Sweater Weather: il romanzo emo di Michela Rognoni

Sweater Weather romanzo
**ATTENZIONE: questo articolo è libero dagli spoiler. Potete leggerlo fino in fondo senza paura di scoprire che alla fine il protagonista muore.**

A fine marzo è uscito un libro particolare: lo è senz’altro quantomeno per noi che siamo cresciuti (male) nella scena emo / punk underground italiana degli anni 2010. Sweater Weather, opera prima di Michela Rognoni, è infatti un romanzo emo. Emo non nel senso che è triste, ma perché parla proprio di questo genere: la storia è quella di un amore complicato tra Emma, una millennial fatta e finita che vive tra social media, lavoretti e traslochi in varie città d’Europa, e Boyd, tormentato cantante e chitarrista di un gruppo simil punk (pensate ai The Menzingers o agli Spanish Love Songs). Ma è inevitabilmente anche la storia della carriera del gruppo, dalla nascita ai primi successi -che ovviamente essendo nel giro punk underground significano piccoli tour europei in locali intimi e sudaticci e qualche bella recensione nelle webzine di settore.

Potremmo sicuramente far ricadere Sweater Weather nell’ambito del “romanzo di formazione”, anche solo per l’età dei protagonisti nel corso degli anni in cui si svolgono le vicende raccontate; o più semplicemente nella categoria “young adult”. Ma la verità è che il pubblico primario di destinazione di questo romanzo sono le persone rimaste orfane dei Moose Blood, quelle che hanno tra i ricordi più felici dei concerti in locali come il Rock Planet di Pinarella o l’Honky Tonky di Seregno, quelle che si infervorano prendendo una posizione nell’ormai ventennale diatriba Brand New vs. Taking Back Sunday (debitamente citata nel romanzo).

Questo non vuole affatto dire che le altre persone non possano apprezzare Sweater Weather: la storia è lineare e facile da comprendere per tutti, la trama mette voglia di andare avanti con la lettura per scoprire che cosa ne sarà della band e dei protagonisti. Però sicuramente per chi ha l’emo nel cuore Sweater Weather regala una serie di chicche che strappano ben più di un sorriso (sorriso nostalgico ovviamente) e scaldano un pochino il cuore.

Il romanzo stesso è strutturato in tre parti che corrispondono a tre dischi, con ogni capitolo che ne è una delle tracce; all’inizio di ogni parte c’è una bella playlist piena di canzoni che andrebbero davvero ascoltate; e ovviamente le references (a volte anche solo accennate, che devi avere l’occhio e la conoscenza per scovare) a canzoni, band e momenti storici dell’emo/pop punk si sprecano.

Ci sono due cose in particolare che abbiamo apprezzato di Sweater Weather: la prima è che a differenza di tutti i film e libri che parlano di una band, in questo caso il gruppo non diventa superfamoso al punto da riempire gli stadi e assurgere allo status di rockstar. La band del protagonista Boyd riscuote sì successo e apprezzamenti, ma resta fondamentalmente all’interno della propria nicchia di riferimento: se vai in giro per New York a chiedere alle comparse del libro chi sono gli Snatchtheband, garantito che 99 su 100 ti guarderebbero con un’espressione vuota. Un’ottima scelta anche per rendere molto più realistico il libro e relatable le sue vicende.

La seconda cosa sono i dialoghi piuttosto realistici. Leggendo libri di autori esordienti o comunque fuori dai grandi giri (potremmo definire anche loro “underground”?) capita spesso di leggere dialoghi plasticosi, finti, che non avverrebbero mai e poi mai nella vita reale, con frasi che nessuno si sognerebbe mai di utilizzare. In Sweater Weather sembra quasi sempre di sentire i tuoi amici di sempre che stanno avendo un dialogo (o una lite, cosa che capita piuttosto di frequente nel libro), e questo è un altro grande punto a favore della realisticità del romanzo.

Il libro sembra piuttosto alto, lungo e corposo, ma non fatevi scoraggiare dalle sue 440 pagine: è scritto abbastanza grande e soprattutto si legge davvero molto agilmente. Potrebbe essere la lettura da ombrellone perfetta per le vostre prossime vacanze se in quanto emo non rifuggiste il sole e le spiagge.

Il libro è in vendita su Amazon a questo link.

Qui invece potete ascoltare la canzone The Morning After, scritta dai Rejoyce/Rejoice (quindi una band che l’underground italiano se l’è vissuto in prima persona) sul testo a opera proprio dell’autrice Michela Rognoni. Un modo stupendo per presentare un romanzo if you ask us.

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