Gli album italiani del mese: Cecilia, Monteluna, Gintsugi & more

Cecilia 555

Cecilia – 555

(Epic Records, 13 ottobre 2023)

Dopo un EP-lampo uscito lo scorso anno in concomitanza con la firma per la major Epic Records, Cecilia ci fa ascoltare un nuovo lavoro, sempre un EP, che si chiama 555 anche se le tracce sono 4(44). Rispetto all’R&B del primo EP, il nuovo si situa su un pop rock più radiofonico per così dire, ma sempre impreziosito dalla voce di Cecilia che è davvero una delle nostre preferite di tutta la musica italiana (pronuncia delle parole compresa). Le tracce sono poche ma soddisfano come un disco più lungo -che però a questo punto prima o poi vorremmo sentire. Febbre, il brano d’apertura, è quello più pop e banalotto come avevamo già avuto modo di dire alla sua uscita, ma i tre brani successivi spostano decisamente gli equilibri dell’EP, a cominciare da Crisi che è per noi la canzone migliore del disco, punto d’equilibrio perfetto tra sensibilità pop e canzone che vuole avere ambizioni artistiche. Crepe è la ballad al piano, introversa e oscura, bella soprattutto per l’interpretazione. Sete è invece il brano più “ambizioso”, con una struttura più complessa pur restando ampiamente orecchiabile. Di pop brutto alla radio se ne sente parecchio, per cui noi ci auguriamo presto di poter sentire anche quello bello che propongono artisti come Cecilia.


Monteluna – Questi danni

(We’re Trying Records, 20 ottobre)

Con Questi danni, primo album ufficiale dei Monteluna, la band emo-punk conta i lividi, le pose scomposte sulle sedie a scuola, le lezioni imparate fuori dalla classe in un’adolescenza che, oggi più che mai, sembra non finire mai. Sei brani che offrono “Termini e Condizioni” relativi alla cessazione di un periodo particolare della vita, forse il più burrascoso… o almeno così dicono gli adulti. Nell’attesa di sapere se la vita da grandi sarà più o meno frenetica, i Monteluna scattano una polaroid in cui protagonista sono i loro vent’anni. Solo una volta terminati sapremo dire “quanti sono questi danni”. Il disco è una dimostrazione di precoce maturità sonora e di consapevolezza umana da parte della band di Casale Monferrato che si iscrive alla lista delle giovani band alternative-rock da tenere d’occhio nella Penisola.


Gintsugi – The Elephant in the Room

(Sono / Beautiful Losers, 20 ottobre 2023)

Dopo svariati singoli e un EP, Gintsugi arriva al grande passo, cioè il primo album sulla lunga distanza, prodotto in collaborazione con Beautiful Losers. Dell’artista non si sa molto, ma la sua voce e il suo modo di fare musica ammaliano e proiettano in un mondo un po’ mistico e un po’ incantato, a metà fra una fiaba e un’opera gotica, o un semihorror senza jumpscares. La maggior parte dei brani sono intimisti, poggiano saldamente sulla voce di Gintsugi, spesso con apprezzabili armonie, e su strumenti come il piano e gli archi, con una percussione leggera a intervenire in tratti selezionati per sottolineare il ritmo. Dei nove ce n’è uno cantato in un buon francese, la traccia d’apertura Mon coeur, mentre il resto è in un inglese pronunciato finalmente bene (rispetto alla media italiana, s’intende). The Elephant in the Room non è certo un disco per tutti, ma è un disco che tutti gli amanti della musica lenta (intesa sia come tempo sia come modalità di fruizione, in opposizione alla musica “veloce” da usa e getta) possono adorare. È un disco artistico senza che suoni pretenzioso, è viscerale perché tocca corde profonde dell’animo e del cuore e lo fa con un’eleganza rara da trovare, senza mai annoiare.


