DIG DEEP: Bodega, Kis-Kis, Romero / I 3 brani che ci hanno colpiti questa settimana

Bodega band
Photo by Pooneh Ghana

Bodega – Statuette on the Console

Fino a qualche decennio fa avere uno stesso singolo cantato in più lingue era cosa piuttosto comune: tra i ’90 e i primi ’00 si usava in particolare pubblicare versione italiana e spagnola di una stessa potenziale hit, mentre più indietro nel tempo era prassi che canzoni americane venissero riadattate da gruppi locali (la prima che viene in mente è “cielo grigio sù / foglie gialle giù” ma anche i francesi hanno fatto la loro parte). Una tendenza che è andata spegnendosi negli ultimi anni, nel bene e nel male (forse più nel bene), probabilmente anche perché ormai sempre più persone parlano fluentemente e capiscono altre lingue oltre alla propria.

I newyorkesi Bodega però hanno deciso di fare una cosa -ormai- non convenzionale: hanno pubblicato il loro nuovo singolo Statuette on the Console, e poi l’hanno ri-cantato addirittura in sette lingue diverse, ovvero olandese, francese, tedesco, greco, italiano, portoghese e russo (qui trovate una playlist con tutte le versioni). Non ci esprimiamo sulle versioni in lingue che non conosciamo, ma possiamo senz’altro dire che l’italiano non è il punto forte di Nikki, nonostante di cognome faccia Belfiglio; però tanta stima per essersi messa in gioco su pubblica piazza con tutte queste lingue (non immaginiamo come possa essere provare a cantare in greco, o in russo).

La canzone peraltro merita parecchio, soprattutto nella versione cantata con accento madrelingua. Un po’ “punk 77 meets post-punk di Bristol”, è presente sul nuovo album Broken Equipment, in arrivo l’11 marzo per What’s Your Rupture Records così come il precedente singolo Doers.


Kis-Kis – Otčim

Le Kis-Kis sono due ragazze di San Pietroburgo che nel 2020 hanno dato una piccola svolta al nostro anno pubblicando quello che per noi è stato il miglior disco pop punk di quei dodici mesi, nell’indifferenza del resto del mondo (in parte anche giustificata, visto che cantano solo in russo; nella loro terra natia in compenso vanno fortissimo). Il disco si chiamava Pir vo vremja čumi che dovrebbe voler dire all’incirca “festa ai tempi della peste”; un titolo quindi abbastanza in linea coi tempi che correvano e che corrono tuttora, per un disco pieno zeppo di canzoni mega-orecchiabili, veloci e accattivanti, con parecchie influenze punk rock e pop punk, e di cui non abbiamo capito nemmeno una parola (non è vero, la traccia 10 si chiama letteralmente “sorry” e quella l’abbiamo capita).

Ora il duo ritorna con questa отчим, che si dovrebbe pronunciare qualcosa come “atcim”, quantomeno sentendo come lo dicono nella canzone. Quello che ci era piaciuto del precedente disco c’è tutto quanto; musicalmente sembra di essere tornati un pochino nel 2012, quando il pop punk di band come We Are the In Crowd, Against the Current e Candy Hearts sembrava sul punto di diventare qualcosa di importante. Non è il tipo di pop punk infarcito di trap che sta andando di moda adesso nel mondo occidentale, ma è un pezzo davvero godibile e da presa bene. Abbiamo provato a passare il testo su Google Translate: pare che отчим voglia dire “patrigno” e che il brano parli di una ragazza la cui madre ha trovato un nuovo uomo (probabilmente l’omaccione corpulento che assomiglia un tantino a Stalin nell’immagine di anteprima qui sotto), e che quindi si augura che quest’ultimo possa essere un buon patrigno per lei e un buon compagno per la madre.


Romero – Turn It On!

C’è tanta energia e anche un po’ di sana ignoranza nel segreto per cui questa canzone dei Romero ci prende particolarmente bene. Non l’ignoranza intesa “all’italiana” tipo Sesso Droga & Pastorizia o Chiamarsi Bomber, che qui è grazie al cielo assente; parliamo di ignoranza intesa soprattutto come quelle chitarre divertenti e senza eccessive pretese, suonate e pensate per far muovere le persone un po’ in stile rock ‘n’ roll. Turn It On! non è un brano pensato per lanciarsi in commenti socio-politici o filosofici o fermarsi a riflettere sulle proprie mestizie; è una canzone creata con un solo messaggio: “head to the nearest dance floor, and turn it on”. Fare casino, divertirsi, ballare, e comunque intanto ascoltare anche della musica fatta bene, che non guasta -del resto, non tutti vogliono ballare sui ritmi del reggaeton.

Le testate di settore anglosassoni hanno già parlato di questa band australiana usando espressioni come punk da dive bar (i baretti di seconda classe in cui si suona, pressappoco) e Blondie meets The Strokes. L’8 aprile uscirà l’album d’esordio, intitolato proprio Turn It On!, per Feel It Records e Cool Death Records.


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