“La dipendenza dalla musica riesce ad annullare quasi tutte le altre passioni” / Intervista ai Cassandra

È uscito da qualche giorno Sponsor, il nuovo singolo dei fiorentini Cassandra, per Mescal. È uno dei vari singoli che la band ha pubblicato in questo 2023, ma di ciò parliamo direttamente con loro in questa piccola chiacchierata che abbiamo avuto occasione di fare.
Ciao ragazzi! Per cominciare ci raccontate un pochino gli ultimi mesi della storia dei Cassandra?
Ciao ragazzi! Ultimi mesi un po’ in astinenza da concerti. Siamo rimasti chiusi come topi in studio per lavorare su nuovi pezzi e per preparare i live al meglio: insomma, bisogna aspettare ma ne varrà la pena. Ovviamente tra un do e un fa# c’è stato anche un po’ di cazzeggio.
Il vostro nuovo singolo, Sponsor, è appena uscito, ma in realtà è già il quinto brano che pubblicate in questo 2023. C’è qualcosa che bolle in pentola? O per il momento state periodicamente sfamando il famelico algoritmo con nuova musica?
Cerchiamo il lato positivo di questo nuovo modo di approcciarsi alla musica: dare valore a più pezzi possibile fino all’uscita del disco. La verità è che noi rimaniamo antipatici all’algoritmo e lui a noi, ma cerchiamo comunque di andare d’accordo.
Il sound di Sponsor è particolarmente allegro, quasi danzereccio. Eppure, il testo non è così da presa bene. Da dove deriva questa “dicotomia”?
Il testo era così pesante che per arrivare alla fine non c’era altro modo che alleggerire la parte musicale.
La copertina del singolo è piuttosto semplice in sé ma curiosa: è una vostra foto, con delle scie colorate che sembrano tanto fumo di sigaretta quanto un’aria velenosa che si diffonde in voi dalla bottiglia di birra in primo piano. Voi come la interpretate?
È la rappresentazione delle dipendenze create da quello che ci circonda e che viviamo in maniera inconsapevole, senza renderci conto che ci siamo già finiti sotto.
Negli ultimi mesi, specialmente con la pubblicazione del vostro primo album Campo di Marte (2022), avete avuto modo di girare parecchie città in tour. C’è qualche concerto o locale in particolare che vi è rimasto nel cuore?
Senza ombra di dubbio il primo (settembre 2021 a Firenze) dopo il fermo causato dalla pandemia. È stato come svegliarsi dopo un incubo. Sicuramente è stato un tour molto strano, passando dal suonare davanti a migliaia di persone a salire sul palco del localino sperduto nella provincia con davanti i soli aficionados del posto. In ogni occasione però abbiamo cercato di farci amico il barista.
Che ragazzi sono i Cassandra quando non suonano? Cosa vi piace fare nel tempo libero?
Di passioni ce ne sono tante; sotto questo punto di vista siamo molto fortunati. La verità è che la “dipendenza” della musica riesce ad annullarle quasi tutte. Non è facilissimo fare questo lavoro, anzi è un vero schifo… ma a noi fa stare bene.
Per concludere, consigli per gli ascolti: ci dite, una per ciascuno di voi, una band internazionale che negli ultimi dodici mesi vi ha fatti meravigliare?
Entrati in fissa con Fuera, Noah and the Whale (non esce nulla da anni, però li abbiamo scoperti recentemente) e Mother Mother.
Tutte le nostre interviste sono disponibili a questo link.