DIG DEEP: Gouge Away, Sincere Engineer, Sydney Sprague / I 4 brani che ci hanno colpiti questa settimana

Gouge Away – Idealized

Sono passati ben tre anni da quando i Gouge Away ci avevano fatto ascoltare le loro ultime nuove canzoni (Consider e Wave of Mutilation, in un doppio singolo a sé stante). La band di Deathwish Inc. torna finalmente ora con un nuovo singolo intitolato Idealized, che musicalmente è carico come sempre la band ci ha abituati, mentre a livello vocale ci piace davvero tanto nel ritornello e convince un pochino meno nelle strofe poco incisive. I vocals di Christina Michelle danno il meglio di sé quando alzano i giri e si aprono nello stile semiurlato che già ci aveva ammaliati sulle precedenti uscite del gruppo: la parte finale e più aggressiva della canzone non per niente ci sembra la migliore. Idealized è un brano che potrebbe ricordare un po’ gli Adventures ma appesantiti, oppure gli Witch Fever ma alleggeriti; una via di mezzo che ci piace e dove i Gouge Away possono regalarci parecchie soddisfazioni, magari con un filo di attenzione in più alle strofe, che hanno anche loro la propria importanza.

Sincere Engineer – Fireplace

Dopo alcuni singoli piuttosto tranquilli e -diciamolo pure- abbastanza scialbi usciti nei mesi successivi al carichissimo album Bless My Psyche (2021), i Sincere Engineer spazzano via tutti i dubbi e le mollezze tornando con un brano ad alta intensità e ad altissime dosi di divertimento. Fireplace è un pezzo che potremmo ormai definire come “classico Sincere Engineer”, con il sound punkeggiante della band e il cantato entusiasta e un po’ grattato di Deanna Belos. I Sincere Engineer trasmettono voglia di vivere ed energia, e questo singolo è tutto quello che di positivo ha questa band.

Sydney Sprague – Smiley Face

Due anni fa Sydney Sprague si era presentata in molto veramente interessante sulla scena musicale con il disco Maybe I Will See You at the End of the World, un disco tra il bedroom pop e l’indie rock/pop che non era perfetto ma aveva parecchie canzoni accattivanti e che mettevano in mostre ampie potenzialità. Ritroviamo Sydney con questo singolo intitolato Smiley Face, sempre per Rude Records che pesca spessissimo artisti di grande qualità. Come sound siamo più o meno dalle parti di come suonerebbe Clairo se usasse qualche chitarrina indie pop in più (o forse come vorremmo che avesse suonato il suo ultimo deludente disco), e la canzone ci convince ulteriormente che Sydney Sprague è l’artista con la voce più simile a Julien Baker che ci sia nel panorama musicale indipendente. Il pezzo è soleggiato, leggerino ma non frivolo, abbastanza accattivante (si poteva fare di più sotto questo punto di vista) e in definitiva un buon biglietto da visita per il ritorno discografico che ci aspettiamo dall’artista americana.

Arlo Parks feat. Phoebe Bridgers – Pegasus

Ci ha già fatto ascoltare un bel po’ di singoli Arlo Parks dal suo prossimo disco My Soft Machine (Transgressive Records, 26 maggio), l’ultimo dei quali, intitolato Blades, appena un paio di settimane fa. Il nuovo brano Pegasus però è diverso dagli altri singoli perché contiene un featuring, ed è un featuring di peso visto che è con l’attuale regina incontrastata del mainstream musicale Phoebe Bridgers, che negli ultimi tempi è letteralmente ovunque, sia con le Boygenius sia con la sua etichetta Saddest Factory sia con i numerosissimi featuring in brani altrui (vedi The National). Pegasus è un brano quieto e tranquillo, perfetto per una comparsa di Phoebe, però l’impressione è che il featuring sia un po’ sprecato: Phoebe si limita ad armonizzare con Arlo in una strofa e nei ritornelli, risultando quasi una backing vocalist più che una vera e propria ospite, e quando chiami una star come Phoebe è al momento forse sarebbe il caso di rendere la sua presenza sul brano più incisiva.

Ricordiamo ancora una volta che Arlo Parks verrà a trovarci per un’unica data il 19 settembre 2023, all’Alcatraz di Milano (qui biglietti e tutte le informazioni).


Gli altri brani usciti questa settimana:

Hot Milk – Party on My Deathbed: come spesso accade, il secondo singolo estratto da un disco è meno forte e convincente del primo. È anche il caso degli Hot Milk e del loro nuovo brano Party on a Deathbed, che anticipa il disco A Call to the Void fuori il 25 agosto per Music for Nations. Il precedente brano Horror Show era un brano particolarmente heavy e aggressivo e faceva della propria carica la propria forza; Party on My Deathbed è invece un brano più melodico e “alternative rock”, con un ritornello sicuramente catchy e riff di una certa heaviness, ma che in generale non sembra avere lo stesso tiro del primo brano.

Water from Your Eyes – 14: band di Matador Records, gli Water from Your Eyes pubblicheranno il 26 maggio il nuovo album Everyone’s Crushed, da cui è tratto questo singolo intitolato 14, che è la penultima traccia del disco. Il brano è piuttosto lungo (5:53 minuti) e non a caso caratterizzato da un andamento estremamente lento e compassato, con un testo che ripete poche semplici frasi (tra cui “How many is 14?” da cui deriva il titolo). La voce di Rachel Brown è delicata, e viene quasi sovrastata dall’arrangiamento fatto quasi interamente di archi: un brano dove le atmosfere evocative sono il punto focale, e che sembra quasi una traccia di chiusura di un album.

Gringo Star – Hanging Around: dopo Told Me Once Before, nuovo singolo per i Gringo Star che anticipa il loro primo album in sei anni, On and On and Gone, fuori il 2 giugno. Il brano è in continuità con la canzone che avevamo sentito qualche settimana fa, calcando magari un po’ più la mano sull’elemento psych pop a questo giro, ma sempre risultando un pezzo perfetto per un’atmosfera un po’ retro da fumoso locale vellutato anni ’70, o da B-movie di culto sempre di quel periodo.

Lolo – Omg: quando una canzone è scritta apposta per (provare a) diventare virale su TikTok lo si capisce subito. Intanto perché è mediamente brutta, e poi perché è costruita a pezzi, con singole parti slegate l’una dall’altra e separate da evidenti pause che servono per individuare il momento esatto da cui dovrebbe partire il supposto trend e anche quello in cui dovrebbe finire. È così sul nuovo singolo di Lolo, che continua ad alternare rari sprazzi di musica catchy e tutto sommato bella, a una serie di canzoncine scialbe come questa, che ha pure l’aggravante di sembrare di plastica.


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