Bring Me the Horizon e A Day to Remember al Mediolanum Forum: il live report

Bring Me the Horizon Mediolanum Forum Milano 2023

Il live report del concerto dei Bring Me the Horizon al Mediolanum Forum di Milano, insieme ad A Day to Remember, Poorstacy e Static Dress!


Non andavo al Forum di Assago da un mitologico 2012 (era un concerto dei Nightwish, residuo dei miei ascolti liceali); all’epoca mi era sembrato grandissimo, ieri sera ho rivisto un pochino le mie stime sulle dimensioni, ma stiamo comunque parlando della venue al chiuso più grande di Milano, ed essere capaci di mandarla sold out non è certo da tutti. I Bring Me the Horizon l’hanno fatto nel giro di pochissime ore dalla messa in vendita dei biglietti, ormai parecchio tempo fa -era uno dei tantissimi concerti rimandati all’infinito a causa degli strascichi della pandemia.

La serata si apre sotto i migliori auspici perché, orari ufficiali alla mano, si poteva supporre con ragionevole certezza che il concerto sarebbe finito attorno alle 23, che è l’ora massima a cui ogni concerto dovrebbe finire. Per legge. Poi era pure un sabato, quindi per la maggior parte delle persone non c’era neanche la scusa del lavoro per arrivare tardissimo alla venue… e infatti il Mediolanum Forum, tre ore prima dell’inizio dei Bring Me the Horizon, era già piuttosto pieno per guardare la primissima band della lineup, gli Static Dress, che sono inglesi e hanno la particolarità che un loro membro (uno solo) si esibisce mascherato e non se ne conosce l’identità, se non per il soprannome “Contrast”. Sono in giro dal 2018 e hanno da poco pubblicato un disco, Rouge Carpet Disaster.

Il loro è un hard rock carico ed energico ma comunque piuttosto melodico, che ci sembra perfetto per l’apertura dello show di due band a cui questa definizione calzerebbe a pennello. Un po’ il contrario di quanto si possa dire per Poorstacy, sul palco appena dopo gli Static Dress. Complici forse alcuni problemi di audio (si sentivano praticamente solo la voce e la batteria), il rapper heavy metal non lascia un’impressione particolarmente favorevole, nonostante svariati scream molto arrabbiati, e la sua esibizione si trascina un po’ faticosamente per la mezz’oretta di show.

Alle 20:22, in anticipo di tre minuti sugli orari ufficiali (bravissimi!), salgono finalmente sul palco gli A Day to Remember, che in Italia non si facevano vedere addirittura da sei anni, quasi esatti. Era il 7 febbraio 2017, e in un concerto glorioso -perché in apertura c’erano i Neck Deep e soprattutto i Moose Blood alla loro ultimissima esibizione nel nostro Paese- all’Alcatraz Jeremy McKinnon e soci avevano lasciato un pochino delusi quasi tutti con uno show vagamente spento e sicuramente non all’altezza delle aspettative.

Beh, sabato sera gli A Day to Remember ci hanno ripagato con gli interessi, sia per l’attesa sia per la precedente performance. L’ora di concerto in cui la band della Florida ha suonato è stata veramente carica, con sound perfetti, scaletta infarcita di vecchi classiconi della band, e coreografie divertenti come T-shirt sparate (regalate) nella folla, rotoli di carta igienica lanciati dal palco e palloni gonfiabili fatti rimbalzare tra la folla: costo totale delle coreografie attorno ai 19,50€, e la dimostrazione che non serve sempre spendere una follia per fare una bella figura.

Tra pezzi pestati come 2nd Sucks e I’m Made of Wax Larry, successi quali All I Want, Right Back at It Again e l’inno ufficiale del pop punk All Signs Point to Lauderdale, e l’immancabile momento “torce dei telefoni accese” su If It Means a Lot to You, gli A Day to Remember hanno fatto ballare e cantare tantissimo il Forum, e abbiamo notato con piacere che parecchia gente era lì proprio per vedere loro.

I Bring Me the Horizon non sono bravi come gli A Day to Remember perché salgono sul palco del Mediolanum Forum con tre minuti di ritardo, ma gliela possiamo perdonare. Anche perché Oli Sykes era in ottima forma e ha regalato una performance piuttosto sorprendente, ricca di scream anche in parti dove gli scream in teoria non dovevano esserci. Sui primi brani come Can You Feel My Heart? e Happy Song parte piano e lascia che a cantare sia principalmente la folla, ma poi a partire da Teardrops si prende interamente la scena, e aizza il pubblico a creare circle pit sempre più grandi e vorticosi con il grido di battaglia “bigger!” ripetuto almeno una decina di volta nel corso del concerto.

I fan non si fan pregare e sulla pestatissima Dear Diary ne fanno partire ben due belli grossi (ma molto educati, senza gente che spinge o altre cose antipatiche). La scaletta è incentrata in primis sui brani dell’ultimo disco Post Human: Survival Horror e non potrebbe essere altrimenti visto che “Post Human” è anche il titolo del tour, ma trovano spazio anche vari classici del gruppo, da Drown a Throne a Shadow Moses e Follow You eseguita in acustico. Purtroppo non si va più indietro di Sempiternal, ma ci eravamo già un po’ messi il cuore in pace su questo.

Un discorso tutto a parte lo meritano le scenografie dei Bring Me the Horizon. Dietro la band si sviluppa tutto un concept grafico fatto di cibernetica, finti programmi di un computer che analizza il pubblico e avanza le proprie richieste come quella di far partire qualche circle pit, e riprese live del concerto alternate a simbologie specifiche sui singoli brani. Questi visuals sono magnetici e rubano l’occhio almeno tanto quanto la performance della band ruba l’orecchio; non arriviamo magari a dire che i visuals da soli valevano il prezzo del biglietto, ma di certo sono un elemento che arricchisce notevolmente l’offerta live del gruppo e alla fine fa la differenza fra un buon concerto e un’esperienza indimenticabile e perfetta.

Chiusura con Throne appena dopo le 23, ed entro mezzanotte a casa: anche sugli orari ci siamo; più concerti così, per favore, anche nei posti più piccolini.

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