Klaus’s Branch, Brenneke, Edodacapo: le recensioni dei singoli italiani

Klaus’s Branch – Inside Joke
Quarto singolo per i marchigiani Klaus’s Branch, che avevamo conosciuto un paio di mesi fa con Kharkiv’s Sky. Inside Joke è un brano che riconferma quanto di buono si era sentito su quel brano, con il sound fra emo e post-hardcore primi ’00 qui ancora più spinto e aggressivo, e un cantato che alterna gran sgolate e momenti super aperti che mettono a dura prova le corde vocali come era tipico della musica col ciuffo di vent’anni fa. Non è un pezzo particolarmente catchy e difficilmente ti ritroverai a cantarlo sotto la doccia o mentre fai i mestieri (un po’ perché ti ritroveresti senza voce dopo mezza strofa, un po’ perché non ci sono hook o parti che restano impresse), e questo è sempre un pochino un male per una canzone, però quello che manca sotto questo punto di vista viene più che compensato dalla carica e -quasi- dalla disperazione che emergono dallo strumentale e dal cantato. Curiosi di vedere come si comportano questi brani dal vivo!
Desìo – Notte
Desìo l’accento sulla “i” ce l’ha messo anche graficamente -immaginiamo- per non essere confuso con l’omonimo tristissimo paese della Brianza, mettendo in chiaro invece la corretta pronuncia del suo nome d’arte, che forse richiama il termine poetico che indica il desiderio. Il suo nuovo singolo si chiama Notte, e “parla delle sere d’estate, specialmente di quelle più tristi. Parla delle incomprensioni e delle litigate fra due innamorati che, piuttosto che venirsi incontro, smettono di parlarsi”. Musicalmente il brano sembra seguire un po’ lo stile di Ariete, con una chitarra che produce pochi semplicissimi accordi e un beat leggero in sottofondo, anche se il cantato è meno sussurrato e confidenziale e ben più deciso e aperto (e ovviamente senza accento romano). Un “Ariete al maschile” per adesso non sembrava essersi concretizzato: potrebbe essere Desìo a prendere questo posto?
Edodacapo – Cambiare l’acqua ai fiori
Nel 2008 un incendio distruggeva gli studi hollywoodiani di Universal, facendo perdere più di 100.000 master di brani appartenenti alla casa discografica. Con l’alluvione dello scorso maggio è successo un danno simile al Deposito Zero Studios, noto studio di registrazione di Forlì, dove Edodacapo stava incidendo il proprio nuovo materiale. Cambiare l’acqua ai fiori è quello che rimane di quelle sessioni, ovvero un unico file wav miracolosamente scampato alla distruzione degli hard disk. La produzione non è stata terminata né il brano è stato propriamente mixato, in parte -immaginiamo- per preservare il ricordo di quello che l’alluvione ha comportato e fare di questo brano un piccolo lascito di quel terribile evento. Il brano è una lenta e malinconica ballad alla chitarra -con una seconda parte un po’ più ritmata- che parla di fiori morti e di relazioni terminate; un tema che sembra peraltro in linea con la tribolata storia del brano.
Effetti – Times New Roman
Una canzone dal sapore estivo ma pur sempre malinconico per gli Effetti, che continuano a muoversi con sicurezza nel loro indie pop elettronico ormai diventato riconoscibile marchio di fabbrica. Nei loro brani trova posto spesso la lontananza di determinate persone e anche il nuovo singolo non fa eccezione: quello messo in scena è un difficoltoso dialogo con la persona amata, che è “impostata tipo Times New Roman”, effettivamente uno dei font più rigidi. Piatta e noiosa non è invece la canzone, che rientra nella comfort zone della band con un sound accessibile e radiofonico e l’ennesimo ritornello che rimane in testa dopo pochi ascolti. [Simone De Lorenzi]
Loser Name – Odio l’estate
Loser Name è un nome molto punk per una band, e infatti è proprio questo il genere che propone questo trio marchigiano sul singolo d’esordio Odio l’estate, pubblicato in maniera senz’altro tempestiva a luglio. I Loser Name l’estate la odiano perché “non ci sei / non sei con me”, che poi è un po’ quello che diceva Celentano in Azzurro ma con sonorità un po’ meno aggressive. I cori fanno molto skate punk californiano, il ritornello è piuttosto accattivante e la produzione è senz’altro degna di nota per una band che compie i primi passi; l’italiano come lingua del testo può aiutare in questo periodo in cui la gente schifa tutto quello che non è cantato nella nostra lingua (a meno che non sia il reggaeton in spagnolo, che purtroppo non passa di moda). Per noi un gruppo da tenere d’occhio.
