Sanlevigo, Caspio, Bento: le recensioni dei singoli italiani

Sanlevigo band 2021
Sanlevigo – Mille fiori

Secondo singolo per la band romana Sanlevigo, dopo Nei panni sporchi di Venere uscito a inizio settembre, tratto dal prossimo album del gruppo, in uscita a fine 2021 anche se ancora non sappiamo i dettagli. Dopo l’excursus letterario-filosofico del precedente brano, la band prosegue nei suoi riferimenti di una certa cultura, anche se qui ci si sposta nel campo della botanica: più precisamente, il pezzo prende spunto dalla florigrafia, “uno stile di comunicazione ottocentesco dove i fiori e gli allestimenti floreali venivano utilizzati per rappresentare le emozioni umane”. I Mille fiori citati nel titolo rappresentano allora “le complesse sfumature emotive della ragazza” protagonista del brano, un pezzo rock all’italiana con un’interpretazione vocale dotata di un certo pathos e che a tratti ricorda passaggi dei Negramaro (non so cosa ne pensino i Sanlevigo della band di Giuliano Sangiorgi; nel caso non me ne vogliano).

Alicante – Bacche di goji

Primo singolo del 2021 per Alicante, Bacche di goji è un brano che parte abbastanza lo fi per poi divampare in una lunga outro introdotta da un assolo di chitarra e proseguita su un sound molto vicino all’emo, compresi i vocals camuffati in mezzo al mix con effetto “sto cantando dalla stanza di fianco”. Non sorprende che tra le influenze per il brano l’artista citi i Fine Before You Came (oltre a Mac DeMarco e Daniel Johnston); noi aggiungeremmo qualche band di Topshelf Records/Run for Cover circa 2015 ma non vorremmo addentrarci in territori troppo specifici. In ogni caso sound che sono un po’ spariti dalla circolazione negli ultimissimi anni ma che ci dovrebbero assolutamente ritornare.

Bento – Follow

Duo elettronico di Brindisi, i Bento fanno musica che rispecchia sonoramente il nome del progetto: come vediamo nel loro nuovo singolo Follow, il loro sound è colorato, variegato e diviso armonicamente in tanti piccoli scomparti che creano una composizione unitaria, proprio come il vassoio di cibo più conosciuto d’Oriente. Il progetto non è meramente strumentale, anche se il testo qui si compone unicamente della frase “choose who follows you” ripetuta ad infinitum; in realtà i vocals sono quasi più uno dei tanti strumenti che il focus della traccia, e si mescolano in questa commistione di passaggi elettronici, pop e a volte anche rock. Musica poco italiana ma di cui l’Italia avrebbe probabilmente un gran bisogno.

Bosco – Ciglia

Recentissimo progetto quello del trevigiano Alberto Boschiero in arte Bosco, di casa presso Maionese Project / Matilde Dischi. Il suo primo singolo Bravo a sbagliare è uscito a febbraio, e ora è finalmente seguito da questo Ciglia che è “una canzone d’amore, ma non per questo l’ennesima canzone d’amore”. Un vago sentore di Legno (peraltro punta di diamante proprio di Matilde Dischi) nei vocals e anche in parte nello stile di scrittura del testo ci accompagna per tutta la durata di questo brano che parte con un’ambigua chitarra -potrebbe essere tanto l’inizio di un pezzo emo come di uno indie- ma poi si risolve in un itpop triste dall’incedere sommesso, proprio come lo stato d’animo di una persona la cui relazione d’amore è finita da poco e probabilmente controvoglia.

Caspio – Un attimo

Caspio torna con Un attimo: un singolo più intimo, più ricercato, quasi chill, che ricorda le sonorità soft dei Portishead. Con una timidezza e delicatezza incredibile, con un nuovo brano che descrive un momento sospeso: un’atmosfera notturna dove convivono solo rumori lontani, come una televisione ancora accesa, un’insegna malandata che cigola nel vento, un cane che abbaia lontano. Per le anime notturne e per gli spiriti elettronici.

Cortellino – Una giornata butto via

Triestino, con un nome d’arte che sembra appunto un nome d’arte ma che è in realtà semplicemente il suo cognome, Cortellino ci racconta di come Una giornata butto via nel suo nuovo singolo uscito per LaPOP. Muovendosi fra sonorità pop rock e indie rock, l’artista tira fuori un brano in cui le strofe sembrano un po’ la sigla di un programma radiofonico di Radio 105 o R 101, con un tema insolito ma importante: infatti Cortellino “sceglie di cantare per tutte quelle persone che hanno fatto del loro meglio, ma che alla fine hanno dovuto mettere da parte il loro sogno per un altro tipo di lavoro”, cosa peraltro onorevole e assolutamente accettabile, perché tutte le professioni hanno dignità a dispetto di quello che millenni di divisioni in classi sociali e censuarie ci hanno portato a credere.

Dabluz – Bum!

