GROOVE ON: Matya, House of Light, Iceblynk & more

Matya

Matya – Nobody’s Home

Progetto nato e di base tra Los Angeles e Parigi, Matya pubblica il suo singolo Nobody’s Home che è un graziosissimo brano avvicinabile a grandi linee all’indie rock. Buona parte della canzone è retta da un semplice quanto affascinante giro di chitarra, molto soft e tenue, che dà una sorta di atmosfera soffusa alla Julien Baker; poi la canzone si apre su sound e tonalità più effettivamente indie rock, forse con qualche traccia di grunge anni ’90 (pensiamo al sound delle Momma, ad esempio). Matya ha una bella voce, magari non super particolare o immediatamente riconoscibile ma che si adatta alla perfezione al contesto sonoro. Per noi una piacevolissima scoperta da seguire.

House of Light – Still Life

Brano che si muove fra shoegaze, new wave e alternative rock, fra anni ’80 e ’90, quello degli inglesi House of Light che ci propongono la loro Still Life. Un titolo che racconta anche le sonorità del brano, caratterizzate dall’andamento lento e da un tono malinconico e introspettivo, proprio come una natura morta dai colori spenti. La musica però è ricca di sentimenti e di emozioni: piacciono molto le chitarre che si esibiscono in qualche assolo non certo iper-tecnico ma sicuramente denso di pathos, piacciono i vocals che a tratti ricordano per atmosfere quelli di alcune ballate degli U2, piace la volontà di ricreare suoni “navigati” ma mai passati di moda.

Iceblynk – Enter the Sky

Non è un segreto che l’accoppiata “rock (qualsiasi esso sia) + cantato femminile” sia la chiave per il nostro cuore, per cui non potevamo che apprezzare la proposta arrivataci dagli Iceblynk, che fanno una sorta di shoegaze / dream pop dal sound definito e cristallino e hanno una bravissima cantante, Andrea Lynn, i cui vocals ricordano a tratti quelli di Japanese Breakfast. Enter the Sky non è ovviamente un brano che si definirebbe “catchy”, ma in questo genere quasi nessuno lo è; in compenso lo strumentale è appassionato e atmosferico, e definisce con eleganza il terreno su cui Lynn elargisce le sue dolci e argentine linee vocali.

Topos @ the Wawa – Alien Abduction

Terrorizzato dai documentari farlocchi sugli UFO che guardava da piccolo, Topos @ the Wawa passava le notti facendo incubi che gli alieni venissero a rapirlo. Ora che è cresciuto, ci ha scritto sopra una canzone, giustamente intitolata Alien Abduction. Un pezzo rock piuttosto classico all’americana, ma che ha un suo perché, grazie al ritornello abbastanza accattivante e coinvolgente e al sound divertente del brano -oltre al testo, naturalmente, in cui il piccolo Topos si chiede “if this is for real or just a show”. Avrebbe dovuto chiedere a Tom DeLonge.

Starsdyedred – Promises

Con un nome a prima vista impronunciabile (ma che in realtà è semplicemente l’unione di “stars dyed red”), Starsdyedred presenta il suo nuovo singolo Promises che è un pezzo peculiare perché sembra uno di quei brani usciti dall’ondata emo di metà anni 2000 (immaginatevi un ibrido fra Jimmy Eat World, This Providence, Straylight Run e Matchbook Romance), ma con qualche giro in meno nel motore, specialmente per le chitarre molto meno distorte e pronunciate nel mix. Il suo è un brano che parla di un lutto causato da una malattia, e inevitabilmente è un brano triste e malinconico, ma che tenta di dare anche un accenno di speranza dicendo che le persone possono scomparire fisicamente, ma mai dalla nostra mente.


Tutti gli episodi di Groove On sono disponibili a questo link.

I brani di cui parliamo sono raccolti nella playlist Get Your Groove On, che puoi ascoltare qui!

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