EraNera, No Sleep Till Sunday: le recensioni dei singoli italiani

EraNera
EraNera – Fumo l’ultima

“Fumo l’ultima” è quello che diceva sempre Zeno Cosini, prima di disattendere puntualmente a questo proposito. Tributo a Svevo o meno, la nuova canzone degli EraNera non parla precisamente della dipendenza da sigarette, quanto di “relazioni che finiscono, senso di perdita e smarrimento, ma anche necessità di rimanere aggrappati a una speranza”. Lo fanno con il loro classico sound rock moderno e potente, che non lascia delusi neanche questa volta. In attesa di sentire la nuova canzone giovedì 16 novembre al Rock’n’Roll di Milano, dove si esibiranno insieme ai Tramontana, la band di Rozzano fa sapere che è al lavoro su un nuovo album, in uscita per Pan Music nel 2024. [Simone De Lorenzi]

Emit – Verona

Emit esce con un singolo pazzo, Verona, il culmine di una relazione che si dirama in una struttura altrettanto atipica: due strofe, nessun ritornello. Il brano poggia su un giro di piano e uno di batteria che, dialogando fra loro, stendono un tappeto comodo su cui stendersi. Il resto lo fanno lo spoken word di Emit e le note audio che offrono un livello di realtà ancor più intimo. Un ritmo sincopato, sia nel suono che nella narrazione, per simulare l’incertezza di un addio: quando il rapporto subisce un’iniezione di vitalità o inciampa su futili inezie. Verona è una diceria incisa sulla pelle di chi l’amore lo ha vissuto davvero, anche senza esibirlo mai.

Eraèmme – Cinque rintocchi

Si chiama Cinque rintocchi il singolo d’esordio di Eraèmme, artista pugliese trapiantato a Bologna, terra dove è veramente difficile a quanto pare non diventare un cantautore indie. La canzone è un invito, probabilmente rivolto anche all’artista stesso, a “provare a viversi le relazioni in un modo più diretto, intimo e genuino senza condizionamenti esterni”. Si tratta di un brano pop intimo e minimale, con un arrangiamento semplice ma non per questo scontato, e un ritornello non esplosivo ma gradevole. La canzone nel complesso è okay, anche se non fa gridare al miracolo: diamo comunque tempo a Eraèmme per mettere bene a fuoco il proprio songwriting.

Frank! – Hentai

Frank! in realtà si chiama Mattia Orlandini, che non c’entra nulla con Frank!, ma questo non ha importanza. Hentai è il suo terzo singolo del 2023 dopo Bruce e Gotham, completando quindi una trilogia di brani che non hanno un titolo in italiano, anche se poi la lingua del testo è quella di Dante (faccio questo paragone solo perché il poeta è citato nel testo). Frank! propone un pop elettronico e ritmato, con un ritornello deciso e strofe un filo più raccolte; il ritornello è gradevole ma non super catchy o memorabile, e questo è forse il principale difetto per questo brano nella sua essenza pop; resta comunque la buona prova nel complesso.

Mhanu – Sincro

Canzone d’amore questa Sincro, che potremmo definire come il singolo d’esordio di Mhanu se escludiamo Last Christmas Reggaeton del 2021 che non abbiamo il coraggio di far partire ma che crediamo sia una versione del classico degli Wham. Il nuovo brano è un pezzo pop leggero e upbeat, con una chitarra acustica, dei synth ad arricchire l’arrangiamento e un beat a tenere il tempo. Il cantato è tipicamente da pop radiofonico, con linee vocali piuttosto accattivanti anche se il testo presenta qualche inciampo. Se l’avesse cantata qualche pezzo grosso del pop italiano ce l’avrebbe fatta passare come una hit.

