Lagoona, Parrelle, Mivà… le recensioni dei singoli italiani

Lagoona – Vertigine
Un incrocio di talenti caratterizza Vertigine, il nuovo brano degli umbri Lagoona. La canzone è stata prodotta da Jacopo Gigliotti dei Fast Animals and Slow Kids, ed esce per Biscottificio Records, etichetta di Domenico Candeloro dei Voina. È il brano che riporta i Lagoona in Italia dopo il precedente singolo intitolato Londra, e presenta un sound alternative rock che ricorda in parte le due band già citate, così come una versione dei Cara Calma leggermente meno angsty. È una canzone che racconta “il momento in cui ti accorgi che non sei davvero solo, che il silenzio è in realtà un rumore intenso. Vertigine è l’esatto istante in cui ti svegli da un torpore durato un anno intero, e hai solo voglia di iniziare a correre senza più smettere.”
Federica D’Andrea – Magnifico
Quella del 1998 è stata l’unica edizione dello Zecchino d’Oro che abbia guardato nella mia vita, e assieme ad alcuni pezzoni come La mamma della mamma e Coccole, c’era un brano molto figo che cercava di sensibilizzare sul dramma del lavoro minorile, intitolato Batti cinque (4/4 di silenzio). Leggere nel comunicato stampa del nuovo singolo di Federica D’Andrea che era proprio lei una dei due interpreti del brano (insieme a Stefano Maiuolo) mi ha quindi portato nel famoso “trip down memory lane” per una decina di minuti buoni passati a rimembrare tempi meno difficili. Ventitré anni dopo, Federica D’Andrea fa una sorta di secondo debutto come solista nel mondo della musica, considerato che il suo precedente lavoro è un EP uscito nel 2018 e intitolato Via. Magnifico è un singolo pop ritmato con accenni di swing negli arrangiamenti, interpretato in maniera molto fresca da un’artista che si sente subito avere un notevole talento vocale. È quel pop un pochino alternativo nel senso di “fuori dal mainstream” che magari per questo non passerebbe in radio ma che figurerebbe bene in rassegne per musica pop d’autore; bene per Batti cinque, molto bene per Magnifico.
Mivà – Hit Parade
Dopo il suo primo singolo del 2021, Nulla, uscito a febbraio, Marco Villella in arte Mivà torna con la sua nuova canzone Hit Parade, per Matilde Dischi. L’ex membro dei La Stazione non vuole tanto scrivere una canzone “da hit parade con la base che suona in midi”, quanto comunicare l’incomunicabilità, “il parlarsi senza farlo mai davvero, il disperato tentativo di volersi capire ma senza riuscirci, sperare di sentirsi dire qualcosa che però non riusciamo mai a sentire”. Hit Parade non sarà una canzone da hit parade (anche se su qualche emittente tipo Radio Zeta probabilmente non sembrerebbe fuori target), però suona fresca e piacevole, per quanto non upbeat o da presa bene, in pieno sound da Generazione Z.
Moscardi – Goccia su goccia
Il pop italiano degli ultimi anni ha avuto parecchie caratteristiche, ma indubbiamente l’impegno etico-sociale (senza scomodare quello politico) non rientra fra queste, quantomeno a livello generale. Qualcuno ogni tanto dal basso prova a dare una sferzata al disimpegno, come nel caso di Moscardi che lancia un brano incentrato su una tematica estremamente urgente e attuale, sebbene non sia ahimè spesso percepita come tale: lo scioglimento dei ghiacci e il sollevamento dei livelli delle acque marittime. Moscardi evita di farci il pippone critico e arrabbiato; piuttosto affronta il tema con un pizzico di ironia e un sound estivo e ballabile, avvertendoci però di tenere a mente che di questo passo rischieremo presto che “con l’ombrellone andremo al mare al Polo Nord” –un po’ come fecero i Punkreas alcuni anni fa con la loro Ultima spiaggia, grido d’allarme decisamente inascoltato.
Parrelle – Dolomiti
A poca distanza dal suo ultimo singolo Dalle22alle5, Parrelle torna con un nuovo brano intitolato Dolomiti, titolo curioso per un artista proveniente da Boscoreale nel napoletano. La canzone, pubblicata dall’etichetta Luppolo Dischi, è un pezzo (it)pop leggero e catchy, con un’interpretazione vocale che a tratti, soprattutto nelle strofe, come in singoli precedenti ricorda un po’ i brani dei Legno. Parrelle dà sfogo alla malinconia, come è chiaro dal ritornello che fa “quanto cazzo mi fa male non poterti più limonare”. E cosa c’entrano le Dolomiti? Ce lo spiega lui stesso: “pazienza se non dormi da giorni, se le tue occhiaie descrivono traiettorie imperfette, come le Dolomiti: io su questa pista da sci che ho sotto le palpebre ci abiterei insieme a te. Ti andrebbe di sentire meno freddo?”
Shadouone – Estate maledetta
Qualcuno che prova a proporre dei sound un pochino diversi e nuovi alla fine lo si trova sempre -e per fortuna. Shadouone è un personaggio misterioso: fino all’anno scorso portava sempre degli occhialoni scuri che le nascondevano buona parte del volto, ora ha coperto l’intera faccia con una maschera un po’ stile anime. Si definisce come la prima persona a portare in Italia la drill, che se ci abbiamo capito qualcosa dovrebbe essere una sorta di mix tra trap e gangsta rap (magari non sarà proprio il modo più tecnico e ortodosso per definirla, ma you get the idea). Nel testo troviamo infatti passaggi come “baby, ti inviterei alla mia festa / ma vedi, non ho infami nella lista”, con un sound per tutta la durata del brano piuttosto minaccioso, un po’ come quando passi davanti al bar sbagliato e gli avventori appostati all’esterno con cicatrici in faccia e coltelli in tasca ti guardano parecchio male. Insomma il messaggio è piuttosto chiaro: se sei un infame, è meglio che stai alla larga da Shadouone.
Yaboiichris – Beverly Hills
Dopo un paio di singoli usciti pre-covid, Yaboiichris torna a farsi sentire con questo brano intitolato Beverly Hills (that’s where I want to be). Una chitarra emo rap ci introduce in un brano che gioca tutto sul vecchio adagio del sesso droga e rap’n’roll (e ca$h e oggetti di lusso), ma è tutto sommato molto catchy, e non ci sarebbe nulla di strano se suonasse in qualche radio un po’ attenta ai trend recenti. Il testo è in italiano, anche se c’è un piccolo spazio per l’inglese che non avrete difficoltà a capire: “I’m in my zone / Come see me, girl / Leave your underwear home” -che poi a ben pensarci potrebbe anche essere l’estratto di una qualche canzone di Take Off Your Pants and Jacket.
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