Miriam Fornari – Mora

(Onyx Dischi, 13 ottobre 2023)

Già dal primo brano di Mora, album d’esordio di Miriam Fornari, si capisce di essere dinnanzi a qualcosa a cui il mercato musicale italiano non è abituato. Pezzi di 7 minuti convivono con intermezzi di pochi secondi senza che fra i due vi sia differenza nella potenza musicale espressa. La materia sonora è nobile: una commistione tra jazz e prog rock con la costante della sperimentazione, la quale spinge l’artista a dialogare anche con la musica digitale in forma di glitch e interferenze. Il suono poderoso e al contempo delicatissimo di Miriam Fornari stimola l’ascoltatore a immaginare dove potrebbe tenersi un suo concerto. La risposta? Ovunque, dal concerto privato a Broadway. Mora suona in un altro spazio e in un altro tempo. L’artista riesce nel tentativo traslare la ricchezza di senso dei sogni all’interno del mondo reale, non per soppiantarlo, ma per arricchirlo di nuovi strumenti attraverso i quali interpretare una realtà sempre più intricata.


The Washmachine – Mutismo selettivo

(Feel Records, 15 settembre 2023)

Mutismo selettivo è l’album d’esordio di The Washmachine -musicista e cantautore contraddistinto da un animo di sperimentatore eclettico- che sovrapponendo una strumentazione classica a un intenso uso di elettronica si pone come obiettivo quello di conferire al concetto di pop una svolta decisamente rivoluzionaria. Il disco è una raccolta di dieci tracce scritte tra il 2019 e il 2022 il cui tema principale si rivela essere la percezione e il racconto di svariate situazioni e stati d’animo comuni a tutti: dal timore per il futuro all’amore per la semplicità, passando per le difficoltà nell’interazione umana, l’apatia, l’alienazione e l’isolamento. Musicalmente parlando l’intento è quello di combinare l’aspetto più classico e organico tipico dell’indie con un intenso uso di elettronica, cercando di far convergere il tutto in una dualità capace di trarre forza reciproca dalle due realtà sonore da cui è composta. Tutto ciò si traduce in un sound all’avanguardia e ricco di contaminazioni: sonorità lo-fi dal retrogusto psichedelico intrise di rock sperimentale con una vena di prog all’italiana, in grado di catapultare l’ascoltatore in una dimensione in cui è la sperimentazione intesa come gioco, scoperta o viaggio a prevalere su tutto il resto. Per quanto riguarda la componente testuale, mediante un uso attento e ricercato della parola come elemento espressivo, si tenta di dare un punto di vista inedito della realtà tramite versi astratti e ironici recitati come pseudo-filastrocche, creando così una summa in grado di distinguersi sia per sonorità che per forma. Insomma, nonostante testualmente si affrontino argomenti evocativi di una quotidianità contemporanea e spiritualmente condivisa, sperimentatore, eclettico – quasi dissacrante e provocatore – l’artista si presenta a livello sonoro come inedito e rivoluzionario, proiettando l’ascoltatore in un “qui e ora” dove anche le energie più opposte e contrastanti sono in grado di coesistere e alimentarsi a vicenda, creando immaginari sempre più coinvolgenti ed innovativi. [Sara Giorgio]


Malinverni – Musica/che/non/funziona

(Piuma Dischi, 13 ottobre 2023)

“Devi fare musica per giovani, i giovani vogliono ballare”. Questa la frase che Malinverni si è sentito ripetere allo sfinimento dai grandi saggi dell’industria musicale italiana. E così ha pensato bene di fare un disco che è totalmente l’opposto, non per nulla intitolato Musica/che/non/funziona. La sua musica che non funziona è in realtà musica che avrebbe funzionato alla grande qualche anno fa: si tratta in linea di massima di un indie (pop) malinconico, più nel cantato che nello strumentale, che anzi è spesso piuttosto ritmato e upbeat. L’approccio che Malinverni adotta è quello dei testi tristini/incazzati (vedi I figli dei ricchi) interpretati in maniera cantautorale ma su una base decisamente più sù di giri. Il risultato non è affatto sgradevole: i pezzi scorrono volentieri, sono spesso anche simpatici da ascoltare quando non direttamente spassosi (vedi sempre i figli dei ricchi che si annusano il culo per riconoscersi), e le melodie sufficientemente accattivanti per prendere fin da subito e restare impresse. Dove questo EP può pagare un po’ dazio è nell’attualità di questo approccio, in un panorama musicale che al momento sembra favorire più musiche vicine all’hip hop da un lato e al rinato rock dall’altro, ma apprezziamo la scelta dell’artista di scrivere la musica che voleva fare lui senza avere l’ossessione del successo di mercato.


Malmö – Zolfo

(XO La Factory, 20 ottobre 2023)

Dopo due dischi (2017 e 2020), i Malmö tornano con un EP di quattro pezzi, che però durano parecchio, tanto che la lunghezza complessiva è di più di 21 minuti. Quello che propone la band è un post-rock interamente strumentale e progressivo, spesso anche piuttosto energico con decise e belle schitarrate, ma sempre con una consolidata capacità di creare atmosfere oniriche, nordiche e vagamente epicheggianti. Difficile, anche per l’assenza dei vocals, trovare un brano che davvero spicchi su tutti, ma ci piace molto Sciara perché parte più tranquillo e circospetto per poi sfogare alcuni dei riff più potenti e ariosi del disco.


Samuele Cyma – Sigillata luce

(Pluma Dischi/Irma Records, 27 ottobre 2023)

Qualcuno una volta cantò There is a light that never goes out e quella luce non può che essere magia: energia pura che deve fuoriuscire. Sigillata luce, album d’esordio di Samuele Cyma, è spiazzante per complessità e diversità rispetto al resto del panorama. Un mix prelibato di elettronica e sound design che, a tratti, flirtano con jazz e hyperpop. L’ascoltatore ne esce incantato, sicuramente impressionato. La luce che Samuele ha tenuto celata finora non è che l’insieme di innumerevoli esperimenti, progetti caduti in disuso e poi ripresi, pezzi di registrazioni e sample che si uniscono in un lavoro ancor più grande e dal valore elevatissimo. La musica rappresenta brillantemente il calore della luce che scioglie il sigillo, inscrivendo un senso di fluidità e sinuosità nell’avanzare della tracklist. Come la luce, ora finalmente libera, anche il talento di Samuele Cyma vola alto, davanti agli occhi di tutti. Rei coloro che non lo riconosceranno.


Tokyo Suicide – Day of the Immense Sun

(self-released, 6 ottobre 2023)

Dopo Selfie to Die For del 2020, i Tokyo Suicide arrivano al secondo album, quello più difficile nella carriera di un artista secondo la teoria di qualcuno. Il disco si chiama Day of the Immense Sun e vede un’ampia collaborazione con Derek Sherinian, tastierista noto per aver suonato nei Dream Theater e nei Kiss oltre che con Alice Cooper e parecchi altri nomi grossi dell’industria discografica, che compare su ben cinque tracce dell’album. Il gruppo persegue un sound bilanciato fra pop ed elettronica, facendo affidamento su una nutrita schiera di synth che spesso creano atmosfere sognanti e acide dove prevalgono colori come il verde acceso e il rosa, possibilmente su uno sfondo nero cosmico. I vocals di Nicole Cambi si mischiano volentieri con quelli della voce maschile e in generale piacciono la compattezza e l’omogeneità sonore del disco, sintomo di una visione chiara del suono che si vuole dare all’opera, e anche le sonorità decisamente più internazionali che italiane presentate dall’album. Convince un po’ meno la durata del disco, che con quasi 50 minuti e una tracklist di tredici brani rischia alla lunga di fiaccare la resistenza dell’ascoltatore.


Max Penombra & Visioni di Cody – Restate come siete

(self-released, 20 ottobre 2023)

Qual è il suono della riviera romagnola? Non le hit estive, i club, gli schiamazzi quando cerchi di dormire sul lettino in spiaggia, ma Restate come siete, il nuovo joint album di Max Penombra e Visioni di Cody. Superstiti dell’ennesima estate, gli artisti narrano di quello strano periodo che cambia il volto alla loro terra e ai suoi abitanti. Da veri romagnoli che si rispettano, il racconto è impreziosito da quell’autoironia necessaria a sopravvivere, soprattutto quando abiti al mare. Max e Visioni riescono nell’arduo compito di porsi in maniera leggera, non pretenziosa, raffinando un tono autorevole e credibile. Restate come siete fa breccia proprio perché parla come mangia. L’album, a cavallo tra il rap di Max e le Visioni indie rock di Cody, custodisce una promessa che forse è anche un tratto culturale italiano. In un mondo che evolve freneticamente e spesso nella direzione sbagliata, l’augurio è quello di rincontrarsi l’estate seguente e ritrovarsi gli stessi. In questa speranza c’è molto più amore di quanto si pensi.


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