GROOVE ON: Too Close for Comfort, LongRoad, Prom & more

Too Close for Comfort – Smother
Anche se il pop punk negli ultimi anni ha preso una strada nuova, ci sono ancora parecchie band legate alle sonorità che questo genere ha sviluppato negli anni 2010 con gruppi come Neck Deep, State Champs, The Wonder Years e The Story So Far. Fra queste rientrano senz’altro i Too Close for Comfort, con il loro brano Smother che è prodotto proprio da Casey Cavaliere dei The Wonder Years e sembra uscito da qualche disco del 2014 o giù di lì. Ritornello con grandi sgolate, chitarre energiche, tanto crowdsurfing. Magari sembrerà ormai un sound anacronistico, ma di sicuro è ancora divertente come lo era dieci anni fa.
LongRoad – Breathe
Un giorno parlerò di quanto non mi piacciano i nomi di band (o in generale i nomi propri) che contengono lettere maiuscole al proprio interno per evidenziare che sono l’unione di due parole distinte, ma non è questo il giorno. Questo è invece il giorno in cui parlo dei LongRoad e della loro canzone Breathe, che è stata prodotta e mixata da Barrett Jones, produttore noto per il suo lavoro con gruppi quali Nirvana, Pearl Jam e Foo Fighters. E questo contributo si sente eccome: il brano sembra uscito da qualche band post-grunge di fine ’90-inizio ’00, e se da un lato magari non suona super attuale, dall’altro è proprio un buon pezzo, con le giuste dinamiche e un ritornello sufficientemente accattivante.
Prom – Fancy Word for Addiction
Quella che appare inizialmente come una delle ennesime variazioni (neanche tanto variate) sul tema del post-punk inglese si trasforma inaspettatamente in un pezzone emo con le sgolate alla Brand New nel ritornello. Bravi i Prom a regalarci questa sorpresa sul loro brano Fancy Word for Addiction, che addirittura nel bridge rischia di sfiorare il metalcore da MySpace 2009 con degli scream forse un po’ esagerati per il brano in questione. Qualcosa è migliorabile in termini di pulizia del suono e di produzione nel complesso, ma il pezzo ci piace parecchio per le vibe un po’ retro che emana.
The Lovelines – What Kind of Fool Would Want to Fall in Love?
Bella domanda quella che fanno i The Lovelines. Chi è che quel pazzo (o quell’idiota) che vorrebbe davvero innamorarsi? Con tutti gli annessi e connessi che ne conseguono. La risposta, crediamo, è “tutti noi”, perché poi alla fine l’amore è una di quelle cose che creano un sacco di problemi e di grattacapi ma che sono imprescindibili per l’appagamento e la felicità delle nostre vite. La canzone parte comunque da una buona domanda e la sviluppa con un buon linguaggio musicale: si tratta di un leggero pezzo pop suonato, con un ritornello piuttosto orecchiabile anche se magari non trascinante, e un arrangiamento semplice ed essenziale che mette però in risalto il buon cantato delicato della vocalist Tessa. Se l’amore non lo troviamo, alla fine possiamo sempre innamorarci di qualche canzone.
Empty Nesters – The Simphony
Progetto tipicamente shoegaze quello che ci propone Eric Liao, in arte Empty Nesters, con la sua The Simphony (scritta proprio così). Il brano è cantato in duetto con Madeline Link, e la sovrapposizione delle due voci maschile e femminile crea un ottimo effetto che su queste colonne è sempre parecchio apprezzato. L’artista di Ottawa aderisce ad alcuni degli elementi tipici del canone shoegaze, come i vocals un po’ bassi e trascinati, il background strumentale con effetto aspirapolvere e l’atmosfera vagamente sognante dell’insieme, ma si fa anche apprezzare per un bell’assolo di chitarra, un’outro quasi post-punk che movimenta improvvisamente il brano, e per il fatto che si distinguano le parole del testo. Win win.
Tutti gli episodi di Groove On sono disponibili a questo link.
I brani di cui parliamo sono raccolti nella playlist Get Your Groove On, che puoi ascoltare qui!