DIG DEEP: Ultra Q, Trophy Eyes / I 2 brani che ci hanno colpiti questa settimana

Ultra Q band
Foto di Jakob Armstrong

Ultra Q – Klepto

Abbiamo già parlato della band capitanata dal figlio di Billie Joe Armstrong, Jakob, negli ultimi mesi in occasione dell’uscita dei precedenti singoli VR Sex e I Watched Them Go. Gli americani potranno accusarli di essere in parte dei “nepo baby”, ma quello di cui non li si può proprio accusare è di non avere talento. Gli Ultra Q lo confermano con questo nuovo singolo intitolato Klepto, tratto -come i primi due- dall’album di debutto My Guardian Angel in uscita il 9 giugno su Royal Mountain Records. Stilisticamente, si tratta di un brano più vicino alle sonorità elettroniche e in parte sperimentali di I Watched Them Go che a quelle più pop punk di VR Sex, e ritroviamo quel cantato un po’ alla Tom DeLonge che già avevamo sentito sul primo brano. Anche sei di base è un pezzo indie rock, la canzone musicalmente potrebbe essere inscritta nella nuova corrente post-post-punk, quella che ha superato il post-punk arricchendolo con sonorità ricercate e a volte elettroniche. Ce lo conferma del resto lo stesso Jakob Armstrong, che ha spiegato come Klepto sia la versione rilavorata di una vecchia demo scritta in un periodo in cui l’artista era in fissa con una serie di band post-punk dell’Est Europa (Molchat Doma?).

Trophy Eyes – Blue Eyed Boy

I Trophy Eyes non pubblicano un disco dal lontano 2018, quando era uscito il non bellissimo The American Dream. Ora forse qualcosa potrebbe cambiare, perché il nuovo singolo Blue Eyed Boy sembra a tutti gli effetti il preludio a un potenziale nuovo album. La canzone ha tutto quello che musicalmente c’era di sbagliato in The American Dream (il sound rock leggerino, i synth…) e tutto quello che a livello vocale c’era di bellissimo nei primi dischi (cioè lo stile un po’ urlato e un po’ cantato di John Floreani). Il risultato è un compromesso che magari non ci esalta fino in fondo ma che ci lascia comunque qualche spiraglio di speranza di risentire un album d’impatto da parte della band australiana.


Gli altri brani usciti questa settimana:

The Bar Stool Preachers – Lighthouse Keeper: per il terzo singolo estratto dal loro prossimo album Above the Static (fuori il 31 marzo per Pure Noise Records), i The Bar Stool Preachers cambiano la formula e decidono di pubblicare una lenta e dolce ballad al pianoforte. La canzone si fa portatrice di un messaggio positivo di accettazione di sé stessi e di affermazione delle proprie potenzialità e qualità in un mondo che è spesso pronto a giudicare e marchiare le persone al primo colpo. Il brano non manca comunque di una certa energia, specialmente nei vocals che a tratti si fanno decisi e potenti. Un brano bello in sé, anche se certamente preferiamo la band quando alza i toni e usa le chitarre.

Broadside – Cruel: i Broadside collaborano con Brian Butcher, voce dei The Home Team, per questo brano decisamente diverso dalla media a cui ci aveva abituato la band. Si tratta di un brano alternative rock (quasi pop rock) con parecchi interventi del synth; un po’ un mix fra gli Our Last Night e gli Imagine Dragons se i Broadside ci perdonano per aver detto questa cosa. Le sonorità non sono nemmeno sgradevoli, ma ci sembra di aver già sentito brani come questo dozzine di volte negli ultimi dieci anni.

Microwave – Ferrari: siamo veramente sconcertati dall’informazione che la band che ha tirato fuori questa canzone siano i Microwave. Sembra un po’ come quando nel Release Radar di Spotify ti compare un nuovo singolo di un gruppo che ti piace, ma poi quando premi play in realtà è una canzone techno di un artista omonimo, solo che qua si tratta proprio di quei Microwave che facevano alternative rock spinto (quasi post-hardcore) fino all’ultima volta che li abbiamo incrociati. Ferrari è una canzone tutta elettronica, downtempo, fatta essenzialmente di effetti sonori, con un cantato lento e malinconico. Veramente complicato trovare altre parole per parlarne.

Island of Love – Fed Rock: nuovo singolo per gli Island of Love, dopo l’annuncio lo scorso mese dell’uscita del disco d’esordio self-titled (12 maggio su Third Man Records) con il doppio brano Grow/Blues 2000. Fed Rock è un pezzo che conferma l’attitudine casinara e caotica del gruppo, che su questo brano propone quello che è di base un punk rock solo in parte contaminato da elementi maggiormente indie; un punk rock made in UK se vogliamo, la terra di Arctic Monkeys e Kaiser Chiefs. Gli Island of Love proprio per questo motivo hanno parecchio potenziale perché fanno quel tipo di musica che potrebbe piacere tanto ai punks quanto a orecchie più abituate alle chitarrine dell’indie.

Chunky Ate a Bee – Taking Souvenirs: i Chunky Ate a Bee sono stati per breve tempo una band inglese proveniente dall’Essex, dalla loro formazione all’uscita di alcuni singoli nel 2007, prima che le attività del gruppo cessassero. Ora la band ha deciso di riformarsi, ed è entrata in studio con niente meno che Frank Turner. Il primo risultato è questo bel singolo intitolato Taking Souvenirs, che suona un po’ come una canzone dei The Killers ritoccata proprio dal buon FTHC. Vocals leggermente sforzati e over the top che però ci stanno benissimo nel contesto di questo brano appassionato e dal sapore vagamente nostalgico. Un bel ritorno!


Tutti i nostri Dig Deep sono disponibili a questo link.

Segui e ascolta la nostra playlist Track of the Day su Spotify, con tutte le migliori tracce uscite nelle ultime settimane!

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *