppo impastate.

The Recoveries – Mr. Robot

Mr. Robot dei The Recoveries non è un brano robotico o elettronico; tutt’altro. Si tratta infatti di un pezzo rock alternativo che ha solo qualche piccola eco elettronica nell’uso dei synth, ma l’ossatura del brano è ampiamente suonata. Apprezzabile l’accostamento e l’alternanza fra il cantato femminile e quello maschile, qualcosa che su queste pagine è sempre molto gradito. Il sound può ricordare in parte quello dei pezzi più rock di gruppi come i Negramaro o Le Vibrazioni, ma assume in realtà un’anima propria che lo fa camminare con le proprie gambe senza sembrare la copia di qualcuno.

Sümelga e Elisa Bellesi – Nella tua stanza

Giusto un paio di settimane fa parlavamo dei Sümelga in occasione del remix da loro realizzato del brano La sottile arte di lasciar perdere di Settembre Rosso. La band torna ora con un proprio brano, cantato in collaborazione con Elisa Bellesi. Nella tua stanza è un delicato brano rock, una rock ballad se vogliamo, con un bel giro di chitarra malinconico a guidare il sound, e le voci maschile e femminile che si alternano interpretando strofe e ritornelli, questi ultimi occasione in cui il brano si apre in tutta la propria essenza rock, con dei begli assoli. Qualche pecca nel mix della canzone, che ci sarebbe piaciuto sentire più organico invece che ogni strumento “a sé”.

Summit – Ma che ti credi?

Primo singolo del 2023 per i Summit, che anche nel 2022 avevano pubblicato un unico brano (Madrid). Ma che ti credi? è una canzone veloce e ritmata, che si situa su un pop rock accattivante, orecchiabile ed estremamente facile da ascoltare. Il bridge aggiunge distorsioni che alzano i giri del motore e che anzi ci sarebbe piaciuto sentire maggiormente anche nel corso del resto della canzone, ma comunque il giudizio è ampiamente positivo. Il testo “descrive quella sofferenza che si prova nell’interrompere una relazione che ci ha lasciato qualcosa che non riusciamo a dimenticare”.

Tiziano Bak Bacarani – Esci con me

Nuova proposta da Tiziano Bak Bacarani, che avevamo sentito l’ultima volta con il singolo Nati domani. L’artista presenta Esci con me, una canzone rock che invita la sua bella a trascorrere una serata fuori a ballare, e a restare con lui in questa vita, “perché la prossima è tardi”. Un bel ritornello orecchiabile e accattivante ruba l’orecchio nel brano, che ha però anche un pregevole assolo di chitarra sul finale e un accompagnamento al pianoforte a dare dolcezza all’insieme. Migliorabile senza dubbio la produzione, ma l’energia e la musicalità ci sono.


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