DIG DEEP: Beabadoobee, King Nun, Prokat Kaset / I 3 brani che ci hanno colpito questa settimana

Beabadoobee – The Way Things Go
Nuovo brano per Beabadoobee dopo Glue Song che era uscita per San Valentino e il suo concerto in Italia ai Magazzini Generali di marzo. Quel tour era stato una sorta di occasione speciale in cui Bea aveva suonato in acustico accompagnata solamente dal chitarrista Jacob Bugden, ma a vedere il precedente singolo e questa The Way Things Go viene da chiedersi se la direzione acustica non sia quella presa definitivamente dall’artista, almeno per il prossimo periodo. Se già il disco Beatopia era molto meno rock e molto più intimista dei lavori precedenti, qui siamo di fronte a un brano fatto essenzialmente in stile chitarra e voce, e solo in seguito arricchito da arrangiamenti “barocchi” orchestrali. È un pezzo molto fine, delicato ed endearing, si adatta perfettamente allo stile di Beabadoobee ed è probabilmente pure superiore a Glue Song. Siamo solo un po’ intimoriti all’idea che un futuro disco sia tutto su questo stampo, visto che già Beatopia non ci aveva convinti fino in fondo.
King Nun – Golden Age
Dopo il singolo estivo But We Live on the Beach, i King Nun ci fanno sentire un secondo brano dal disco Lamb, previsto per il 29 settembre su Marshall Records. Una prima strofa che parte con un riff quasi blues diventa immediatamente un passaggio hard rock aggressivo e potente, tanto che è quasi sorprendente quando il ritornello si apre a un alternative rock inglese classico degli ultimi vent’anni, aperto e veloce ma comunque più leggerino degli istanti che l’hanno preceduto. A fronte di un ritornello magari un po’ ripetitivo, i King Nun mettono in mostra un rock carico e divertente, non troppo innovativo ma comunque abbastanza trascinante da poter piacere parecchio nel Paese di Don Broco e Nothing but Thieves.
Prokat Kaset – Nebokraij
I Prokat Kaset vengono dall’Ucraina e fanno Midwest emo, per cui già di base eravamo curiosi di scoprire le sonorità di questo gruppo. Un ascolto del loro nuovo singolo Небокрай (traslitterato dovrebbe essere appunto qualcosa come “nebokraij” e significare “skyland”, ma non sapremmo dirvi molto di più) ci rivela un sound molto intenso, a tratti quasi vicino a certo post-hardcore di fine ’90/inizio ’00 -o anche semplicemente ai brani più tirati dei primi Funeral for a Friend; la parte Midwest si fa sentire soprattutto nella bella chitarrina piru piru che interviene verso metà canzone nel bridge. Il testo è in ucraino, per cui non ci arrischiamo a parlarne, però le sonorità ci piacciono davvero molto. Auguriamo alla band di riuscire davvero a “inserire Mykolaïv [la loro città di origine, anche se al momento risiedono a Vinnycja -immaginiamo a causa dell’invasione russa] sulle cartine degli appassionati di musica di tutto il mondo” come loro stessi dichiarano di voler fare.
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