DENTRO IL BOOKLET: Green Day – American Idiot

Green Day American Idiot copertina
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Appena prima dell’uscita di American Idiot, i Green Day erano considerati una band finita, o quasi. Lontanissimi i fasti di Dookie, con cui il trio di Berkeley aveva riportato in auge il punk all’inizio degli anni ’90, i Green Day avevano inaugurato il nuovo millennio con un disco pop rock lontanissimo dal sound abituale (Warning, del 2000 -poi in realtà rivalutato e ora considerato un classico), con una compilation (International Superhits!, del 2001), e poi con un album che era più una sorta di collezione di B-side e bonus track accumulate nel corso degli anni, e nemmeno troppo belle (Shenanigans, del 2002).

Un disco, dal titolo Cigarettes and Valentines, era stato abbandonato quando i master dei brani erano stati misteriosamente trafugati dagli studi di registrazione. Fu allora che la band decise di partire da capo con la scrittura di un album tutto nuovo: American Idiot, uscito nel 2004 nel pieno della campagna elettorale che vedeva contrapposti il contestatissimo presidente uscente Bush e lo sfidante democratico John Kerry. Rivinse il primo, le cui politiche nel primo mandato (e soprattutto i suoi effetti sulla società americana), a partire dalla guerra in Iraq, sono direttamente state usate come spunto da Billie Joe per scrivere i testi dell’album.

Green Day American Idiot booklet 01

Il booklet di American Idiot è particolarmente semplice ed essenziale: contiene in sostanza solamente i testi del disco, senza foto, contenuti extra e nemmeno ringraziamenti. I testi sono scritti “a mano”, con un effetto che fa parecchio primi anni 2000 se lo chiedete a noi; tutti nella stessa calligrafia a parte qualche eccezione (I Don’t Care di Jesus of Suburbia che appare scritta con un indelebile; Give Me Novacaine che ha uno stile più oblungo; Letterbomb che è in corsivo; e Rock and Roll Girlfriend di Homecoming che è scritta in stampatello minuscolo sul retro di una cartolina).

Nella prima pagina compare la tracklist del disco inserita in un calendario da agenda, con la scritta “Property of: Jimmy. SO STAY OUT! che strappa un sorriso. Ogni brano è corredato dall’indicazione di una data, presumibilmente quella in cui la canzone è ambientata. Possiamo così seguire lo svolgersi della storia raccontata da American Idiot e del suo protagonista Jesus of Suburbia/Saint Jimmy anche con una prospettiva temporale.

L’album inizia il 23 febbraio con la title track American Idiot, e arriva fino al giorno di Capodanno dell’anno successivo con Whatsername. Per qualche ragione, Extraordinary Girl non ha un’indicazione temporale, mentre la lunghissima Homecoming comincia il 19 ottobre con The Death of St. Jimmy per poi proseguire il 10 novembre da Nobody Likes You in poi.

Green Day American Idiot booklet 02

Jesus of Suburbia, datata 3 marzo, ha anche un’indicazione geografica: “Jingle Town USA”. Oltre che ambientazione delle vicende fittizie del brano, Jingletown è anche un luogo realmente esistente: si tratta di un quartiere di Oakland noto per essere un ritrovo di musicisti, artisti e tossicodipendenti, oltre che una delle zone maggiormente frequentate dalla band nei propri anni giovanili. Holiday invece è ambientata il 1° aprile, ovvero il giorno dell’arrivo di Jimmy “in the city”, la città in cui hanno luogo buona parte delle vicende raccontate nel disco.

Al di là delle varie cancellature e correzioni all’interno dei testi, che rendono tutta l’immagine più “vera” e reale come se stessimo leggendo le vere bozze scritte da Billie Joe durante la stesura dei pezzi, sono anche interessanti alcuni simboli e disegni che compaiono qua e là a corredo dei testi.

American Idiot ha una bella A cerchiata nel titolo, come il più noto simbolo degli anarchici. Una stella stilizzata a cinque punte accompagna la frase “I beg to dream and differ from the hollow lies” di Holiday, e poco più avanti c’è una bella croce cristiana dove Billie Joe apostrofa con il “zieg heil” nazista il presidente Bush. St. Jimmy è accompagnata da uno dei celebri loghi della band, ovvero l’avviso di pericolo folgorazione, che già era comparso dai tempi di Warning -forse perché è la canzone più scatenata e ad alta energia del disco. Give Me Novacaine non poteva che essere illustrata da due siringhe incrociate, mentre è curioso il bicchiere da cocktail che accompagna i versi “and she had enough and he’s had plenty” in East 12th Street, che dà anche un secondo significato a queste due frasi (ne ha avuto abbastanza, ne ha avuto fin troppo… da bere).

Green Day American Idiot booklet 03

Per finire, un paio di curiosità su Letterbomb e Rock and Roll Girlfriend: la prima è scritta sotto forma di lettera (giustamente), indirizzata a Jimmy (“Dear J”) da parte di “W”, che è con ogni probabilità Whatsername, la ragazza che Jimmy conosce in città e di cui s’innamora. Rock and Roll Girlfriend invece è scritta su una cartolina sempre indirizzata a Jimmy (il resto dell’indirizzo è purtroppo coperto) da parte di “Tunny”. Non menzionato direttamente nell’album, sappiamo dal musical tratto dal disco che Tunny è uno degli amici con cui il protagonista lascia Jingletown per andare nella città.

Chiudono il booklet i credits, dove spiccano naturalmente alcuni dei più grandi nomi dell’industria discografica americana come Rob Cavallo alla produzione, Chris Lord-Alge al mixaggio, Ted Jensen al master, e anche come ingegnere Doug McKean, che abbiamo già ricordato in occasione di The Black Parade, recentemente scomparso a 54 anni per un’emorragia cerebrale.

Green Day American Idiot booklet 04

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