Il 2021 di Dabluz era cominciato con il singolo King & Queen, secondo brano dopo Arcade del 2020. L’artista modenese, ora accompagnato da Terremoto con il supporto di Believe e Peermusic, ci presenta il nuovo brano intitolato Bum! (punto esclamativo compreso per mettere bene in chiaro che si tratta di un’onomatopea), un pezzo tra rap e pop malinconico -lui la definisce una “rap ballad”. Su un pianoforte e una chitarra che diventerebbero la colonna sonora perfetta per la scena di un film in cui il protagonista cammina sotto la pioggia battente meditando sui propri sbagli, si innesta la voce graffiata di Dabluz per un brano melodico sì, ma pur sempre con un certo edge.

Dandi – Tu settembre

A diciassette anni gli hanno detto che Liam Gallagher non sapeva suonare ma sapeva scrivere musica; a ventinove trova finalmente il coraggio di mettersi in gioco con un progetto tutto suo dal nome d’arte Dandi. Milanese, Dandi è un cantautore rap, una sorta di Neffa dei tempi nostri che coniuga loungy beat da musica rap rilassata con un approccio alla scrittura e al cantato che balla quasi più verso le recenti evoluzioni indie pop. Tu settembre è il suo singolo d’esordio, e al netto di una rima d’apertura “letto / letto” un po’ pigra, raffigura con efficacia il modo in cui “la fine di una relazione porta via tutti i momenti belli passati, tutti gli attimi felici, così come settembre porta via l’estate e non lascia altro che i ricordi”.

 

Frank Past & Listanera – Vanità

Dalla Lucertola alla Vanità; questo il percorso di Frank Past, già nota penna del giornalismo indie italiano, insieme al collaboratore Listanera che presta la sua voce ai brani di Frank, al secolo Francesco Pastore. Vanità è un brano indie “vecchio stampo”, se per “nuovo stampo” intendiamo quella commistione di indie, pop, trap e chi più ne ha più ne metta che sta popolando da due o tre annetti a questa parte anche nel mainstream e fra i ragazzini. L’indie di Frank Past fa un passetto indietro e torna a quei momenti in cui fare indie andava sì di moda, era sì cool, ma cool nel senso che potevi trovare artisti indie di tendenza sui palchi di qualche festivalino trendy o di locali di media grandezza invece che al Forum di Assago o in tivù dall’Arena di Verona.

Leda – Niente è lo stesso

Nuovo singolo per i maceratesi Leda, che avevamo ritrovato quest’estate con Marocco Speed dopo che nel 2019 era uscito il primo album Memorie dal futuro sempre per Il Piccio Records. Niente è lo stesso è un brano a due facce, diviso fra strofe recitate che si avvicinano allo spoken word con un sottofondo simil post-rock, e un ritornello più aperto, arioso e melodico, e anche più “tradizionale” per così dire. La parte più interessante del brano alla fine risultano proprio le strofe, che si allontanano da quanto si sente e si è sentito ampiamente in Italia nel corso degli anni, in favore di un approccio che sembra attingere ad altre sfere artistiche che non siano soltanto la musica.

Pellegatta – Sono come suono

Sono come suono è il nuovo singolo di Manuela Pellegatta, un manifesto, una piccola dichiarazione personale di chi vive respirando musica. Il brano è un nuovo capitolo che ci avvicina sempre di più alla pubblicazione di un nuovo album: un brano di electro-pop che suona dolce-amaro, per chi non ha timori di suonare sfacciatamente pop e di fare di Sono come suono un vero e proprio manifesto musicale, per chi ha preso qualche chilo e sta attento al colesterolo.

Poket P*rno – Tutti vogliono

Con un nome già autocensurato (un po’ perché un asterisco ha stile, un po’ magari anche per evitare censure automatiche su social, email e luoghi vari di un Internet sempre più puritano), Poket P*rno, pseudonimo di Marco Pizzo, presenta il suo ultimo singolo Tutti vogliono, brano che parla di come “tutti vogliono fare punk (ma) non c’è nessuno che lo merita”. Manco a dirlo, il brano ha un tiro punk, con il suo sound a metà fra sporcature garage rock e interpretazione canora derivativa della trap d’oggigiorno. Non sta a noi dire se Poket P*rno merita di fare punk… che poi già di per sé dovrebbe essere un genere senza barriere all’ingresso; anzi qui siamo dell’idea che dire che una cosa non è punk sia decisamente poco punk. Comunque la canzone ha carica, energia, e probabilmente è al passo coi tempi, espressione con cui intendiamo che un ragazzino che non si sognerebbe mai di ascoltarsi vecchiume come i New Found Glory potrebbe verosimilmente apprezzare Poket P*rno.

Trunchell, etc. – Emily Norton

L’horrorcore è “hardcore rap con riferimenti a temi caratteristici del cinema horror”, secondo la definizione data da Russell Simmons dei Flatlinerz, fra i primi inventori di questo sottogenere. Premessa d’obbligo per introdurre il pezzo di Trunchell, etc., pseudonimo del materano Francesco Truncellito, che ci presenta questa Emily Norton, “il volto del male” -e sembra sì quasi il titolo di un horror dagli elementi satanici. Il rapper racconta una ragazza “paranoica, malvagia e brutale”, che viene usata come fantoccio per esorcizzare il male e dargli un volto, il tutto su un beat martellante, quasi asfissiante, che non lascia tregua pur nella brevità del pezzo che si chiude in poco più di due minuti. Per gli appassionati del genere.


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