No Sleep Till Sunday – Ghosted

Nome molto pop punk quello dei No Sleep Till Sunday, ma la musica non è pop punk per niente. Ghosted è anzi un indie rock / dream pop, probabilmente un po’ più ritmato e “positivo” rispetto alla media dream pop (e questo è dovuto, pensiamo, all’influenza indie) ma comunque abbastanza arioso e malinconico da rientrare nella categoria. Il brano, in linea con il titolo, “parla di come ci si sente quando una persona inizia a scomparire dalla tua vita non appena le cose cominciano a richiedere uno sforzo”, ed è una canzone assolutamente gradevole, sicuramente non di quelle che restano in testa al primo ascolto -ma questa è sostanzialmente una caratteristica del genere in sé- ma capace di creare atmosfere sognanti e primaverili.

Sistemi Computazionali – Una vita al buio

Una vita al buio, buio un po’ come quello che compare sull’oscura copertina del nuovo singolo di Sistemi Computazionali, nome d’arte sicuramente originale e un po’ strano. Il qui presente brano è una soffice e tranquilla ballata alla chitarra, con delle percussioni a tenere il tempo e scandire il ritmo del cantato posato. Bella la piccola climax a metà brano, che fa comunque da preludio a una ripresa della strofa. Quello che piace particolarmente di questa canzone è la sensazione di leggerezza e di primavera che lo strumentale evoca, diventando quasi il vero protagonista del brano più ancora che la voce. “Tutti, qualche volta, abbiamo provato l’istinto di chiudere gli occhi e nasconderci da qualcosa, nella speranza che quando avremmo riaperto gli occhi sarebbe scomparso, oppure pensato che sarebbe stato meglio non sapere”, racconta l’artista a proposito del brano.

Il Sogno della Crisalide – Le tue scuse

Tra pop rock e indie rock, si sviluppa Le tue scuse, il nuovo singolo de Il Sogno della Crisalide che anticipa l’uscita di un disco di prossima pubblicazione. La canzone affronta il tema dei giovani che lasciano l’Italia per andare a vivere all’estero, ma non i cosiddetti cervelli in fuga, bensì “la stragrande maggioranza delle persone comuni che, pure emigrando, non riescono a migliorare la propria condizioni e finendo spesso col vivere le stesse identiche frustrazioni vissute nel paese natio”. Il sound di questo brano ci piace molto, ha una certa leggerezza che combina il rock all’italiana con l’indie di matrice anglosassone; ci convince meno il testo che non sempre scorre fluidamente, al di là dell’argomento in sé che ci sembra poco simpatico verso chi quantomeno ci prova a migliorare la propria situazione.

Tecà – Balli come questa canzone

Non chiedeteci in che lingua sia cantato questo brano di Tecà, ma quello che possiamo dire su Balli come questa canzone è che si tratta di un brano dal ritmo reggaeton (già, pure adesso che è autunno inoltrato) e dalle sonorità vicine all’R&B. Il brano è sicuramente ritmato e abbastanza groovy, ma non ci piace il cantato, sia per le sonorità brusche e poco eufoniche della lingua, sia per lo stile delle linee vocali. Dalle dichiarazioni degli interpreti scopriamo che il testo “racconta una serata tra due amanti. Lui ammira l’energia che il corpo di lei sprigiona come un forte e delicato strumento di piacere. Sinuosità nei movimenti,massima espressione di desidero. Così lui la vede e lei sembra desiderare ancora di più le sue attenzioni”.

Cuperose – Sottovoce

È appena al suo terzo singolo Cuperose, ma dimostra già un songwriting maturo ed evoluto. Del resto, il progetto -che avevamo conosciuto a maggio con il primo brano Sospeso– non è un esordio assoluto, ma si tratta della nuova avventura di Andrea Privitera, già attivo in ambito elettronico come whoisu. Proprio dal suo background elettronico sembra pescare questo nuovo brano intitiolato Sottovoce, fuori per La Tempesta Dischi. La canzone unisce un beat e sonorità al synth con un piglio vicino all’ambiente dream pop e shoegaze; vibe tranquille e atmosferiche ma non prive di un certo ritmo.


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