Architects: cosa si dice in giro del nuovo singolo When We Were Young

Architects band

Un anno dopo il loro ultimo disco For Those That Wish to Exist che aveva rappresentano una piccola svolta in senso orchestrale, gli Architects ci fanno ascoltare il proprio nuovo singolo, intitolato When We Were Young come l’omonimo festival throwback ai tempi dell’emo 2000s organizzato in America (non dovrebbero esserci correlazioni tra le due cose comunque).

Come ha chiarito anche il frontman Sam Carter, non si tratta di un B-side dalle registrazioni dell’ultimo album, ma di un brano totalmente nuovo -che quindi sarà verosimilmente incluso in un futuro disco degli Architects.

Le testate di settore hanno dimostrato di apprezzare il sound più pesante e meno atmosferico di When We Were Young.

Loudwire la definisce “un pezzo di aggressività forte e trionfante […] che sarebbe un ottimo inizio se fosse incluso su un prossimo disco”. RockSound ne parla come di “un pezzo epico pronto per essere suonato nelle arene: riff catartici, melodie che raggiungono le vette di una montagna e tutta la grinta e la determinazione che ci si aspetta da un brano degli Architects”.

Clash Music scrive che “la band è in pieno controllo delle proprie capacità” e che “When We Were Young presenta gli Architects come una bestia scatenata, con la loro furia metal che mantiene la propria potenza”, e Metal Injection aggiunge che “i ritmi sono talmente forti da spaccarti il collo prima ancora che inizi a fare headbanging“.

Estesa la recensione di Wall of Sound: la canzone “parte con un riff heavy che entra nelle orecchie, accompagnato dalla batteria di Dan Searle che ti prende a pugni in faccia dalle casse dello stereo. Il frontman Sam Carter torna a tirar fuori le sue urla indiavolate per ricordarci che è ancora uno dei migliori nella scena heavy, mentre le sue parti pulite nel ritornello sono perfette come al solito. Prevedo che diventerà un nuovo anthem da singalong a tutti i prossimi concerti. Se preferisci il lato più pesante/aggressivo della band, questa canzone farà al caso tuo”. L’autore nota anche una certa somiglianza fra il breakdown a metà brano e il drop di The Past Is Dead dei Beartooth.

Al contrario, molti fan della band non sono sembrati apprezzare troppo la canzone. Nonostante qualche timido commento positivo, la maggior parte delle impressioni sono all’incirca su questo tono:

“Questa proprio non mi sta piacendo. Davvero troppo, esageratamente, stucchevolmente CATCHY.”

“Secondo me è apprezzabile, ma non mi piace che ogni singolo membro della band ormai suona al di sotto delle proprie capacità.” // “Che tristezza le parti di batteria così semplici, again. La perdita delle parti di batteria creative è stata la più grande delusione nel passaggio da Holy Hell a FTTWTE.”

“Non so se ho mai sentito una canzone con così poca atmosfera e carica da parte degli Architects”. // “Più piatta di un pancake“.

“Non dico per forza che fanno schifo perché non pestano duro come prima, però secondo me la musica che stanno facendo adesso è poco creativa e molto cliché.” // “Sembrano più i Five Finger Death Punch o i Breaking Benjamin che la band per cui Tom scriveva”.

“A me sinceramente metà di FTTWTE è piaciuta molto. L’altra metà era trascurabile. Questa canzone si piazzerebbe tranquillamente verso il fondo di questa seconda metà. Vorrei che mi piacesse. L’ho ascoltata senza pregiudizi. Quasi l’inizio mi stava piacendo… ma poi non è sfociata in nulla.”

Guarda qui sotto il video di Architects – When We Were Young:

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