“Controcorrente rispetto alla tendenza individualistica di fare arte” / Intervista a Maelstrom

Maelstrom artista

Abbiamo avuto modo di parlare di Ombra, il nuovo singolo del cantautore piemontese Maelstrom, qualche giorno fa: la ballata pop dal retrogusto nostalgico del talentino di Revubs Dischi ci ha fatto venire voglia di scendere più in profondità nella poetica dell’artista, convinti che ne sarebbe venuto fuori un simposio niente male. E in effetti, Maelstrom non ha deluso affatto le nostre aspettative: qui di seguito, il resoconto di un incontro interessante e utile a comprendere meglio la musica del cantautore.

Ciao Maelstrom, benvenuto sulle nostre pagine! Allora, è da un po’ che non sentivamo parlare di te: che è successo in questi mesi?

Ciao Booklet Mag, e grazie dell’invito! Dopo l’uscita di Bassa marea ho continuato a lavorare sui brani che faranno parte del disco d’esordio e insieme a mio fratello, fotografo e regista dell’intero progetto Maelstrom, ho trascorso un po’ di tempo per preparare una cosina molto bella ma che non posso ancora spoilerare!

Sei tornato con un singolo che ha un sound un po’ diverso dalle tue ultime cose, quasi con tinte “soul”… cosa stai ascoltando maggiormente, in questo periodo?

È più o meno dall’anno scorso che mangio a ripetizione gli album Exuvia di Caparezza e Persona di Marracash, che in effetti da un punto di vista musicale non sembrano avere riferimenti diretti con il mio ultimo singolo. In parallelo però finisco sempre ad ascoltare tantissimi altri generi, e i Tom Misch e Paolo Nutini dell’occasione avranno sicuramente giocato un ruolo nell’approcciarmi a musicare il brano. Ombra è un brano speciale, che parla di te e allo stesso tempo sembra raccontare una condizione di “smarrimento” che potremmo quasi definire “generazionale”.

È così? Ci racconti come nasce il brano?

Scrivere Ombra è stato per me un tentativo di resistenza a una condizione psicologica in cui credo si possano trovare diversi giovani di questi tempi.
La frenetica corsa alla “realizzazione personale” e al dover riuscire a trovare il proprio posto nel mondo a cui si è sottoposti quotidianamente trovo che sia un meccanismo fortemente distorto e un pessimo modo di leggere la vita. Eppure ci si ritrova, perché si avverte la pressione sociale del “sentirsi in ritardo e inadeguati”. Una volta scritta è un po’ come se fossi riuscito a liberarmi di questo peso, e soprattutto ho imparato a capire quanto sia importante contrastare giorno per giorno questa frenesia malata che di fatto non ci appartiene e con la quale non ho niente da condividere.

Nei tuoi brani, fai spesso riferimento alla musica d’autore, e sembri avere una vera passione per i cantautori… tu ti senti cantautore? Cosa significa per te, essere “cantautore”?

A essere sincero faccio sempre fatica ad autodefinirmi in qualsiasi modo. Sicuramente i cantautori con cui sono cresciuto condizionano quotidianamente il mio modo di pensare e infine scrivere un testo. Credo comunque che l’essere cantautori oggi significhi cercare sempre un modo più intimo di raccontare una storia.

Hai lavorato con il team di produzione di Revubs Dischi: come sei arrivato a collaborare con loro? E quanto credi sia importante oggi avere un’etichetta dalla propria parte?

Ho conosciuto Revubs Dischi una volta scoperto il nome di Altrove tra i produttori di un’edizione di XFactor di qualche anno fa e ho subito pensato “mi piacerebbe lavorare con lui”. Inoltre il mio amico Nube aveva iniziato a lavorare con loro già da qualche mese, così ho deciso di proporre il mio progetto. Avere un’etichetta dalla propria parte oltre a essere una fonte di ispirazione e consigli significa anche andare controcorrente verso la tendenza sempre più individualista con cui si fa arte in generale. Con il tempo che passa poi si crea un rapporto sempre più forte, perciò sono molto contento.

Hai in previsione concerti? O meglio, in generale, cosa sta bollendo in pentola? Perché si comincia a sentire un buon “odorino”…

Non in previsione, ma appena passato: il 4 marzo ho aperto il concerto di Meg al Palco19 di Asti grazie a Jungla Urbana Festival! Ho imparato a conoscerla con i 99 Posse ed è un’artista che stimo moltissimo, il suo ultimo album Vesuvia è fighissimo e tra l’altro sarà l’unica data del tour in Piemonte. Niente, sono super felice.


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