Shadowbound – Far from Existence
Un inizio piuttosto elettronico e dark potrebbe trarre in inganno, ma scopriamo ben presto che quello degli Shadowbound è un progetto decisamente rock: le chitarre ci mettono infatti poco a fare la propria comparsa, e a trasformare il pezzo in una canzone energica e dotata di molta carica, per quanto le vibe un po’ tetre e minacciose non se ne vanno mai. Si tratta del singolo d’esordio per la band, composta anche da ex membri della band The Cyon Project; la convinzione e la visione artistica ci sembrano esserci ed essere promettente, forse si potrebbero abbassare un pochino i vocals nel mix perché in questo brano sono parecchio sparati in faccia e tendono a sovrastare troppo il resto della strumentazione, il che è un peccato in un brano che merita non solo per la parte vocale.
Shoan + Nese Ikaro + Hermes + Johara – Cali
Ormai a quanto pare anche i featuring di un artista con un altro sono passati di moda, e la nuova frontiera potrebbero essere le grandi ammucchiate che coinvolgono tre, quattro, cinque o anche sei artisti su unico brano, magari di due minuti e mezzo. Vedi la combo “Drillionaire, Sfera Ebbasta, Lazza, Blanco, Michelangelo” su Bon Ton, o anche numerosi altri esempi di collaborazioni triple sui singoli dell’estate 2023 in questa lista di Repubblica. Evidentemente il famelico mercato ha bisogno di collaborazioni sempre più mastodontiche per poter continuare a gonfiare i numeri, ma con canzoni sempre più brevi perché nessuno è più capace di ascoltare più di due minuti e mezzo di una stessa canzone. Tutta questa riflessione semplicemente per introdurre Cali, il nuovo brano che vede alternarsi quattro giovani artisti come Shoan, Nese Ikaro, Hermes e Johara. La canzone è la classica “hit” estiva, con sound leggerini e accattivanti da spiaggia; prodotta bene, scritta a tavolino per piacere ai “giovani d’oggi”, ma a noi questo continuo alternarsi di voci fa girare la testa.
xRENx – Non ti preoccupare
Già membro degli A Previous Life, xRENx si rimette in gioco come solista puntando sulla nuova wave emo/pop punk che ha fatto le fortune della Sad e di Naska in Italia e di MGK ed emuli nel resto del mondo. I temi sono senz’altro assimilabili a quelli di questo genere, tra il disagio esistenziale e la voglia di tornare a stare bene; la produzione appare ancora un po’ troppo “artigianale” e non dà la spinta giusta a un brano che invece avrebbe un ritornello molto accattivante e meritevole. Apprezzabile il bridge quasi urlato, e il maggior focus posto sugli strumenti rispetto che all’elettronica o all’autotune esagerato di altri esponenti di queste sonorità. Per noi, un inizio molto promettente, nella speranza che i prossimi pezzi siano aiutati da un suono più pulito e “pompato”.
Brenneke – Diventerò di destra
“Churchill diceva che chi non è di sinistra da giovane è senza cuore, ma chi non è di destra da vecchio è senza cervello. Ebbene, che cosa mi manca oggi? Il cuore o il cervello?” Questo lo spunto da cui parte Brenneke per il suo nuovo singolo Diventerò di destra, che anticipa il disco Ogni mai più (vol. 2) -anche se la celebre frase in sé è variamente attribuita e non è ben chiaro se a idearla sia stato proprio lo statista inglese. In copertina del singolo ci troviamo comunque una foto scattata da Manuel Vignati al G8 di Genova, momento cardine per le coscienze di un’intera generazione nata indicativamente a cavallo degli anni Ottanta. La canzone in sé si presenta con un indie rock dai toni un pochino cantautorali, con un buon ritornello e un’ottima musicalità; per temi e approccio, un brano che sarebbe probabilmente stato un inno per tutti gli indie kids di una decina di anni fa, quando ancora era possibile smuovere qualcosa nella mente e nel cuore delle persone scrivendo una canzone.
Segui la nostra playlist Italian Selection su Spotify, con la nostra selezione delle canzoni più interessanti uscite in Italia negli ultimi mesi!
Per leggere le precedenti recensioni dei singoli italiani clicca qui.