GROOVE ON: Barbi Nádas, Caleb Carter, Nick Noon & more

Barbi Nadas
Barbi Nadas – Overthink

Dall’Ungheria una proposta che sembra calibrata su misura per l’Eurovision. Il pop di Barbi Nádas è molto orecchiabile e anche piuttosto catchy, si situa all’interno di quel pop internazionale che accompagna ritornelli accattivanti a un sound che dà un certo ritmo al brano ma senza risultare upbeat -anzi, le sonorità si adattano perfettamente a un brano, chiamato appunto Overthink, che parla di pensieri e riflessioni, a volte fin troppo logoranti.

Nick Noon – Costumes

Fa le cose in grande Nick Noon sul suo nuovo singolo Costumes. Tratto dal suo prossimo EP A Jejune Affair, il brano è una sorta di “piccola opera indie rock”, con atmosfere di grandeur espresse tanto nel sound magniloquente e teatrale quanto nel video in costume (appunto). Sul singolo ha lavorato Brian Lucey, già collaboratore di nomi grandi come Liam Gallagher, Arctic Monkeys e The Black Keys, e le sonorità del brano sono perfette per chi ricerca nella musica un modo di esprimere maestosità e ambizione.

Box Elder – Bug

Percorrono la linea di separazione fra l’indie rock e l’emo i Box Elder, quartetto del Wyoming che ci propone il loro nuovo singolo Bug. Il groove del brano e i giri di chitarra (ma in parte anche il modo di cantare) sembrano presi direttamente dall’Inghilterra degli anni ’80, ma poi in realtà le distorsioni, la batteria e il mood un po’ autunnale del brano lo fanno ricadere senz’altro all’interno del genere emo, o al più un alternative rock preso un po’ male. Il risultato di questo mix in ogni caso ci parecchio, sia per l’energia e la velocità che questo brano sprigionano, sia per i bei giri di chitarra che i Box Elder hanno dato al pezzo.

Caleb Carter – July

She said “I guess you’ve let me down again”. No, wait, sbagliato band. Però era facile confondersi: Caleb Carter è un artista del Kentucky che sembra sentire parecchia nostalgia dei Moose Blood e del loro bellissimo emo malinconico ma anche parecchio tenero. La sua July è un brano che ha quelle stesse chitarre tanto in voga verso la metà dello scorso decennio, anche se leggermente mediate da un approccio meno distorto e appesantito (si potrebbe quasi definirlo un “indie rock emo”, che poi del resto era anche in parte l’idea dietro all’intero genere Midwest). Lui dice che la canzone è stata immaginata come la colonna sonora perfetta per quando si guida d’estate al tramonto coi finestrini abbassati -forse nel Kentucky non hanno 36 gradi alle nove di sera nei mesi di luglio e agosto; nel caso, beati loro!

Balmain – The Night of 1972

Curiosa la proposta dei Balmain, band australiana ma che si trova attualmente in Canada per registrare il nuovo disco. Loro chiamano il loro nuovo singolo The Night of 1972 “la nostra concezione di una festa new wave post hardcore punk rock”, e se può sembrare una definizione un po’ paracula per fingersi influenzati da così tanti sound diversi, in realtà la canzone mette davvero insieme una miriade di influenze e di momenti diversi. C’è del punk, c’è dell’hardcore, potremmo anche azzardare che c’è dell’emo alla Taking Back Sunday, tutto in un brano che sa anche risultare piuttosto trascinante nel bel ritornello tirato. Leggermente fuori dalla convenzione, e per questo meritevoli di una chance.

Laid Back Moons – Throw It All Back

I Laid Back Moons vengono dalla Francia, anche se dall’accento della loro cantante non si direbbe -cosa, se vogliamo, anche piuttosto inusuale dato che i nostri cugini francesi hanno un po’ la tendenza -del resto condivisa anche da noi italiani- a pronunciare l’inglese con un marcato accento autoctono. Throw It All Back è il titolo del loro nuovo singolo, un brano molto rilassato e rilassante, con chitarre delicate prese direttamente dal Britpop e dall’indie rock all’inglese. Spicca, al di là dell’accento, il cantato, rassicurante ed elegante, per un brano che non è catchy ma è parecchio ascoltabile.


Tutti gli episodi di Groove On sono disponibili a questo link.

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