“La musica può comunicare qualsiasi tipo di cosa” / Intervista a Zagara

Zagara

Checosarimane è l’EP d’esordio di Zagara, distribuito da The Orchard. Anticipato dai singoli libidine e elisirchecosarimane è un racconto da casa, intimo e personale, che affronta la tematica del viaggio come fuga dai pensieri indesiderati, ricerca interiore e rifugio nelle speranze più profonde. Con il nuovo EP, Zagara guarda dentro di sé, senza tuttavia potere evitare di guardare anche indietro e ricordare ciò che si è lasciato alle spalle.

Ciao Zagara! Checosarimane è il tuo EP d’esordio: un viaggio come fuga da pensieri indesiderati. Possiamo dire che i cinque brani rappresentano le cinque tappe fondamentali di questo percorso metaforico per ritrovare sé stessi?

Ciao ragazzi! I cinque brani che fanno parte di questo EP, nonostante abbiano significati diversi e trattino tematiche diverse, sono sicuramente legati da un fil rouge. Per questo motivo ho deciso di metterli insieme dando vita a Checosarimane, un elogio al passato e ai momenti più spensierati dell’adolescenza che ho vissuto sia direttamente che indirettamente.

Come ti sei sentito dopo aver ultimato il disco e come invece dopo averlo pubblicato?

È stato un lavoro molto impegnativo che alla fine ha ripagato: mi ritengo estremamente soddisfatto. Con il mio produttore Giovanni Valenti abbiamo lavorato interamente da casa; ci siamo divertiti a registrare e a sperimentare insieme sulla scelta dei suoni più particolari. C’è sempre un po’ di tensione alla pubblicazione, com’è lecito che sia, specialmente quando si tratta di un esordio, ma alla fine è stata una bellissima sensazione.

Un manifesto di sincerità, senza la pretesa di mostrarsi diversamente da come si è e senza la volontà di seguire tendenze che a volte portato a snaturare la propria essenza. Come pensi che sia stato recepito e accolto il tuo nuovo lavoro discografico dal pubblico? C’è qualche feedback che ti ha colpito più di altri?

Non ho scelto io a priori di muovermi in questa maniera: è stato un percorso totalmente naturale e spensierato che mi ha portato a scrivere, comporre e produrre con sincerità e senza alcun tipo di filtro o limitazione di qualsivoglia genere. Il non identificarmi in uno specifico stile musicale e il diversificare strutturalmente e stilisticamente i brani che compongono questo EP ha fatto sì che il tutto venisse ascoltato e apprezzato da persone con gusti e idee musicali diversi. È questa la cosa che mi ha colpito di più ma anche quella in cui speravo.

Quanto è difficile guardarsi dentro e quanto può mediare la musica in questo?

La musica è uno strumento che può aiutare a comunicare qualsiasi tipo di cosa; figuriamoci quando parliamo di introspezione…

Ti muovi con naturalezza tra il cantautorato italiano, l’indie rock, il neo soul e il contemporary R&B: quali sono le tue principali reference musicali?

Colpa della mia curiosità. Fin da bambino amavo ascoltare tanta musica e tanti artisti molto diversi tra loro. Dalla, Battisti, Fabi, Colapesce e Dimartino non possono non essere menzionati; i Verdena sono la mia band italiana preferita; Steve Lacy, Arlo Parks, Tom Misch e Anderson .Paak mi hanno influenzato molto, specialmente nell’ultimo periodo. Potrei continuare con un elenco infinito di nomi, quindi meglio fermarsi qui!

Quali sono i tuoi progetti futuri? Puoi anticiparci qualcosa?

Non vedo l’ora di esibirmi. Suonare un po’ in giro per promuovere e far ascoltare queste mie prime pubblicazioni e non solo.


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