“È importante avere una famiglia musicale” / Intervista a Jampa Capolongo

Jampa Capolongo

Jampa Capolongo è una delle ultime scoperte della scena nazionale, anche se più che di “scoperta”, dovremmo parlare di “ri-scoperta”. Sì, perché il cantautore friulano aveva già pubblicato, nel 2016, un disco niente male dal titolo Pensieri in scala, che aveva già fatto intuire la portata di un progetto da tenere d’occhio. Poi un silenzio durato cinque anni prima della pubblicazione di Non vale di meno, il singolo del suo ritorno, e oggi di Un giorno lontano da tutto. Insomma, materiale a sufficienza, questo, per fare qualche domanda all’artista di Formica Dischi.

Jampa, Un giorno lontano da tutto è il tuo nuovo singolo: tre aggettivi per raccontare il brano.

Intenso, cinematografico, essenziale.

Come comincia la storia di Jampa Capolongo? Da quanto frequenti il mondo delle note?

Inizia da molto lontano. Ho cominciato a cantare da piccolissimo e a scrivere molto presto. Ho proprio scelto la musica come mia valvola personale di gioco, e poi di vita.

Quali pensi siano state le principali tappe della tua crescita, gli appuntamenti con la tua “storia” personale che ne hanno segnato il corso?

Sicuramente lo studio del pianoforte e del canto. Mi hanno fatto conoscere la musica dal profondo, non solo emotivamente ma anche tecnicamente. Poi la mia esperienza nel mondo della composizione per il cinema, una breve parentesi che mi ha insegnato a vedere la musica con occhi diversi. Infine gli incontri, tanti. Elencarli sarebbe sbagliato perché ognuno mi ha regalato qualcosa di speciale e unico.

Non hai pubblicato musica dal 2016 al 2022. Possiamo chiederti il perché di questo lungo stop?

In realtà non mi sono mai fermato, specie nella composizione. Ma ho preferito prendermi del tempo, anche per portare avanti un progetto del quale fossi pienamente convinto e senza le ansie dell’industria musicale.

Non vale di meno aveva già fatto intuire che la tua sarebbe stata una ricerca di sound improntata alla modernità: quali sono gli ascolti che hanno guidato i tuoi ultimi mesi? A cosa ti sei ispirato nella scrittura del disco che sarà?

Ascolto tanta musica perché sono curioso di natura. Devo dire però che la musica elettronica mi ha davvero preso e credo che una certa ricerca si senta. Mi sono ispirato comunque, più in generale, alla contaminazione tipica della scena underground. Il disco stesso è un tentativo di coniugare la forma canzone classica con suoni e abiti sonori mutuati da diversi generi, anche molto diversi tra loro.

E Un giorno lontano da tutto come nasce?

Nasce una notte in un club di Berlino. Ho preso ispirazione da una cellula ritmica suonata da un DJ, per sviluppare tutto il pensiero che avevo dentro sul brano. È stato come campionare con la mente e sviluppare con il mio linguaggio qualcosa di nuovo.

Ci racconti con chi stai lavorando alle tracce del disco? Stai agendo in solitaria o ti sei affidato a un team ben preciso?

Io lavoro sempre da solo in preproduzione, poi affido il tutto ai musicisti che lavorano con me per suonare le idee e lasciare la loro mano personale sul disco. Così è andata anche per questo lavoro. Ci sono alcune certezze imprescindibili come Giovanni Sala nel suo splendido studio Cantine di Badia, che conosce perfettamente come trattare me, il mix e la mia voce; Lorenzo Cioli alle chitarre, che oltretutto ha deciso di adottarmi nella sua etichetta Formica Dischi; Daniele Pacini alle batterie: il suo gusto mi ha sempre rapito; e Riccardo Turchini alle tastiere: come mette le mani lui sul piano per me non le mette nessuno.

Hai scelto di pubblicare con Formica Dischi. Ci racconti un po’ la tua scelta? Quanto è davvero importante oggi avere un’etichetta alle spalle?

È importante avere una famiglia musicale, una casa nella quale poter sviluppare idee, concetti, confronti. Altrimenti si corre il rischio di cadere nell’autoreferenziale. Diciamo che con Formica Dischi è stato tutto naturale; ci siamo scelti a vicenda senza troppe parole. E il nostro fidanzamento va avanti senza che nessuno dei due chieda di sposarci, ahah!

Jampa, grazie del tuo tempo. Quando risentiremo parlare di te?

Molto presto, perché il terzo singolo è schedulato tra pochi mesi. Io non vedo l’ora di farvi ascoltare tutto il lavoro; saranno dieci brani. Grazie a voi, da adesso, per il tempo che voi dedicherete a me nell’ascoltarmi.


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